Soliloquy about Wonderland
dissonanze oniriche per la Vortice Dance
"IPUNTIDANZA" della Fondazione Egri, giunta alla sua decima edizione, apre la nuova stagione primavera 2013 alle Fonderie Limone di Moncalieri, offrendo al pubblico, il 23 marzo alle ore 21, l'occasione unica di poter assistere allo spettacolo della Vortice Dance, compagnia portoghese, famosa a livello internazionale che con "Soliloquy about wonderland", di e con Cláudia Martins e Rafael Carriço, proietta gli spettatori in un mondo in cui sogni ed incubi si palesano entro scenari fiabeschi.
Un vero e proprio vortice dei sensi vi catapulterà in un paese fatto di meraviglie solitarie, di bellissimi incubi, di sublimazioni dionisiache. Musiche che spaziano da Glass a Rota, da Fulton a Satie fino a toccare Debussy e i Daft Punk preparano lo spirito all'estasi visiva, amplificandola. Una fiaba che si vuole solitaria si scrive attraverso i segni nello spazio del pathos di un corpo che desidera e al contempo teme il desiderio stesso. Sogna e nel sogno l'evasione dalla realtà, così come il desiderio di una natura altra, onirica, dove poter essere libero, giocare, amare, prendersi in giro, sperare.
Spettacolo che sorprende letteralmente, tanto poco abituati siamo in Italia a messe in scena semplicemente elaborate. Qui l'estro creativo si unisce alle competenze tecniche e il teatro non smette di essere teatrale. Di destare la meraviglia negli occhi di chi guarda, di parlare un codice che non è più verbale ma che tutti riconoscono una volta superate le barriere imposte dal logos. Una messa in scena completa, in cui le linee classiche si sposano perfettamente ad azioni contemporanee, la danza si fa teatro, lo sforzo fisico diviene dramma. L'autoironia è una componente essenziale e il gioco del fare teatro il pretesto per esibire corpi immessi nel divenire quotidiano. Ed è proprio dalla vita di tutti i giorni che le emozioni, cosi come quei piccoli movimenti a volte inconsci, sono estrapolati e diventano nella coreografia dei portoghesisoliloqui. Monologhi scritti con versi graffianti, che attraverso l'azione coreuta, tagliano lo spaziano, lo abitano e lo contrastano. Solitudini contemporanee che tutti noi proviamo a partire proprio dalle reazioni del corpo: sbadigli, camminate, corse, scatti repentini e nervosi, salti vitalistici, cadute drastiche seguite da sequenze dinamiche. La quiete e la tempesta. La dolorosa felicità.
E la coreografia non risparmia nulla, assoli, sequenze collettive, movimenti che si ripetono come multipli per elevare esteticamente ed estaticamente il messaggio che celano. Si citano parole, si dicono mezze frasi, si lanciano spunti e si fanno domande. A volte totalmente a-dramma, a volte con velleità narratrici l'azione coreuta insegue l'appagamento retinico nella forte ricerca estetico-poetica. Sempre in questa ottica vanno viste le semplici, ma geniali, intuizioni scenografiche e degli oggetti di scena. Uno schermo gigante che all'occorrenza diventa quinta e volte soglia limite in cui è l'immagine di un automa a parlare con la voce delGrande dittatore di Chaplin, o a creare dei contrasti di luci che simulano dei limen in cui entrare e sperimentare. I ventilatori usati nella maniera più disparata e creativa, accentuano la carica fiabesca di una storia che si percepisce per metà, ma che si carica di pathos portando sul palco il vento. L'aria in scena cosi come l'acqua delle azioni successive oltre ad essere i capi saldi del Tanztheatre baushiano sono funzionali a ri-creare quel legame Cultura/Natura che la stessa Sacerdotessa della danza voleva meno distanti.
Soliloqui about Wonderland è uno ottima messa in scena che stimola mente e corpo, ragione e sentimenti. Traccia dei canovacci visivi che l'esperienza personale del pubblico dovrà completare di sensazioni ed esperienze proprie. Un tuffo dell'Io nei meandri fantastico immaginativi dell'Es.
