palcoscenicodanza
sakura Blues e zero
Giunto alla sua settima edizione torna al Teatro Astra Palcoscenico Danza. Dopo la preview inaugurale dello scorso novembre in cui al centro era la donna, ora (14-15 marzo) ad esibirsi sono i vincitori di due concorsi internazionali. Lo spagnolo Fiver legato alla video-danza e l'italianissimo e nuovissimo - alla sua prima edizione - Permutazioni organizzato in concerto con Zerogrammi, Fondazione Live Piemonte dal Vivo, Balletto dell'Esperia, Università degli Studi di Torino, e che vede nella scrittura di danza l'interlocutore privilegiato.
Sempre per la direzione di Paolo Mohovich - che conserva la direzione perdendo, però quest'anno, le competenze organizzative e amministrative, che dal Balletto dell'Esperia passano alla Fondazione Teatro Piemonte Europa - come annunciato mesi fa, la rassegna, punto di forza degli appuntamenti coreutici all'Astra e appuntamento imprescindibile per la danza torinese, si presenta interessantissima soprattutto, e sarà lo stesso direttore a comunicarlo (conferenza stampa del 13 marzo), per la volontà di presentare unadanza pura, formale, legata al corpo e alle sue potenzialità. Niente contaminazioni di sorta dunque, che tanto stanno togliendo all'arte coreutica, cercando di presentare al pubblico la bellezza originaria di un'arte troppo spesso accantonata.
Nato nel 1996 dall'unione artistica dei due danzatori e coreografi più rappresentativi del panorama della danza urbana italiana, Marisa Ragazzo e Omid Ighani, la compagnia DaCru è la prima formazione italiana a danzare negli spazi performativi black delle capitali europee. La loro tournée, nel '98 e nel '99, ha dato vita alla sperimentazione della danza urbana mescolata al concetto del teatro come spazio fisico. Un percorso innovativo, una zona di confine che partendo dall'hip hop si contamina nel gesto con house, danza contemporanea, jazz rock e con il breaking più innovativo. In Italia debutta al Teatro Greco di Roma nel 1999 e prosegue negli anni ad essere presente in palcoscenici importanti in tutta la penisola e non solo.
Sakura Blues è il terzo ed ultimo spettacolo di una trilogia che nasce come tributo alla cultura giapponese. Si parte da Kurosawa e Miyazaki e si crea un linguaggio artistico innovativo e singolare, pensato e vissuto come un anime, per intraprendere un viaggio appassionato, dolente, ironico e liquido nell'anima segreta delle donne.
Le grandi contraddizioni dei mood metropolitani di estrema avanguardia e delle tradizioni minimali e stupefacenti, sulla scena si fanno corpi gialli immersi in una luce bianchissima avvolti da vere e proprie installazioni. Prima uno, poi due, come un canone in musica, i quattro danzatori occupano la scena. Ritmici e dai forti accenti i corpi si costruiscono e si deformano come nella migliore tradizione hip hop, per poi sfociare in immagini danzate in cui l'occhio si perde e si ammalia. Un lavoro sulla musica, attento e poetico, che porta con sé l'odore di un'oriente riletto in occidente.
Dalla collaborazione artistica tra Elisabetta Lauro e César Augusto Cuenca Torres nasce la Compagnia Cuaenca/Lauro. Diplomati entrambi alla Folkwang Hochschule di Essen, tra il 2002 e il 2004 lavorano con il regista e coreografo taiwanese Wu Kuo-Chu e partecipano a "Le Sacre du Printemps" di Pina Bausch. Nel 2004 entrano nel Teatro Stabile di Kassel e contribuiscono alla creazione di oltre venti spettacoli, lavorando con diversi coreografi tra cui Johannes Wieland, Yossi Berg/Oded Graf e Rootlessroot. Free lance dal 2011 realizzano il lavoro Hay un no sé que no sé donde, selezionato per la Lista Anticorpi XL 2012/13, premiato nel Concorso Coreografico Masdanza 2013 con la Menzione Speciale della Giuria e il Premio del Pubblico e finalista al Concorso Coreografico Internazionale No Ballet 2014.
Avevamo visto il loro Hay un no sé que no sé donde nella scorsa edizione di Interplay, sempre un duetto, che manifestava la stessa tenera poetica, di questa nuova produzione. Sensibilità e raffinatezza che alla loro nuova produzione, (zero) work in progress - presentata in anteprima ad Azioni in Danza'13 e al DAB Cantieriin Puglia'14 - concede le finali al Premio Outlet A.C.S.'14, la selezione per la Lista Anticorpi XL 2014/15 e per il progetto Permutazioni/Zerogrammi, e la vittoria al Premio Equilibrio Roma 2015.
Terra sul palco, danzatori come alberi dalle radici mai ferme. Scavano, dissotterrano, emergono, riaffondano, sconvolgono. Impenitenti ricercano. E lo stesso albero, che crede di crescere in linearità verso il cielo, ha la sua vita sotto terra in un disegno impazzito, un labirinto di direzioni.
Ecco allora che l'azione coreografica parte da una presunta immobilità, dall'azzeramento, dove tutto è fugace e labile, per ripartire da zero. Da quello che non si vede per farlo emergere e donargli la giusta importanza. Un duo intrensicamente affiatato come le radici, in cui le braccia dei ballerini si intrecciano a tal punto da formare un corpo solo. Insieme di sensazioni che nate all'unisono evolvono singolarmentescrivendo sulla terra il loro nuovo destino.
