Dis-abilità e nuovi talenti
seconda tranche de La Piattaforma
Continuano le serate danzerecce de La piattaforma. Sempre all'interno delle architetture industriali delle Ogr di Torino, il festival dell'Associazione Didee nella giornata del 16 propone riflessioni sociali e nuovi talenti nostrani.
Si parte subito con un lavoro molto forte ed impegnato. Hub, performance ideata da MADeIN con la coreografa Gabriella Cerritelli, verte intorno al tema dell'inserimento e della vivibilità negli spazi urbani di persone diversamente abili. Con due performer su carrozzina e due danzatrici, la diversa condizione dei MADeIN si fa terreno fertile per intessere nuove relazioni e accettare la sfida che dalle stesse proviene. Si sviluppano dinamiche complesse che in scena diventano il fulcro propulsore di un dialogo intenso e visivamente incisivo. A volte spigoloso, talvolta ironico ma pur sempre fluido nella ricerca di superare i limiti oggettivi che, in Hub, diventano vie d'accesso ad inedite relazioni e soluzioni espressive. Due donne e due uomini che, in un spazio definito, provano a tracciare quelle linee di incontro/scontro utili ad un vivere associato, al rispetto delle capacità altre, non ultimo l'integrazione strutturale e cognitiva.
I temi dai risvolti sociali sono molto cari allo staff, quasi tutto al femminile, de La piattaforma.L'associazione Didee infatti è sempre sensibile ad una danza educativa, che porti socialità e che faccia comunità e che comunichi, pedagogicamente, alle persone che la compongono. Ecco che allora la danza smette di essere teatro e si fa relazione e, dalle relazioni alla scatola nera. Così i progetti Co.Dance Abitare Corpi Abitare Luoghi (Università di Torino) e Build Up! (bando Da giovani a giovani delle Politiche Giovanili della Città di Torino) hanno dato vita a tre collettivi che con l'accompagnamento di Associazione Didee hanno realizzato i tre spettacoli che chiudono la serata.
Sul filo tra arte e socialità si colloca anche il Videodocumentario Dimore, realizzato da Emanuele Sciannammea di Cie Zerogrammi. Qui la sensibilità coreografica si fa consapevolezza nel montaggio, e le immagini danzano come sul palco. Musica, immagini e potere delle stesse, amplificano il potere della danza di partire dal corpo e arrivare alla mente, passando dal cuore.
La seconda parte della serata è la più stimolante. Adesso si esibiscono i tre collettivi di giovanissimi selezionati dai due progetti menzionati sopra. Dunque giovani coreografi e danzatori giovanissimi, tutto made in italy. Occasione privilegiata di vedere dove la creatività nostrana si sta dirigendo e quali sono i riferimenti cui aspira. Tutti, per caratteristiche diverse, molto buoni qualitativamente.
Entra, attraversa, esci, questi sono gli inviti di Welcome dei Nomaidè (Caterina Squillacioti, Tommaso Serratore, Elisa Occhini, Nicola Cisternino, Daniela Marra), performance di teatrodanza in cui si vive uno spazio, una soglia volendone sperimentandone il passaggio, le transizioni. Vuoi un caffè? non posso ospitarti.. Che piacere averti.. Ti odio. Mi innervosisci. Ti voglio bene. Con ironia e bravura si dipanano nello spazio azioni coreute dettate da frasi, piccole parole rubate alla quotidianità di chi occupa tali spazi immaginari. Ben articolata la coreografia con al centro un corpo teso, che perde il suo equilibrio cercandolo; si blocca, si volta. Supera il limite. Riflette. Vola.
Con Tra.me Laura Pirrotti, Antimo Natale e Roberta Bonetto ci raccontano di una notte insonne. Movimenti concettuosi, micro azioni prese in prestito da una routine solitaria per combattere la possibilità di cadere nel baratro della mente. Un dialogo tra fuori e dentro. Un dentro fatto di ricordi, suggestioni e attraversamenti che prendono vita nella gestualità di un corpo che freme e si agita. Sopravvive nell'attesa di vivere.
