Posso ritrovarmi in rete?
Spam all'Astra
Dopo il Woyzeck di Georg Büchner, Lorenzo Gleijeses torna all'Astra. Dopo la regia di Bronzino è Rafael Spregelburd a sceglierlo per il suo Spam, e dal 11 al 13 aprile, il palcoscenico sperimentale diviene il luogo di un complotto internazionale.
Nato nel 2010 dall'incontro tra uno dei più importanti drammaturghi della scena mondiale, Rafael Spregelburd, e l'attore e regista italiano Lorenzo Gleijeses, Spam è l'epopea di un uomo che, soffrendo di una temporanea amnesia, prova a ricostruire la propria identità a partire dalle tracce lasciate nel pc. Tra bambole cinesi contraffatte e smoking di James Bond si articolano 31 brevi scene, sorteggiate dall'attore in ordine casuale all'inizio dello spettacolo. Dietro all'azione costruita su elementi della cultura pop - James Bond, leggende metropolitane, Karaoke, Google Translator -, lo spettatore potrà cogliere, sparse, tracce di Walter Benjamin, di Freud, di Lacan, di Žižek. Frammentazione in episodi che diviene segmentazione emotiva, in cui emozioni, disperazione e comicità febbrile concedono alla pièce una molteplicità di letture.
Un po' come P greco. Il teorema del delirio di Daren Aronofsky e un po' come A Beatiful Mind di Ron Howard, Spam è un testo ricco - e sancisce il ritorno alla scrittura di Spregelburd (che non componeva nuove opere da un biennio) e il suo debutto alla regia sui palcoscenici italiani - scritto sotto forma di Sprechoper (un'opera parlata), un monologo insomma che racconta nevroticamente, la storia di un professore universitario che, rispondendo ad una e-mail, scivola in un complicatissimo intrigo internazionale che coinvolge banche, conti su Pay Pal e uno zio assassino a Kuala Lumpur.
Non si segue facilmente, tanto l'incedere del ritmo del testo è pari alla velocità con cui le informazioni viaggiano in rete: velocissimo. Ma la capacità di Gleijeses, quella di passare da Büchner al testo di Spregelburd e pregevole e denota ottime capacità attoriali. E non è da solo sulla scena, accanto a lui Alessandro Olla, che con le sue musiche e le sue cadenze sonore scandisce il ritmo e forma un perfetto contraltare alla figura del professore immemore.
Uno spettacolo multimediale e multi-stratificato come l'era in cui viviamo, che sfrutta gran parte delle tecnologie odierne per ricreare quel groviglio virtuale cui tutti potremmo essere vittime, consapevoli o meno. Persi nella ricerca della nostra identità.
Nato nel 2010 dall'incontro tra uno dei più importanti drammaturghi della scena mondiale, Rafael Spregelburd, e l'attore e regista italiano Lorenzo Gleijeses, Spam è l'epopea di un uomo che, soffrendo di una temporanea amnesia, prova a ricostruire la propria identità a partire dalle tracce lasciate nel pc. Tra bambole cinesi contraffatte e smoking di James Bond si articolano 31 brevi scene, sorteggiate dall'attore in ordine casuale all'inizio dello spettacolo. Dietro all'azione costruita su elementi della cultura pop - James Bond, leggende metropolitane, Karaoke, Google Translator -, lo spettatore potrà cogliere, sparse, tracce di Walter Benjamin, di Freud, di Lacan, di Žižek. Frammentazione in episodi che diviene segmentazione emotiva, in cui emozioni, disperazione e comicità febbrile concedono alla pièce una molteplicità di letture.
Un po' come P greco. Il teorema del delirio di Daren Aronofsky e un po' come A Beatiful Mind di Ron Howard, Spam è un testo ricco - e sancisce il ritorno alla scrittura di Spregelburd (che non componeva nuove opere da un biennio) e il suo debutto alla regia sui palcoscenici italiani - scritto sotto forma di Sprechoper (un'opera parlata), un monologo insomma che racconta nevroticamente, la storia di un professore universitario che, rispondendo ad una e-mail, scivola in un complicatissimo intrigo internazionale che coinvolge banche, conti su Pay Pal e uno zio assassino a Kuala Lumpur.
Non si segue facilmente, tanto l'incedere del ritmo del testo è pari alla velocità con cui le informazioni viaggiano in rete: velocissimo. Ma la capacità di Gleijeses, quella di passare da Büchner al testo di Spregelburd e pregevole e denota ottime capacità attoriali. E non è da solo sulla scena, accanto a lui Alessandro Olla, che con le sue musiche e le sue cadenze sonore scandisce il ritmo e forma un perfetto contraltare alla figura del professore immemore.
Uno spettacolo multimediale e multi-stratificato come l'era in cui viviamo, che sfrutta gran parte delle tecnologie odierne per ricreare quel groviglio virtuale cui tutti potremmo essere vittime, consapevoli o meno. Persi nella ricerca della nostra identità.
gb
TEATRO ASTRA
SPAM
di Rafael Spregelburd
regia Rafael Spregelburd / interprete Lorenzo Gleijeses
musiche originali eseguite dal vivo e video project Alessandro Olla
spazio scenico Roberto Crea / light designer Gigi Ascione / movimenti coreografici Marco Mazzoni / aiuto regia Manolo Muoio / assistente alla regia Laura Amalfi / traduzione italiana Manuela Cherubini / area tecnica Rosario D'Alise / collaborazione alla creazione musicale Zypce
realizzazione scene e oggetti Michele Gigi / motion grafics Elisa Marras (Multiforme) / illustrazioni Valentina Olla , apparizioni in video Maria Alberta Navello, Laura Amalfi, Pino Frencio, Patrizia Frencio, Manolo Muoio, voci documentari Eblaiti Laura Amalfi, Manolo Muoio , fotografia Caravaggio cinese Nicolás Levin ufficio stampa Paola Rotunno organizzazione Luca Marengo
www.fondazionetpe.it
SPAM
di Rafael Spregelburd
regia Rafael Spregelburd / interprete Lorenzo Gleijeses
musiche originali eseguite dal vivo e video project Alessandro Olla
spazio scenico Roberto Crea / light designer Gigi Ascione / movimenti coreografici Marco Mazzoni / aiuto regia Manolo Muoio / assistente alla regia Laura Amalfi / traduzione italiana Manuela Cherubini / area tecnica Rosario D'Alise / collaborazione alla creazione musicale Zypce
realizzazione scene e oggetti Michele Gigi / motion grafics Elisa Marras (Multiforme) / illustrazioni Valentina Olla , apparizioni in video Maria Alberta Navello, Laura Amalfi, Pino Frencio, Patrizia Frencio, Manolo Muoio, voci documentari Eblaiti Laura Amalfi, Manolo Muoio , fotografia Caravaggio cinese Nicolás Levin ufficio stampa Paola Rotunno organizzazione Luca Marengo
www.fondazionetpe.it