L'UOVO si è rotto: scopriamone le sorprese!
"Ok, per prima cosa quello che vorrei è che tu chiuda gli occhi e che ti lasci andare iniziando dal numero 10 […] comprendi che ogni volta che avrai bisogno di fiducia in te stesso tutto quello che dovrai fare è fare il segno OK con la mano destra e dire o pensare la parola potere. Immediatamente questo ti riporterà a quel tempo della tua vita in cui ti sentivi sicuro di te". Linda Fregni Nagler
Salite le scale che conducono al primo primo piano del Teatro dell'Arte si ode una voce pacatissima (tratta dalle miriadi di 'lezioni di ipnosi' su youtube) accompagnare lo scorrere del video i cui protagonisti sono i bambini di quarta elementare del Convitto Nazionale Pietro Longone di Milano. Con Conscious/Unconscious l'artista, Linda Fregni Nagler, pone subito l'importanza o la difficoltà degli opposti, creando una dicotomia tra due sfere: quella infantile, incosciente e spensierata, e quella dell'adulto, in cui lo stato di incoscienza si raggiunge solo nei sogni. Ed è proprio il sogno al centro dell'opera, ispirata al delicato rapporto col vero in fotografia e analizzando lo sguardo del fotografo come uno sguardo fantastico, capace di studiarne gli aspetti più surreali. I bambini diventano così attori e con loro, anche gli autori, partecipando alle riprese direttamente per comunicargli la libertà di utilizzo del mezzo fotografico. Ed infatti quella proposta non è la visione di un'infanzia leggera bensì riflessiva e profonda, dimora ideale del 'fanciullino' in cui fare il gesto ok e pronunciare la parola POTERE, che qui più che mai ricorda la volontà di potenza nietzschiana, serve ad acquistare fiducia in se stessi, per tornare in quella oasi in cui tutto appare curioso e possibile, in cui ancora l'ideale non si è trasformato in disillusione. Allo straniamento che il video comporta concorrono anche gli inserti di "found footage", riprese amatoriali delle nevicate più belle degli ultimi anni utili a suggerire un salto nella memoria, un ricordo ovattato e lontano. Sogniamo... "...ognuno di noi è soltanto uno fra un milione, facile da rimpiazzare e facile da dimenticare in una città che non ha bisogno di noi...ma non preoccupatevi...noi cambieremo tutto questo..abbiamo un piano..questa città avrà bisogno di noi e questo film ne sarà la dimostrazione..." Job Squad Sono le ventuno passate, il pubblico aspetta curioso. Nell'indecisione di quale sia l'entrata giusta, ci si sposta da sinistra a destra, fin quando gli organizzatori invitano ad uscire fuori dal teatro. Vengono consegnate al pubblico fiaccole e stelle filanti colorate, dinanzi al teatro compare uno striscione con scritto "The End" mentre un'animatrice di folle scalda il pubblico. Ed ecco comparire i performer, urlanti, in mutande e con in mano le loro telecamere. Solo alla fine il pubblico scoprirà di essere stato parte integrante della performance. Intanto ci si accomoda in teatro: quattro schermi sulla parete del palco, uno per ogni artista. Loro sono i Job Squad, tre maschietti e una femminuccia con un'unica missione: regalare un eroe a Milano. Dopo aver dichiarato "Guerra all'Anonimità" si incamminano nella notte, dismostrando che la città ha davvero bisogno di loro. Con il vincolo di un tempo limite (la lunghezza della cassetta della videocamera) i quattro portano a termine la missione. Super Night Shot è un viaggio notturno per le strade di una città, ricco di colpi di scena, capace di coinvolgere il pubblico trasformandolo in co-protagonista del film. La performance crea un film che riflette sulla nostra relazione con l'ambiente urbano, magico e banale allo stesso tempo. Il video non è montato e mostra le riprese di quattro filmaker a zonzo nel centro di Milano, diventato per loro un set cinematografico, in cui le cicche di sigarette sui marciapiedi sono oggetti di scena e chiunque è una potenziale comparsa, amico, amante, liberatore. Dalla ragazza che si appasiona alle telecamere, alla gente diffidente, al vecchietto curioso, gli artisti capiranno presto che pur avendone bisogno Milano non cerca l'eroe Simon, uno dei performer. La diffidenza è cosi forte da non credere in un nuovo messia? Nonostante i rifiuti e gli sguardi imbarazzati, gli artisti non demordono e cambiano la loro missione: il coniglio deve essere baciato, l'amore ci può salvare!! Alla fine sul palco anche il fortunato baciatore. E il pubblico scoprirà di essere parte integrante del video nel suo concludersi: così quello che sembrava essere l'inizio della performance, in realtà ne era l'epilogo. Applausi. |
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