Un bel dito medio
Loredreamsong di Latifa Laabissi
All'interno del palinsesto internazionale proposto dal Danae Fastival, la performance dell'artista francese Latifa Laabissi, in scena e in prima nazionale domenica 1 aprile al Teatro Out Off, sembra sicuramente la più socialmente coinvolta. Un sano politically s-correct che porta come stendardo un altrettanto salutare dito medio, un sano vaf.. così, per ricordare che quanno ce vo' ce vo'!
Seguendo una linea ascensionale, la performance Loredreamsong, ha un esordio lento: donne coperte alla araba rappresentano allo stesso tempo fantasmi che vagano e invadono lo spazio scenico. Sophiatou Kossoko è la compagna di viaggio della geniale Latifa Laabissi, un itinerario all'interno del loro essere donne oggi, fra nazionalità e globalizzazione, fra pregiudizi e consuetudini ormai più forti di qualsiasi legge.
Da qui una serie di gag e sketch che risultano il frullato della demagogia che investe il mondo arabo, nero, europeo. Modi di vedersi e di vedere che alla resa dei conti sembrano frasi dette ad uno specchio: la regia è funzionale affinché sia evidente come le credenze e le pre-convinzioni si assomiglino aldilà della minoranza di appartenenza - emblematico nel momento tragicomico in cui l'una legge luoghi comuni sulle donne arabe e l'altra le si sovrappone con i preconcetti delle donne nere. Pregiudizi chiaramente manipolati. Guerre di potere celati da ideali color oro, genocidi, violazioni dei diritti umani, sul palco si risolvono con quella semplicità di gioco che caratterizza il teatro, e certo cinema, francese. Sembrano delle bambine giocare a fare la guerra per poi trasformarsi in adolescenti incazzzate portando lo spettacolo al momento più alto:
Ci avete tolto tutto con la vostra ipocrisia. Ci avete tolto le cose più belle e le avete ricoperte di merda..
In un mix riuscitissimo di parole, luci e suoni, l'artista, come coscienza universale, inveisce contro tutti i colpevoli e a tutti loro regala un sonoro Vaff.. A tutti, l'artista consiglia di piegarsi, allargare il loro foro anale e una volta provato dolore, continuare la dilatazione, fino a dieci volte in modo da potersi avvicinare al dolore che loro stessi riversano nel mondo!
Tematiche care alla nostra artista - che da tempo esplora, le tinte opache delle condizioni di minoranza -nomadismo, differenze sociali, razzismo - sperimentate e portate in scena con una leggerezza bimba, irriverente. Ricordando così, che il teatro non è solo il luogo della bellezza ma anche della rivolta, del risveglio delle coscienze. La scatola nera dove potersi vedere altrettanto neri.
Seguendo una linea ascensionale, la performance Loredreamsong, ha un esordio lento: donne coperte alla araba rappresentano allo stesso tempo fantasmi che vagano e invadono lo spazio scenico. Sophiatou Kossoko è la compagna di viaggio della geniale Latifa Laabissi, un itinerario all'interno del loro essere donne oggi, fra nazionalità e globalizzazione, fra pregiudizi e consuetudini ormai più forti di qualsiasi legge.
Da qui una serie di gag e sketch che risultano il frullato della demagogia che investe il mondo arabo, nero, europeo. Modi di vedersi e di vedere che alla resa dei conti sembrano frasi dette ad uno specchio: la regia è funzionale affinché sia evidente come le credenze e le pre-convinzioni si assomiglino aldilà della minoranza di appartenenza - emblematico nel momento tragicomico in cui l'una legge luoghi comuni sulle donne arabe e l'altra le si sovrappone con i preconcetti delle donne nere. Pregiudizi chiaramente manipolati. Guerre di potere celati da ideali color oro, genocidi, violazioni dei diritti umani, sul palco si risolvono con quella semplicità di gioco che caratterizza il teatro, e certo cinema, francese. Sembrano delle bambine giocare a fare la guerra per poi trasformarsi in adolescenti incazzzate portando lo spettacolo al momento più alto:
Ci avete tolto tutto con la vostra ipocrisia. Ci avete tolto le cose più belle e le avete ricoperte di merda..
In un mix riuscitissimo di parole, luci e suoni, l'artista, come coscienza universale, inveisce contro tutti i colpevoli e a tutti loro regala un sonoro Vaff.. A tutti, l'artista consiglia di piegarsi, allargare il loro foro anale e una volta provato dolore, continuare la dilatazione, fino a dieci volte in modo da potersi avvicinare al dolore che loro stessi riversano nel mondo!
Tematiche care alla nostra artista - che da tempo esplora, le tinte opache delle condizioni di minoranza -nomadismo, differenze sociali, razzismo - sperimentate e portate in scena con una leggerezza bimba, irriverente. Ricordando così, che il teatro non è solo il luogo della bellezza ma anche della rivolta, del risveglio delle coscienze. La scatola nera dove potersi vedere altrettanto neri.
gb
DANAE FESTIVAL
LATIFA LAABISSI
Loredreamsong
www. figureproject.com
LATIFA LAABISSI
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