Eloge du Poil
la barba di Jeanne Mordoj
Inaugurata in anteprima alla metà di Giugno, la rassegna Teatro a Corte raggiunge i suoi undici anni di attività irrompendo nella vita culturale torinese offrendo a suo pubblico tre settimane di spettacoli, di emozioni, di visite ai castelli, ai giardini, favorendo incontri e dibattiti con artisti e giornalisti, feste con il pubblico e gli operatori, degustazione di prodotti del territorio. Fino al 22 luglio in sedi varie.
Specializzata nel linguaggio della danza e nelle innovazioni meticce del nuovo circo la rassegna si ispira alla passione e al gusto per la sorpresa, per l'inedito e le nuove frontiere dei generi. Dunque i confini fra le arti si sfumano arricchendosi di significati simbolici e politici, non ultimi sociali.
E' questo è il caso dell'artista francese Jeanne Mordoj che per la realizzazione del suo terzo solo - 3 p'tits il primo, Chez moi il secondo - Eloge du Poil, ha vissuto per tre mesi nell'est Europa alla ricerca di testimonianze, informazioni e immagini sul "mito delle donne barbute" e l'insieme dei dati è sfociato poi in un racconto curioso e personalissimo sul mondo femminile sfruttando, per la resa scenica, le potenzialità del nouveau cirque, del teatro di figura e del cabaret.
Artista magnetica ed interessante, intelligente e provocatoria, la Mordoj una volta in scena sfrutta segni e simboli raccolti nell'est Europa per inscenare un racconto grottesco e spietatamente ironico-cinico sulla condizione della donna e non solo. Dalla condizione femminile si passa, infatti, a riflettere sulla condizione di un'intera categoria, quella umana, giocando sul capovolgimento delle regole, che diventano l'eccezione, in un mondo in cui solo l'immaginazione e la fantasia siedono sul podio. E lo spaesamento del pubblico è totale nel vedere questa donna barbuta giocrea con conchiglie, simulare un free style con un rosso d'uovo, far cantare i teschi, usare gomme d'auto, manipolare oggetti in disuso che ritrovano vita nella fantasia dell'artista dalle doti di ventriloquo.
E dall'ironia, tragica e infantile, si passa alla serietà più totale. Pensi di avere una vita vuota? Ucciditi, si sente dire alla performer. Non riesci a trovare un senso in tutta quella lista di luoghi comuni e demagogie in cui le nazioni ci inglobano? Seppellisciti. E infatti Mordoj si seppellisce viva. La denuncia allora si presenta severa: una vita priva di fantasia e immaginazione è poca cosa, cosi come poco proficuo è rinchiudersi nelle paure che ci fanno temere il diverso, lo sporco, il non lussuoso, il vecchio. E con la morte della fantasia, requiem di teschi.
Specializzata nel linguaggio della danza e nelle innovazioni meticce del nuovo circo la rassegna si ispira alla passione e al gusto per la sorpresa, per l'inedito e le nuove frontiere dei generi. Dunque i confini fra le arti si sfumano arricchendosi di significati simbolici e politici, non ultimi sociali.
E' questo è il caso dell'artista francese Jeanne Mordoj che per la realizzazione del suo terzo solo - 3 p'tits il primo, Chez moi il secondo - Eloge du Poil, ha vissuto per tre mesi nell'est Europa alla ricerca di testimonianze, informazioni e immagini sul "mito delle donne barbute" e l'insieme dei dati è sfociato poi in un racconto curioso e personalissimo sul mondo femminile sfruttando, per la resa scenica, le potenzialità del nouveau cirque, del teatro di figura e del cabaret.
Artista magnetica ed interessante, intelligente e provocatoria, la Mordoj una volta in scena sfrutta segni e simboli raccolti nell'est Europa per inscenare un racconto grottesco e spietatamente ironico-cinico sulla condizione della donna e non solo. Dalla condizione femminile si passa, infatti, a riflettere sulla condizione di un'intera categoria, quella umana, giocando sul capovolgimento delle regole, che diventano l'eccezione, in un mondo in cui solo l'immaginazione e la fantasia siedono sul podio. E lo spaesamento del pubblico è totale nel vedere questa donna barbuta giocrea con conchiglie, simulare un free style con un rosso d'uovo, far cantare i teschi, usare gomme d'auto, manipolare oggetti in disuso che ritrovano vita nella fantasia dell'artista dalle doti di ventriloquo.
E dall'ironia, tragica e infantile, si passa alla serietà più totale. Pensi di avere una vita vuota? Ucciditi, si sente dire alla performer. Non riesci a trovare un senso in tutta quella lista di luoghi comuni e demagogie in cui le nazioni ci inglobano? Seppellisciti. E infatti Mordoj si seppellisce viva. La denuncia allora si presenta severa: una vita priva di fantasia e immaginazione è poca cosa, cosi come poco proficuo è rinchiudersi nelle paure che ci fanno temere il diverso, lo sporco, il non lussuoso, il vecchio. E con la morte della fantasia, requiem di teschi.
gb
TEATRO A CORTE
ELOGE DU POIL
JEANNE MORDOJ
www.jeannemordoj.com
www.teatroacorte.it
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JEANNE MORDOJ
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