La parola Canta
Napoli ieri, oggi ed eternamente
Dopo il grande successo de Le voci di dentro di Eduardo De Filippo (18-23/3/14), i fratelli Servillo tornano insieme sul palco del Carignano. Con La parola Canta un omaggio, fra letteratura, teatro e musica, alla tradizione vivente di Napoli. Via i luoghi comuni..
Tentacolare, magmatica, sulfurea. Spaventosa e seducente, marcia ma abbagliante, ambigua eppure solare, Napoli è la città di Giano. In La parola Canta, voci e visioni si rincorrono e si completano in un viaggio che esalta la musicalità della lingua napoletana, viva e ribollente, attingendo alle vette più alte della letteratura, della musica e del teatro partenopei. Viaggio nel quale i due Servillo sono accompagnati dagli archi del Solis String Quartet, commistione di culture musicali, dalla contemporanea al jazz financo il pop. Un concerto, un recital, una festa fatta di musica, poesia e canzoni che celebra Napoli, l'eterna magia della sua tradizione, l'importanza dell'incontro fra le epoche e della più ampia condivisione culturale.
Dalle canzoni intramontabili di E. A. Mario e Libero Bovio, alla Napoli di strada, cruda e lirica, del grande e misconosciuto Raffaele Viviani; dalle storie di bassi, raccontate con partecipe ironia da Eduardo, al "barocco degradato" con cui Enzo Moscato dipinge la sua Partenope gravida, bastarda ed enigmatica; per arrivare fino alla voce contemporanea di Mimmo Borrelli, che con un mantra ossessivo canta luci e pestilenze della sua Napoli, La parola canta attraversa l'opera di autori classici, filone inesauribile di fantasia e ricchezza poetica da cui nasce e di cui si nutre la creatività scenica straordinaria di Peppe e Toni Servillo.
"Lo spettacolo – sottolinea Toni Servillo – esprime un sentito omaggio alla cultura partenopea, rappresentato attraverso la sostanza verbale di poeti, musicisti e scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene la carne e il cuore. Un ritratto in prosa, versi e musica di una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, divisa fra l'estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni".
Affrontando la sostanza verbale e sonora di poeti, scrittori e compositori, testimoni della città nel passato e nel presente, questo concerto/spettacolo nasce per offrire, attraverso una selezione emblematica, la sintesi di una realtà che, tra pulsioni e pratiche, carne e sangue, rifugge le icone più obsolete della napoletanità, ma che pure accoglie il bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura.
"La parola canta – conclude Peppe Servillo – è una sorta di moderno varietà in cui la lingua nostra viscerale e materna si articola in un canto che è sempre pensiero ed istinto, gesto e liberazione. La musica dei Solis rilegge la tradizione sottraendola alla custodia ed incarnandola nel presente e per il presente".
Tentacolare, magmatica, sulfurea. Spaventosa e seducente, marcia ma abbagliante, ambigua eppure solare, Napoli è la città di Giano. In La parola Canta, voci e visioni si rincorrono e si completano in un viaggio che esalta la musicalità della lingua napoletana, viva e ribollente, attingendo alle vette più alte della letteratura, della musica e del teatro partenopei. Viaggio nel quale i due Servillo sono accompagnati dagli archi del Solis String Quartet, commistione di culture musicali, dalla contemporanea al jazz financo il pop. Un concerto, un recital, una festa fatta di musica, poesia e canzoni che celebra Napoli, l'eterna magia della sua tradizione, l'importanza dell'incontro fra le epoche e della più ampia condivisione culturale.
Dalle canzoni intramontabili di E. A. Mario e Libero Bovio, alla Napoli di strada, cruda e lirica, del grande e misconosciuto Raffaele Viviani; dalle storie di bassi, raccontate con partecipe ironia da Eduardo, al "barocco degradato" con cui Enzo Moscato dipinge la sua Partenope gravida, bastarda ed enigmatica; per arrivare fino alla voce contemporanea di Mimmo Borrelli, che con un mantra ossessivo canta luci e pestilenze della sua Napoli, La parola canta attraversa l'opera di autori classici, filone inesauribile di fantasia e ricchezza poetica da cui nasce e di cui si nutre la creatività scenica straordinaria di Peppe e Toni Servillo.
"Lo spettacolo – sottolinea Toni Servillo – esprime un sentito omaggio alla cultura partenopea, rappresentato attraverso la sostanza verbale di poeti, musicisti e scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene la carne e il cuore. Un ritratto in prosa, versi e musica di una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, divisa fra l'estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni".
Affrontando la sostanza verbale e sonora di poeti, scrittori e compositori, testimoni della città nel passato e nel presente, questo concerto/spettacolo nasce per offrire, attraverso una selezione emblematica, la sintesi di una realtà che, tra pulsioni e pratiche, carne e sangue, rifugge le icone più obsolete della napoletanità, ma che pure accoglie il bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura.
"La parola canta – conclude Peppe Servillo – è una sorta di moderno varietà in cui la lingua nostra viscerale e materna si articola in un canto che è sempre pensiero ed istinto, gesto e liberazione. La musica dei Solis rilegge la tradizione sottraendola alla custodia ed incarnandola nel presente e per il presente".
gb
TEATRO CARIGNANO
LA PAROLA CANTA
Peppe Servillo
Toni Servillo
con i Solis String Quartet
Vincenzo Di Donna, violino
Luigi De Maio, violino
Gerardo Morrone, viola
Antonio Di Francia, cello
www.teatriuniti.it
www.toniservillo.it
LA PAROLA CANTA
Peppe Servillo
Toni Servillo
con i Solis String Quartet
Vincenzo Di Donna, violino
Luigi De Maio, violino
Gerardo Morrone, viola
Antonio Di Francia, cello
www.teatriuniti.it
www.toniservillo.it