Le sorelle di Cechov
al TDC la versione Gesualdi/Trono
Sorprende sempre andare a teatro tranquilli e uscirne inquieti. Sentire che le parole dette dai personaggi potrebbero descrivere la tua vita; ammettere che potevi essere benissimo tu quel o quell'altro protagonista. Questo è quanto accade una volta dentro il Teatro della Contraddizione per presenziare allo studio sulle Tre sorelle di Cechov – 3 to 1 - presentato dal duo registico Gesualdi/Trono. Al TdC dal 12 al 15 e dal 19 al 22 aprile.
Il dramma, opera di un'attenta e sensibile Loretta Mesiti, si riduce e si mischia con i desideri che le odierne televisione e campagne pubblicitarie preconfezionano per vendere desideri e aspirazioni, stili di vita. Cosi le tre sorelle finiscono per sognare la “dolce vita”, per amplificare una vita metropolitana color argento ed edulcorata, per arrivare a credere che fuori dalla “realtà” del tubo catodico non valga la pena di vivere o peggio pensare che quella sia la vita reale fatta di emozioni amplificate. Nessuna che però abbia la voglia di prendere la propria croce in spalla e far in modo che i sogni si realizzano. La paura del fallimento le immobilizza cosi come uscire dalle loro gabbie fatte di abitudine potrebbe rappresentare la perdita del loro precarissimo equilibrio. Tre esistenze che si alimentano di luoghi comuni, di disciplina e “del saper vivere”, ovviamente appreso da un libro mai dall'esperienza diretta. E le brevi fasi, le domande caute e le risposte sincere rappresentano pugni dritti allo stomaco, non si può evitare di contorcerci e dimenare la testa, tanto il disagio esposto è il disagio che il pubblico vive ogni giorno.
E la regia mira appunto a far convergere il linguaggio verbale con il non verbale, a volte più potente delle frasi stesse. Le tre, bravissime e attente, attrici – Alessia Mete, Ilaria Montalto e Adriana Dell'Arte - sono lì sul palco, fra parole e musica, a vedersi vivere aspettando il tempo che scorra, vittime del ruolo che loro stesse si sono scelte: la sensuale donna di mondo, l'intelligente dal mondo interiore immenso, la bruttina sempre ottimista che ogni giorno si sente irradiata di luce. E il modo in cui queste si muovono o guardano o semplicemente ammettono fra le righe la loro infelicità è il prodotto di una sinergia riuscitissima fra suono, parole e luci opera dei geniali Gesualdi/Trono.
Quindi perchè vedere uno studio su Cechov ? Perchè tali autori prima di tutto hanno sperimentato su sé stessi il disagio e il non senso del vivere contemporaneo; l'afasia e l'inazione che domina l'uomo attuale dall'indomani della rivoluzione industriale vittima di una economia inumana e di politiche sociali volte alla robotizzazione dell'uomo stesso. Ecco 3 to 1 rappresenta una bomba all'interno del patrimonio culturale, una mina che più che anti uomo vuole scuotere quest'ultimo palesandogli lo squallore interno ed esterno in cui si è abituato a vivere.
Un ultimo appunto.
Questo testo, nonostante faccia parte della nostra letteratura contemporanea, resta sempre ai margini all'interno dei palinsesti teatrali. Certo è difficile, non è assolutamente una pièce da intrattenimento e forse necessita di un pubblico pronto e preparato, però la verità è che se di teatro contemporaneo o attuale si vuole parlare, questo non può prescindere da certi autori, come in questo caso Cechov e Beckett – e la lista potrebbe continuare. Ma bisogna pur vivere e, purtroppo, di un'arte il teatro diventa troppo spesso un mestiere, un mercato. Per fortuna che esistono sprazzi di luce come il Teatro della contraddizione.
Il dramma, opera di un'attenta e sensibile Loretta Mesiti, si riduce e si mischia con i desideri che le odierne televisione e campagne pubblicitarie preconfezionano per vendere desideri e aspirazioni, stili di vita. Cosi le tre sorelle finiscono per sognare la “dolce vita”, per amplificare una vita metropolitana color argento ed edulcorata, per arrivare a credere che fuori dalla “realtà” del tubo catodico non valga la pena di vivere o peggio pensare che quella sia la vita reale fatta di emozioni amplificate. Nessuna che però abbia la voglia di prendere la propria croce in spalla e far in modo che i sogni si realizzano. La paura del fallimento le immobilizza cosi come uscire dalle loro gabbie fatte di abitudine potrebbe rappresentare la perdita del loro precarissimo equilibrio. Tre esistenze che si alimentano di luoghi comuni, di disciplina e “del saper vivere”, ovviamente appreso da un libro mai dall'esperienza diretta. E le brevi fasi, le domande caute e le risposte sincere rappresentano pugni dritti allo stomaco, non si può evitare di contorcerci e dimenare la testa, tanto il disagio esposto è il disagio che il pubblico vive ogni giorno.
E la regia mira appunto a far convergere il linguaggio verbale con il non verbale, a volte più potente delle frasi stesse. Le tre, bravissime e attente, attrici – Alessia Mete, Ilaria Montalto e Adriana Dell'Arte - sono lì sul palco, fra parole e musica, a vedersi vivere aspettando il tempo che scorra, vittime del ruolo che loro stesse si sono scelte: la sensuale donna di mondo, l'intelligente dal mondo interiore immenso, la bruttina sempre ottimista che ogni giorno si sente irradiata di luce. E il modo in cui queste si muovono o guardano o semplicemente ammettono fra le righe la loro infelicità è il prodotto di una sinergia riuscitissima fra suono, parole e luci opera dei geniali Gesualdi/Trono.
Quindi perchè vedere uno studio su Cechov ? Perchè tali autori prima di tutto hanno sperimentato su sé stessi il disagio e il non senso del vivere contemporaneo; l'afasia e l'inazione che domina l'uomo attuale dall'indomani della rivoluzione industriale vittima di una economia inumana e di politiche sociali volte alla robotizzazione dell'uomo stesso. Ecco 3 to 1 rappresenta una bomba all'interno del patrimonio culturale, una mina che più che anti uomo vuole scuotere quest'ultimo palesandogli lo squallore interno ed esterno in cui si è abituato a vivere.
Un ultimo appunto.
Questo testo, nonostante faccia parte della nostra letteratura contemporanea, resta sempre ai margini all'interno dei palinsesti teatrali. Certo è difficile, non è assolutamente una pièce da intrattenimento e forse necessita di un pubblico pronto e preparato, però la verità è che se di teatro contemporaneo o attuale si vuole parlare, questo non può prescindere da certi autori, come in questo caso Cechov e Beckett – e la lista potrebbe continuare. Ma bisogna pur vivere e, purtroppo, di un'arte il teatro diventa troppo spesso un mestiere, un mercato. Per fortuna che esistono sprazzi di luce come il Teatro della contraddizione.
gb
Teatro della contraddizione
3 to 1
il coraggio, l'abitudine, l'invisibile
regia: Gesualdi/Trono
con: Alessia Mete, Ilaria Montalto, Adriana Dell'Arte
itinerari drammaturgici: Loretta Mesiti
www.teatringestazione.com
3 to 1
il coraggio, l'abitudine, l'invisibile
regia: Gesualdi/Trono
con: Alessia Mete, Ilaria Montalto, Adriana Dell'Arte
itinerari drammaturgici: Loretta Mesiti
www.teatringestazione.com