Cuori infranti e ossa spezzate
si parla di donne al Tertulliano
Dal 7 al 10 aprile, lo SpazioTertulliano torna a dare voce alle donne. Giovanna Rossi e Gianna Coletti mettono in scena Cuori infranti e ossa spezzate, una commedia che si vuole brillante, ma nella quale si ride poco e se lo si fa, immediatamente il gioire si trasforma in lieve, dolorosa consapevolezza.
Fra i 5 e i 10 milioni sono le donne, in Italia, vittime di violenza e abusi domestici. Da questi numeri, da questa sconcertante verità, forse muove l'interrogarsi delle attrici-autrici - nonché produttrici –, le quali partendo da fatti di cronaca - come il caso degli “amanti di Primavalle”, in cui l’assassino uccise la donna senza sfiorarla; quello che la stampa nel 2000 definì il “Barbablù” italiano: l'uomo che riuscì a uccidere tre mogli, che qui, nella finzione scenica, si ritrovano in un comico quanto improbabile “aldilà”. Infine un omaggio a Sheakespeare con il“femminicidio” forse più conosciuto del teatro, quello di Desdemona per mano di Otello – colorano e animano, camuffando così la tragedia in commedia, con testimonianze, canzonette, e racconti.
La scenografia gioca su poche componenti, alcune delle quali vincenti, una fra tutte, il lunghissimo velo da sposa che va a circondare tutto il palco, a testimonianza di come la purezza - il bianco, di intenti, sogni e promesse -, poi, nella quotidianità del vivere di coppia, si contamini, e si insozzi a tal punto da divenire, simbolicamente, nero. Nero come l'humor di questa commedia. Le due attrici, seguendo questi richiami simbolici, appaiono in scena con vestiti da sposa sporchi di sangue, laceri. Sul palco vari pannelli, che servono da sfondo per creare le atmosfere, come proiettori su cui far scorrere immagini, articoli di giornali, le orribili statistiche.
Lo spettacolo segue una linea retta tutta in crescendo, nella quale le due esilaranti attrici muovono i vari personaggi con disinvoltura, financo sfociare nell'improvvisazione. Le due rappresentano le migliaia di donne che quotidianamente sono vittime di abusi, ma in questo spettacolo, più che vittime di mariti/animali, divengono, quasi, le vittime di se stesse. Perché? si chiedono sul palco Coletti e la Rossi, e pure sono donne manager, avvocati, giornaliste. Donne forti che purtuttavia perdono la loro forza. Sarà forse il fraintendimento dell'amore, che pur avendo il cuore infranto ti costringe a sopportare le ossa spezzate?
Lo spettacolo appare funzionare, il pubblico apprezza questo mischiare il serio con il faceto, e prima della fine, il percorso tutto in salita della messa in scena – fra scenette, intermezzi musicali, e vero e proprio teatro - tocca finalmente il punto più alto, sia simbolicamente che emozionalmente. Rossi, con una base classica, legge un poesia scritta da un uomo in onore di tutte queste donne. E mentre gli occhi si riempiono e le orecchie sono bloccate per ascoltare, dalla musica classica, sul finire, si passa a quella rock... e si sentono le parole del poeta chiedere scusa!
Di grande impatto emotivo, e gli applausi confermano l'epilogo vincente. Perché uno spettacolo è anche, o soprattutto, la sua fine.
Fra i 5 e i 10 milioni sono le donne, in Italia, vittime di violenza e abusi domestici. Da questi numeri, da questa sconcertante verità, forse muove l'interrogarsi delle attrici-autrici - nonché produttrici –, le quali partendo da fatti di cronaca - come il caso degli “amanti di Primavalle”, in cui l’assassino uccise la donna senza sfiorarla; quello che la stampa nel 2000 definì il “Barbablù” italiano: l'uomo che riuscì a uccidere tre mogli, che qui, nella finzione scenica, si ritrovano in un comico quanto improbabile “aldilà”. Infine un omaggio a Sheakespeare con il“femminicidio” forse più conosciuto del teatro, quello di Desdemona per mano di Otello – colorano e animano, camuffando così la tragedia in commedia, con testimonianze, canzonette, e racconti.
La scenografia gioca su poche componenti, alcune delle quali vincenti, una fra tutte, il lunghissimo velo da sposa che va a circondare tutto il palco, a testimonianza di come la purezza - il bianco, di intenti, sogni e promesse -, poi, nella quotidianità del vivere di coppia, si contamini, e si insozzi a tal punto da divenire, simbolicamente, nero. Nero come l'humor di questa commedia. Le due attrici, seguendo questi richiami simbolici, appaiono in scena con vestiti da sposa sporchi di sangue, laceri. Sul palco vari pannelli, che servono da sfondo per creare le atmosfere, come proiettori su cui far scorrere immagini, articoli di giornali, le orribili statistiche.
Lo spettacolo segue una linea retta tutta in crescendo, nella quale le due esilaranti attrici muovono i vari personaggi con disinvoltura, financo sfociare nell'improvvisazione. Le due rappresentano le migliaia di donne che quotidianamente sono vittime di abusi, ma in questo spettacolo, più che vittime di mariti/animali, divengono, quasi, le vittime di se stesse. Perché? si chiedono sul palco Coletti e la Rossi, e pure sono donne manager, avvocati, giornaliste. Donne forti che purtuttavia perdono la loro forza. Sarà forse il fraintendimento dell'amore, che pur avendo il cuore infranto ti costringe a sopportare le ossa spezzate?
Lo spettacolo appare funzionare, il pubblico apprezza questo mischiare il serio con il faceto, e prima della fine, il percorso tutto in salita della messa in scena – fra scenette, intermezzi musicali, e vero e proprio teatro - tocca finalmente il punto più alto, sia simbolicamente che emozionalmente. Rossi, con una base classica, legge un poesia scritta da un uomo in onore di tutte queste donne. E mentre gli occhi si riempiono e le orecchie sono bloccate per ascoltare, dalla musica classica, sul finire, si passa a quella rock... e si sentono le parole del poeta chiedere scusa!
Di grande impatto emotivo, e gli applausi confermano l'epilogo vincente. Perché uno spettacolo è anche, o soprattutto, la sua fine.
gb
SpazioTertulliano
Cuori infranti e ossa spezzate
scritto, diretto e interpretato da GIOVANNA ROSSI E GIANNA COLETTI
Produzione GIOVANNA ROSSI E GIANNA COLETTI
Cuori infranti e ossa spezzate
scritto, diretto e interpretato da GIOVANNA ROSSI E GIANNA COLETTI
Produzione GIOVANNA ROSSI E GIANNA COLETTI