Lo spettacolo è inserito nella sezione INTERSCAMBI de IPUNTIDANZA, vetrina dedicata a compagnie ed artisti italiani e stranieri che con la Fondazione Egri condividono progetti culturali e spettacoli.
Un vero e proprio vortice dei sensi vi catapulterà in un paese fatto di meraviglie solitarie, di bellissimi incubi, di sublimazioni dionisiache. Musiche che spaziano da Glass a Rota, da Fulton a Satie fino a toccare Debussy e i Daft Punk preparano lo spirito all'estasi visiva, amplificandola. Una fiaba che si vuole solitaria si scrive attraverso i segni nello spazio del pathos di un corpo che desidera e al contempo teme il desiderio stesso. Sogna e nel sogno l'evasione dalla realtà, così come il desiderio di una natura altra, onirica, dove poter essere libero, giocare, amare, prendersi in giro, sperare.
Spettacolo che sorprende letteralmente, tanto poco abituati siamo in Italia a messe in scena semplicemente elaborate. Qui l'estro creativo si unisce alle competenze tecniche e il teatro non smette di essere teatrale. Di destare la meraviglia negli occhi di chi guarda, di parlare un codice che non è più verbale ma che tutti riconoscono una volta superate le barriere imposte dal logos. Una messa in scena completa, in cui le linee classiche si sposano perfettamente ad azioni contemporanee, la danza si fa teatro, lo sforzo fisico diviene dramma. L'autoironia è una componente essenziale e il gioco del fare teatro il pretesto per esibire corpi immessi nel divenire quotidiano. Ed è proprio dalla vita di tutti i giorni che le emozioni, cosi come quei piccoli movimenti a volte inconsci, sono estrapolati e diventano nella coreografia dei portoghesisoliloqui. Monologhi scritti con versi graffianti, che attraverso l'azione coreuta, tagliano lo spaziano, lo abitano e lo contrastano. Solitudini contemporanee che tutti noi proviamo a partire proprio dalle reazioni del corpo: sbadigli, camminate, corse, scatti repentini e nervosi, salti vitalistici, cadute drastiche seguite da sequenze dinamiche. La quiete e la tempesta. La dolorosa felicità.
E la coreografia non risparmia nulla, assoli, sequenze collettive, movimenti che si ripetono come multipli per elevare esteticamente ed estaticamente il messaggio che celano. Si citano parole, si dicono mezze frasi, si lanciano spunti e si fanno domande. A volte totalmente a-dramma, a volte con velleità narratrici l'azione coreuta insegue l'appagamento retinico nella forte ricerca estetico-poetica. Sempre in questa ottica vanno viste le semplici, ma geniali, intuizioni scenografiche e degli oggetti di scena. Uno schermo gigante che all'occorrenza diventa quinta e volte soglia limite in cui è l'immagine di un automa a parlare con la voce delGrande dittatore di Chaplin, o a creare dei contrasti di luci che simulano dei limen in cui entrare e sperimentare. I ventilatori usati nella maniera più disparata e creativa, accentuano la carica fiabesca di una storia che si percepisce per metà, ma che si carica di pathos portando sul palco il vento. L'aria in scena cosi come l'acqua delle azioni successive oltre ad essere i capi saldi del Tanztheatre baushiano sono funzionali a ri-creare quel legame Cultura/Natura che la stessa Sacerdotessa della danza voleva meno distanti.
Soliloqui about Wonderland è uno ottima messa in scena che stimola mente e corpo, ragione e sentimenti. Traccia dei canovacci visivi che l'esperienza personale del pubblico dovrà completare di sensazioni ed esperienze proprie. Un tuffo dell'Io nei meandri fantastico immaginativi dell'Es.
Lo spettacolo è inserito nella sezione INTERSCAMBI de IPUNTIDANZA, vetrina dedicata a compagnie ed artisti italiani e stranieri che con la Fondazione Egri condividono progetti culturali e spettacoli.
gb
Fonderie Limone Moncalieri
SOLILOQUY ABOUT WONDERLAND
VORTICE DANCE COMPANY
www.vorticedance.com
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