Chiude il trittico In dote, di e con Sara Capossele, Elena Rolando, Vanessa Michielon, Silvia Grosso e Gabriel Beddoes. Suggestioni coreutiche nate da parole quali "doni nodi demoni dicerie delicate indicare doveri dov'eri? nudo dare domino dolce divenire nido. In Dote"
Si parte subito con un lavoro molto forte ed impegnato. Hub, performance ideata da MADeIN con la coreografa Gabriella Cerritelli, verte intorno al tema dell'inserimento e della vivibilità negli spazi urbani di persone diversamente abili. Con due performer su carrozzina e due danzatrici, la diversa condizione dei MADeIN si fa terreno fertile per intessere nuove relazioni e accettare la sfida che dalle stesse proviene. Si sviluppano dinamiche complesse che in scena diventano il fulcro propulsore di un dialogo intenso e visivamente incisivo. A volte spigoloso, talvolta ironico ma pur sempre fluido nella ricerca di superare i limiti oggettivi che, in Hub, diventano vie d'accesso ad inedite relazioni e soluzioni espressive. Due donne e due uomini che, in un spazio definito, provano a tracciare quelle linee di incontro/scontro utili ad un vivere associato, al rispetto delle capacità altre, non ultimo l'integrazione strutturale e cognitiva.
I temi dai risvolti sociali sono molto cari allo staff, quasi tutto al femminile, de La piattaforma.L'associazione Didee infatti è sempre sensibile ad una danza educativa, che porti socialità e che faccia comunità e che comunichi, pedagogicamente, alle persone che la compongono. Ecco che allora la danza smette di essere teatro e si fa relazione e, dalle relazioni alla scatola nera. Così i progetti Co.Dance Abitare Corpi Abitare Luoghi (Università di Torino) e Build Up! (bando Da giovani a giovani delle Politiche Giovanili della Città di Torino) hanno dato vita a tre collettivi che con l'accompagnamento di Associazione Didee hanno realizzato i tre spettacoli che chiudono la serata.
Sul filo tra arte e socialità si colloca anche il Videodocumentario Dimore, realizzato da Emanuele Sciannammea di Cie Zerogrammi. Qui la sensibilità coreografica si fa consapevolezza nel montaggio, e le immagini danzano come sul palco. Musica, immagini e potere delle stesse, amplificano il potere della danza di partire dal corpo e arrivare alla mente, passando dal cuore.
La seconda parte della serata è la più stimolante. Adesso si esibiscono i tre collettivi di giovanissimi selezionati dai due progetti menzionati sopra. Dunque giovani coreografi e danzatori giovanissimi, tutto made in italy. Occasione privilegiata di vedere dove la creatività nostrana si sta dirigendo e quali sono i riferimenti cui aspira. Tutti, per caratteristiche diverse, molto buoni qualitativamente.
Entra, attraversa, esci, questi sono gli inviti di Welcome dei Nomaidè (Caterina Squillacioti, Tommaso Serratore, Elisa Occhini, Nicola Cisternino, Daniela Marra), performance di teatrodanza in cui si vive uno spazio, una soglia volendone sperimentandone il passaggio, le transizioni. Vuoi un caffè? non posso ospitarti.. Che piacere averti.. Ti odio. Mi innervosisci. Ti voglio bene. Con ironia e bravura si dipanano nello spazio azioni coreute dettate da frasi, piccole parole rubate alla quotidianità di chi occupa tali spazi immaginari. Ben articolata la coreografia con al centro un corpo teso, che perde il suo equilibrio cercandolo; si blocca, si volta. Supera il limite. Riflette. Vola.
Con Tra.me Laura Pirrotti, Antimo Natale e Roberta Bonetto ci raccontano di una notte insonne. Movimenti concettuosi, micro azioni prese in prestito da una routine solitaria per combattere la possibilità di cadere nel baratro della mente. Un dialogo tra fuori e dentro. Un dentro fatto di ricordi, suggestioni e attraversamenti che prendono vita nella gestualità di un corpo che freme e si agita. Sopravvive nell'attesa di vivere.
Chiude il trittico In dote, di e con Sara Capossele, Elena Rolando, Vanessa Michielon, Silvia Grosso e Gabriel Beddoes. Suggestioni coreutiche nate da parole quali "doni nodi demoni dicerie delicate indicare doveri dov'eri? nudo dare domino dolce divenire nido. In Dote"
gb
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