Sempre per la direzione di Paolo Mohovich - che conserva la direzione perdendo, però quest'anno, le competenze organizzative e amministrative, che dal Balletto dell'Esperia passano alla Fondazione Teatro Piemonte Europa - come annunciato mesi fa, la rassegna, punto di forza degli appuntamenti coreutici all'Astra e appuntamento imprescindibile per la danza torinese, si presenta interessantissima soprattutto, e sarà lo stesso direttore a comunicarlo (conferenza stampa del 13 marzo), per la volontà di presentare unadanza pura, formale, legata al corpo e alle sue potenzialità. Niente contaminazioni di sorta dunque, che tanto stanno togliendo all'arte coreutica, cercando di presentare al pubblico la bellezza originaria di un'arte troppo spesso accantonata.
Nato nel 1996 dall'unione artistica dei due danzatori e coreografi più rappresentativi del panorama della danza urbana italiana, Marisa Ragazzo e Omid Ighani, la compagnia DaCru è la prima formazione italiana a danzare negli spazi performativi black delle capitali europee. La loro tournée, nel '98 e nel '99, ha dato vita alla sperimentazione della danza urbana mescolata al concetto del teatro come spazio fisico. Un percorso innovativo, una zona di confine che partendo dall'hip hop si contamina nel gesto con house, danza contemporanea, jazz rock e con il breaking più innovativo. In Italia debutta al Teatro Greco di Roma nel 1999 e prosegue negli anni ad essere presente in palcoscenici importanti in tutta la penisola e non solo.
Sakura Blues è il terzo ed ultimo spettacolo di una trilogia che nasce come tributo alla cultura giapponese. Si parte da Kurosawa e Miyazaki e si crea un linguaggio artistico innovativo e singolare, pensato e vissuto come un anime, per intraprendere un viaggio appassionato, dolente, ironico e liquido nell'anima segreta delle donne.
Le grandi contraddizioni dei mood metropolitani di estrema avanguardia e delle tradizioni minimali e stupefacenti, sulla scena si fanno corpi gialli immersi in una luce bianchissima avvolti da vere e proprie installazioni. Prima uno, poi due, come un canone in musica, i quattro danzatori occupano la scena. Ritmici e dai forti accenti i corpi si costruiscono e si deformano come nella migliore tradizione hip hop, per poi sfociare in immagini danzate in cui l'occhio si perde e si ammalia. Un lavoro sulla musica, attento e poetico, che porta con sé l'odore di un'oriente riletto in occidente.
Dalla collaborazione artistica tra Elisabetta Lauro e César Augusto Cuenca Torres nasce la Compagnia Cuaenca/Lauro. Diplomati entrambi alla Folkwang Hochschule di Essen, tra il 2002 e il 2004 lavorano con il regista e coreografo taiwanese Wu Kuo-Chu e partecipano a "Le Sacre du Printemps" di Pina Bausch. Nel 2004 entrano nel Teatro Stabile di Kassel e contribuiscono alla creazione di oltre venti spettacoli, lavorando con diversi coreografi tra cui Johannes Wieland, Yossi Berg/Oded Graf e Rootlessroot. Free lance dal 2011 realizzano il lavoro Hay un no sé que no sé donde, selezionato per la Lista Anticorpi XL 2012/13, premiato nel Concorso Coreografico Masdanza 2013 con la Menzione Speciale della Giuria e il Premio del Pubblico e finalista al Concorso Coreografico Internazionale No Ballet 2014.
Avevamo visto il loro Hay un no sé que no sé donde nella scorsa edizione di Interplay, sempre un duetto, che manifestava la stessa tenera poetica, di questa nuova produzione. Sensibilità e raffinatezza che alla loro nuova produzione, (zero) work in progress - presentata in anteprima ad Azioni in Danza'13 e al DAB Cantieriin Puglia'14 - concede le finali al Premio Outlet A.C.S.'14, la selezione per la Lista Anticorpi XL 2014/15 e per il progetto Permutazioni/Zerogrammi, e la vittoria al Premio Equilibrio Roma 2015.
Terra sul palco, danzatori come alberi dalle radici mai ferme. Scavano, dissotterrano, emergono, riaffondano, sconvolgono. Impenitenti ricercano. E lo stesso albero, che crede di crescere in linearità verso il cielo, ha la sua vita sotto terra in un disegno impazzito, un labirinto di direzioni.
Ecco allora che l'azione coreografica parte da una presunta immobilità, dall'azzeramento, dove tutto è fugace e labile, per ripartire da zero. Da quello che non si vede per farlo emergere e donargli la giusta importanza. Un duo intrensicamente affiatato come le radici, in cui le braccia dei ballerini si intrecciano a tal punto da formare un corpo solo. Insieme di sensazioni che nate all'unisono evolvono singolarmentescrivendo sulla terra il loro nuovo destino.
gb
DaCru Dance Company
Sakura Blues
Ideazione e regia: Marisa Ragazzo
Coreografie: Marisa Ragazzo e Omid Ighani
CUENCA / LAURO
(ZERO) WORK IN PROGRESS
creazione Cuenca/Lauro
www.dacrudancecompany.com
Sakura Blues
Ideazione e regia: Marisa Ragazzo
Coreografie: Marisa Ragazzo e Omid Ighani
CUENCA / LAURO
(ZERO) WORK IN PROGRESS
creazione Cuenca/Lauro
www.dacrudancecompany.com