Riflessioni sul controllo
compagnia delle furie
La Compagnia Delle Furie rilegge il Caligari individuando in quello del nuovo millennio un’identità frammentata e solitaria. Forse non è un caso che la messa in scena sia stata proposta proprio questo mese presentandosi come continuazione di due eventi: nel dicembre 1989 e nel dicembre del 1919.
Quest'ultima è la data della prima apparizione, nel cinema muto, de Das Cabinet Des Dr. Caligari, diretto da Robert Wiene, apoteosi del cinema espressionista. La prima si riferisce, invece, alla rappresentazione di Stephen Sayadyan, regista underground americano, che opera una sorta di acidissimo continuum dell'opera di Wiene. Fino ad arrivare ai giorni nostri e in cui l'opera si trasforma in una riflessione sul controllo con una duplice valenza e in cui sono chiari i rimandi a 1984 di G. Orwell.
Una ricerca importante promossa per circa un anno e mezzo e che vede arrivare le proprie fonti fino al lontano 1486, anno di pubblicazione del Malleus Maleficarum per la caccia alle streghe e che incontra pareri contrari sulla vera o presunta esistenza di Caligari. In questa nuova rappresentazione non ha importanza, ciò che conta è la dipendenza che, conscia e meno conscia l'evo contemporaneo propone in tutte le sua sfumature: sesso, figli, potere, droghe, burocrazia, successo.
Nella scenografia scarna, composta solo da pochi oggetti di scena quali una renna blu e una maschera di porco, si muovono i cinque personaggi - Mattia Colombo, Valeria Costantin, Dario DeFalco, Ilaria Tanini, Fabio Paroni - le cui fila, come delle marionette, sono mosse da una voce fuori campo: forza organizzatrice e ricercatrice del senso. I cinque personaggi raccontano cinque storie, narrano di vita e di morte, di ossessioni e di paure e dell'impotenza di prendere da soli la strada per il cambiamento. E quando non si ha il 'controllo' di sè e su se stessi è chiaro che questo controllo facilmente può essere gestito e usato da chi ha la forza, la stessa che manca ai nostri personaggi.
Tutti gravitano attorno l'orbita del dottor Caligari che si presenta come il più normale, il più desideroso di affetto, il più inerme uomo, ma dal potere smisurato. Non si raccontano le sue ossessioni, si intravedono solo nella pacata e diabolica interpretazione che l'attore ne fa e nelle denunce che gli altri protagonisti ne fanno.
Come in un groviglio gaddiano le storie si intrecciano tanto da spaesare fin quando alla fine, quelli che per tutto lo spettacolo sembrano essere le vittime si trasformanno in carnefici.
Ecco la riattualizzazione di quest'opera: se nella prima edizione del '19, la storia vedeva l'individuazione del colpevole nel dottor Caligari soddisfacendo cosi la stesura del testo e l'appagazione del pubblico, in questa nuova versione non si ha la percezione chiara di chi sia il colpevole. Chi ha la colpa, noi che non abbiamo la forza di controllarci e gestirci o chi ci controlla e ci gestisce? Lo spettacolo ha fine con questo interrogativo.
Quest'ultima è la data della prima apparizione, nel cinema muto, de Das Cabinet Des Dr. Caligari, diretto da Robert Wiene, apoteosi del cinema espressionista. La prima si riferisce, invece, alla rappresentazione di Stephen Sayadyan, regista underground americano, che opera una sorta di acidissimo continuum dell'opera di Wiene. Fino ad arrivare ai giorni nostri e in cui l'opera si trasforma in una riflessione sul controllo con una duplice valenza e in cui sono chiari i rimandi a 1984 di G. Orwell.
Una ricerca importante promossa per circa un anno e mezzo e che vede arrivare le proprie fonti fino al lontano 1486, anno di pubblicazione del Malleus Maleficarum per la caccia alle streghe e che incontra pareri contrari sulla vera o presunta esistenza di Caligari. In questa nuova rappresentazione non ha importanza, ciò che conta è la dipendenza che, conscia e meno conscia l'evo contemporaneo propone in tutte le sua sfumature: sesso, figli, potere, droghe, burocrazia, successo.
Nella scenografia scarna, composta solo da pochi oggetti di scena quali una renna blu e una maschera di porco, si muovono i cinque personaggi - Mattia Colombo, Valeria Costantin, Dario DeFalco, Ilaria Tanini, Fabio Paroni - le cui fila, come delle marionette, sono mosse da una voce fuori campo: forza organizzatrice e ricercatrice del senso. I cinque personaggi raccontano cinque storie, narrano di vita e di morte, di ossessioni e di paure e dell'impotenza di prendere da soli la strada per il cambiamento. E quando non si ha il 'controllo' di sè e su se stessi è chiaro che questo controllo facilmente può essere gestito e usato da chi ha la forza, la stessa che manca ai nostri personaggi.
Tutti gravitano attorno l'orbita del dottor Caligari che si presenta come il più normale, il più desideroso di affetto, il più inerme uomo, ma dal potere smisurato. Non si raccontano le sue ossessioni, si intravedono solo nella pacata e diabolica interpretazione che l'attore ne fa e nelle denunce che gli altri protagonisti ne fanno.
Come in un groviglio gaddiano le storie si intrecciano tanto da spaesare fin quando alla fine, quelli che per tutto lo spettacolo sembrano essere le vittime si trasformanno in carnefici.
Ecco la riattualizzazione di quest'opera: se nella prima edizione del '19, la storia vedeva l'individuazione del colpevole nel dottor Caligari soddisfacendo cosi la stesura del testo e l'appagazione del pubblico, in questa nuova versione non si ha la percezione chiara di chi sia il colpevole. Chi ha la colpa, noi che non abbiamo la forza di controllarci e gestirci o chi ci controlla e ci gestisce? Lo spettacolo ha fine con questo interrogativo.
GB
PIM SPAZIOSCENICO
Dr. Caligari
un percorso intorno al tema del controllo
Un progetto di Compagnia Delle Furie
con il patrocinio di Comune di Milano - Settore Cultura in collaborazione con AVTURNÉ, La Corte Ospitale, FLORILEGIO arsfactory
Ideazione e Regia: Fulvio Vanacore
Drammaturgia: Elena Accenti
Ricerca ed Archivio: Alessandro Q Ferrari, Arianna Bianchi
Musiche Originali: Pietro Beltrami, Pietro Traldi Sound Design: Giacomo Marettelli Priorelli, Fulvio
Organizzazione: Av Turné
Interpreti: Mattia Colombo, Valeria Costantin, Dario DeFalco, Ilaria Tanini, Fabio Paroni.
www.lacompagniadellefurie.blogspot.com
Dr. Caligari
un percorso intorno al tema del controllo
Un progetto di Compagnia Delle Furie
con il patrocinio di Comune di Milano - Settore Cultura in collaborazione con AVTURNÉ, La Corte Ospitale, FLORILEGIO arsfactory
Ideazione e Regia: Fulvio Vanacore
Drammaturgia: Elena Accenti
Ricerca ed Archivio: Alessandro Q Ferrari, Arianna Bianchi
Musiche Originali: Pietro Beltrami, Pietro Traldi Sound Design: Giacomo Marettelli Priorelli, Fulvio
Organizzazione: Av Turné
Interpreti: Mattia Colombo, Valeria Costantin, Dario DeFalco, Ilaria Tanini, Fabio Paroni.
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