Casa del Teatro Ragazzi
il mondo in 80 giorni
A La Casa del Teatro Ragazzi un'altra produzione TRG.
Dopo il duo Buonarota/Pisci è Luigina Dagostino a raccontarci un'altra favola. Con Il giro del mondo in 80 giorni il globo non fu mai così piccolo.
Formatasi come attrice nel 1971/72 presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino, Luigina Dagostino ha da sempre dedicato la sua vita professionale al teatro per le nuove generazioni. Una missione che dagli anni Settanta fino ad oggi ha occupato la sua carriera. Prima, nel 1976 come socia fondatrice della Cooperativa Teatro dell'Angolo di Torino in veste di animatrice e drammaturga e attrice, dopo,dal 1997 con la collaborazione con il Teatro Sociale di Alba all'organizzazione artistica del Festival di Teatro Studentesco, fino alla collaborazione, che dura ormai da circa 20, con la Città di Torino e altri Comuni della Regione, come animatrice di laboratori per diverse fasce d'età dalla scuola dell'infanzia alla scuola superiore. A questi si lega, l'impegno, come socio fondatore della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani in qualità di attrice e occupandosi di formazione all'interno della Scuola de La Casa del Teatro.
Romanzo avventuroso pubblicato nel 1873, Il giro del mondo in 80 giorni è uno spettacolo dinamico, ricco di suggestioni gestuali e musicali, in perfetto global-style. Come espediente narrativo Jule Verne pone al centro dell'intreccio una scommessa. "Stupida e folle", come la giudicano i membri del Reform Club: gettare al vento ventimila sterline al semplice scopo di provare che la terra non è più vasta come "un tempo". Utilizzando ogni mezzo di trasporto, antico e moderno, il londinese Phileas Fogg ed il suo cameriere francese Passepartout simboleggiano il desiderio, da parte dell'uomo contemporaneo, di dominare il mondo, e Verne si presentava dunque, a fine Ottocento, come il cantore della civiltà industriale.
Ma accanto a questo, che si inserisce filologicamente nel periodo storico in cui viene scritto, lo spettacolo è un percorso teatrale sul tema della conoscenza, sul gusto per le avventure e il tema del viaggio. Racconto attualissimo, Il giro del mondo in 80 giorni trasmette ai giovani la grandezza del mondo e il valore del viaggio come strumento attraverso il quale "smontare" pre-giudizi, familiarizzando con i differenti popoli, verso un'educazione interculturale.
Certo, in una scrittura per bambini e ragazzi, la regista, nel rispetto della trama originaria, sceglie i momenti più significativi e mette in scena tre giovani attori che giocano, secondo i paramenti della finzione nella finzione, a interpretare più personaggi e situazioni in un vortice di pura ironia. Partecipativo il momento in cui, i personaggi sono al circo e vengono chiamati dal pubblico sei piccolissimi spettatori. Invidiabili, senza paura e pronti a mettersi in gioco e nei quali si evince una capacità inconscia di imitare gli animali: come farebbe un adulto un serpente che sibila e striscia? forse si sarebbe gettato a terra a strisciare, e invece la bambina, con un linguaggio del corpo spontaneo unisce le mani e le muove a mo' di serpente! E la bambina ancora più piccola alla quale viene chiesto di fare la giraffa e dunque di elevarsi in altezza? Esita inizialmente e poi, tenerissimamente, si alza sulle punte per poi stirare le braccia più che può.. la sana, senza filtri, spontaneità bimba! e poi tutti a ballare scatenandosi.
L'importante è, dunque, il viaggio, la conoscenza empatica che sulla scena si fa ritmo vorticoso, sorprendente ed incalzante nei cambi repentini di costumi e nell'uso "bimbo" delle lingue. Un teatro d'attore che usa pochissimi elementi scenici - un trabattello, delle valigie, alcune stoffe e poco altro - per l'evocazione, funzionale e vitale, della fantasia, alimentata da suggestivi giochi di luce e sonorità globali che permettono di calarsi nelle atmosfere del viaggio.
E alla fine dello spettacolo, fra risate bimbe e partecipazione animata resta l'eco dell'ultima importantissima frase: "l'amore e l'amicizia... vale la pena di attraversare tutto il mondo per trovare qualcosa di tanto prezioso!". Questo cambierà realmente la vita di Fogg, l'amore trovato nella donna indiana e l'amicizia preziosa di Passepartout. E se Fogg vince la scommessa, anche la regista insieme ai bravissimi attori, una volta accese le luci e colto lo stupore, questa volta maggiore negli occhi degli adulti, vincerà la sua!
Dopo il duo Buonarota/Pisci è Luigina Dagostino a raccontarci un'altra favola. Con Il giro del mondo in 80 giorni il globo non fu mai così piccolo.
