Dorian Gray
il caso al filodrammatici
Al liceo siete rimasti affascinati dal desiderio di immortalità e bellezza del Dorian Gray di Wilde? E una volta cresciuti, vi siete resi conto delle implicazioni che tale bellezza lungimirante implica, accattivandosi ancora più le vostre simpatie?
Ecco allora due buoni, ma non tanto sani, motivi per recarsi al Filodrammatici e vedere la trasposizione teatrale del regista Pino Micol, In scena dal 10 al 15 aprile.
Sul palco il camaleontico Manuele Morgese, che uno e trino risulta bravissimo nell'interpretare Mr Wotton, lo stesso Dorian e Lord Basil. Dalla sua mirevole interpretazione prendono vita le caratteristiche fisiche dei personaggi, dalle sue nouances vocali emergono invece le ansie, le aspirazioni, gli incubi e le sfumature secondo cui ognuno è vittima delle proprie scelte.
In uno spazio angusto, tetro come oscura appare tutta la vicenda si dispiega l'intreccio di una storia che non finisce mai di essere attuale. Anzi sembra essere scritta prematuramente per le società e gli uomini d'oggi. La ricerca dell'eterna bellezza, la giovinezza che si palesa in una pelle liscia conservata per sempre e in un corpo lontano dal subire le brutture del tempo fa del Dorian di Wilde l'antesignano dei chirurghi plastici o di tutte quelle ciarlanerie che promettono elisir di lunga vita.
E se per un per uno strano gioco del destino succedesse veramente? ci chiediamo insieme al regista Pino Micol. Certo le conseguenze nella storia le conosciamo tutti: i terrori, i compromessi e il non riuscire a dormire la notte.. ma nella vita reale? Come si comporterebbe l'odierno Dorian? Sarebbe una faschion victim dagli zigomi sporgenti, dalla pelle di latte e coperto di indumenti Prada camminando a mezz'aria e snobbando il resto del mondo che non si avvicina a tale ideale? O sarebbe semplicemente un rampollo viziato che gioca con le persone consapevole del proprio potere?
Domande che restano aperte, certo è che almeno nella finzione scenica – perché il teatro è ancora il luogo dell'impossibile come sottolinea Micol – il protagonista giunge alla consapevolezza del proprio buio interiore, certo ci sguazza per ben vent'anni, ma alla fine è la coscienza che ha il sopravvento.
E cosi sia Wilde che il regista tornano a dare speranza all'essere umano, una possibilità di redenzione di riscatto dall'orrore che ci siamo scelti.
E oggi Dorian sarebbe pronto a redimersi?
Ecco allora due buoni, ma non tanto sani, motivi per recarsi al Filodrammatici e vedere la trasposizione teatrale del regista Pino Micol, In scena dal 10 al 15 aprile.
Sul palco il camaleontico Manuele Morgese, che uno e trino risulta bravissimo nell'interpretare Mr Wotton, lo stesso Dorian e Lord Basil. Dalla sua mirevole interpretazione prendono vita le caratteristiche fisiche dei personaggi, dalle sue nouances vocali emergono invece le ansie, le aspirazioni, gli incubi e le sfumature secondo cui ognuno è vittima delle proprie scelte.
In uno spazio angusto, tetro come oscura appare tutta la vicenda si dispiega l'intreccio di una storia che non finisce mai di essere attuale. Anzi sembra essere scritta prematuramente per le società e gli uomini d'oggi. La ricerca dell'eterna bellezza, la giovinezza che si palesa in una pelle liscia conservata per sempre e in un corpo lontano dal subire le brutture del tempo fa del Dorian di Wilde l'antesignano dei chirurghi plastici o di tutte quelle ciarlanerie che promettono elisir di lunga vita.
E se per un per uno strano gioco del destino succedesse veramente? ci chiediamo insieme al regista Pino Micol. Certo le conseguenze nella storia le conosciamo tutti: i terrori, i compromessi e il non riuscire a dormire la notte.. ma nella vita reale? Come si comporterebbe l'odierno Dorian? Sarebbe una faschion victim dagli zigomi sporgenti, dalla pelle di latte e coperto di indumenti Prada camminando a mezz'aria e snobbando il resto del mondo che non si avvicina a tale ideale? O sarebbe semplicemente un rampollo viziato che gioca con le persone consapevole del proprio potere?
Domande che restano aperte, certo è che almeno nella finzione scenica – perché il teatro è ancora il luogo dell'impossibile come sottolinea Micol – il protagonista giunge alla consapevolezza del proprio buio interiore, certo ci sguazza per ben vent'anni, ma alla fine è la coscienza che ha il sopravvento.
E cosi sia Wilde che il regista tornano a dare speranza all'essere umano, una possibilità di redenzione di riscatto dall'orrore che ci siamo scelti.
E oggi Dorian sarebbe pronto a redimersi?
gb
TEATRO FILODRAMMATICI
IL CASO DORIAN GRAY
regia Pino Micol
con Manuele Morgese
IL CASO DORIAN GRAY
regia Pino Micol
con Manuele Morgese