Formatasi come attrice nel 1971/72 presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino, Luigina Dagostino ha da sempre dedicato la sua vita professionale al teatro per le nuove generazioni. Una missione che dagli anni Settanta fino ad oggi ha occupato la sua carriera. Prima, nel 1976 come socia fondatrice della Cooperativa Teatro dell'Angolo di Torino in veste di animatrice e drammaturga e attrice, dopo,dal 1997 con la collaborazione con il Teatro Sociale di Alba all'organizzazione artistica del Festival di Teatro Studentesco, fino alla collaborazione, che dura ormai da circa 20, con la Città di Torino e altri Comuni della Regione, come animatrice di laboratori per diverse fasce d'età dalla scuola dell'infanzia alla scuola superiore. A questi si lega, l'impegno, come socio fondatore della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani in qualità di attrice e occupandosi di formazione all'interno della Scuola de La Casa del Teatro.
Romanzo avventuroso pubblicato nel 1873, Il giro del mondo in 80 giorni è uno spettacolo dinamico, ricco di suggestioni gestuali e musicali, in perfetto global-style. Come espediente narrativo Jule Verne pone al centro dell'intreccio una scommessa. "Stupida e folle", come la giudicano i membri del Reform Club: gettare al vento ventimila sterline al semplice scopo di provare che la terra non è più vasta come "un tempo". Utilizzando ogni mezzo di trasporto, antico e moderno, il londinese Phileas Fogg ed il suo cameriere francese Passepartout simboleggiano il desiderio, da parte dell'uomo contemporaneo, di dominare il mondo, e Verne si presentava dunque, a fine Ottocento, come il cantore della civiltà industriale.
Ma accanto a questo, che si inserisce filologicamente nel periodo storico in cui viene scritto, lo spettacolo è un percorso teatrale sul tema della conoscenza, sul gusto per le avventure e il tema del viaggio. Racconto attualissimo, Il giro del mondo in 80 giorni trasmette ai giovani la grandezza del mondo e il valore del viaggio come strumento attraverso il quale "smontare" pre-giudizi, familiarizzando con i differenti popoli, verso un'educazione interculturale.
Certo, in una scrittura per bambini e ragazzi, la regista, nel rispetto della trama originaria, sceglie i momenti più significativi e mette in scena tre giovani attori che giocano, secondo i paramenti della finzione nella finzione, a interpretare più personaggi e situazioni in un vortice di pura ironia. Partecipativo il momento in cui, i personaggi sono al circo e vengono chiamati dal pubblico sei piccolissimi spettatori. Invidiabili, senza paura e pronti a mettersi in gioco e nei quali si evince una capacità inconscia di imitare gli animali: come farebbe un adulto un serpente che sibila e striscia? forse si sarebbe gettato a terra a strisciare, e invece la bambina, con un linguaggio del corpo spontaneo unisce le mani e le muove a mo' di serpente! E la bambina ancora più piccola alla quale viene chiesto di fare la giraffa e dunque di elevarsi in altezza? Esita inizialmente e poi, tenerissimamente, si alza sulle punte per poi stirare le braccia più che può.. la sana, senza filtri, spontaneità bimba! e poi tutti a ballare scatenandosi.
L'importante è, dunque, il viaggio, la conoscenza empatica che sulla scena si fa ritmo vorticoso, sorprendente ed incalzante nei cambi repentini di costumi e nell'uso "bimbo" delle lingue. Un teatro d'attore che usa pochissimi elementi scenici - un trabattello, delle valigie, alcune stoffe e poco altro - per l'evocazione, funzionale e vitale, della fantasia, alimentata da suggestivi giochi di luce e sonorità globali che permettono di calarsi nelle atmosfere del viaggio.
E alla fine dello spettacolo, fra risate bimbe e partecipazione animata resta l'eco dell'ultima importantissima frase: "l'amore e l'amicizia... vale la pena di attraversare tutto il mondo per trovare qualcosa di tanto prezioso!". Questo cambierà realmente la vita di Fogg, l'amore trovato nella donna indiana e l'amicizia preziosa di Passepartout. E se Fogg vince la scommessa, anche la regista insieme ai bravissimi attori, una volta accese le luci e colto lo stupore, questa volta maggiore negli occhi degli adulti, vincerà la sua!
gb
CASA DEL TEATRO RAGAZZI E GIOVANI
IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI
Fondazione TRG onlus
Liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Jules Verne
Regia e drammaturgia Luigina Dagostino
Con Claudio Dughera, Daniel Lascar, Claudia Martore
Ideazione costumi Giorgia Dea Duranti
Scenografia Claudia Martore
Creazione luci Agostino Nardella
Tecnico di scena Mattia Monti
Spettacolo realizzato in collaborazione con la Fondazione Bottari Lattes
Giocateatro Torino 2014 – Menzione della Giuria
www.casateatroragazzi.it
IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI
Fondazione TRG onlus
Liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Jules Verne
Regia e drammaturgia Luigina Dagostino
Con Claudio Dughera, Daniel Lascar, Claudia Martore
Ideazione costumi Giorgia Dea Duranti
Scenografia Claudia Martore
Creazione luci Agostino Nardella
Tecnico di scena Mattia Monti
Spettacolo realizzato in collaborazione con la Fondazione Bottari Lattes
Giocateatro Torino 2014 – Menzione della Giuria
www.casateatroragazzi.it