NaturArte
Penso alla neve
e insieme alla neve rifletto sul mio essere qui e ora.
Cammino solitario con gli occhi lucenti,
le mani fredde e mi accorgo di sorridere.
Vedo la neve e ritorno bambino,
non perché sia stata parte della mia infanzia,
ma solo perché le riconosco,
inconsciamente,
il potere della memoria e insieme quello del ricordo.
Mi sorprendo a parlare da solo con la voce da bimbo,
mi penso a raccoglierla e tirarla non so a chi.
Forse anche a me stesso
in un gioco solitario perché personale.
Mi riscopro nuovo tramite la purezza del suo bianco.
e nel riscoprirmi il riconoscermi.
Mi guardo. Dentro.
E scopro tutto ciò che all'esterno è celato.
Le mie ombre
che tanto spesso risultano pesanti e ingombranti,
quanto, altre volte, fondamento della libertà e della mia identità.
cosa sono? chi sono?
la neve malinconica che tutto copre e purifica?
o il sole che tutto irradia e scopre?
In quella che dovrebbe essere la mia nuova vita, o il prolungamento di essa,
reinvento me stesso.
Ancora confusamente mi vedo in un futuro non molto lontano.
Respiro la mia nuova aria.
provo sensazioni miste: dall'inadeguatezza, al disagio financo la paura.
Allo stesso tempo una sensazione, presuntuosa,
di essere nel posto giusto nel preciso momento.
Penso ad una professione, che non so bene quale,
che mi stia, tuttavia, bene come un vestito cucito a dosso.
Sento odore di cose eterne che si trasformano di nuovo davanti ai miei occhi.
Sento che la sintesi perfetta sia l'arte.
Credo nel suo potere di sublimare il mio dolore.
L'arte come catarsi?
o l'arte come rifugio da un consapevolezza tragica?
la finzione che imita se stessa.
Tutto risulta un'illusione,
tutto risulta una scelta:
io ho scelto di credere nell'illusione dell'arte.
Vedere la natura e pensare, come i primi uomini,
che sia arte e quindi contemplarla.
vedere me stesso come il frutto di essa, e come riflesso dell'arte.
Vedere il mio Apollo e al contempo il mio Dionisio, attraverso il 'genio creatore' degli artisti.
Specchi in cui rifletto me stesso.
Eterno cerchio: tutto arriva da te e a te tutto ritorna.
(mi girerà la testa con tutto questo girare... uahahahhahahahahah)
e insieme alla neve rifletto sul mio essere qui e ora.
Cammino solitario con gli occhi lucenti,
le mani fredde e mi accorgo di sorridere.
Vedo la neve e ritorno bambino,
non perché sia stata parte della mia infanzia,
ma solo perché le riconosco,
inconsciamente,
il potere della memoria e insieme quello del ricordo.
Mi sorprendo a parlare da solo con la voce da bimbo,
mi penso a raccoglierla e tirarla non so a chi.
Forse anche a me stesso
in un gioco solitario perché personale.
Mi riscopro nuovo tramite la purezza del suo bianco.
e nel riscoprirmi il riconoscermi.
Mi guardo. Dentro.
E scopro tutto ciò che all'esterno è celato.
Le mie ombre
che tanto spesso risultano pesanti e ingombranti,
quanto, altre volte, fondamento della libertà e della mia identità.
cosa sono? chi sono?
la neve malinconica che tutto copre e purifica?
o il sole che tutto irradia e scopre?
In quella che dovrebbe essere la mia nuova vita, o il prolungamento di essa,
reinvento me stesso.
Ancora confusamente mi vedo in un futuro non molto lontano.
Respiro la mia nuova aria.
provo sensazioni miste: dall'inadeguatezza, al disagio financo la paura.
Allo stesso tempo una sensazione, presuntuosa,
di essere nel posto giusto nel preciso momento.
Penso ad una professione, che non so bene quale,
che mi stia, tuttavia, bene come un vestito cucito a dosso.
Sento odore di cose eterne che si trasformano di nuovo davanti ai miei occhi.
Sento che la sintesi perfetta sia l'arte.
Credo nel suo potere di sublimare il mio dolore.
L'arte come catarsi?
o l'arte come rifugio da un consapevolezza tragica?
la finzione che imita se stessa.
Tutto risulta un'illusione,
tutto risulta una scelta:
io ho scelto di credere nell'illusione dell'arte.
Vedere la natura e pensare, come i primi uomini,
che sia arte e quindi contemplarla.
vedere me stesso come il frutto di essa, e come riflesso dell'arte.
Vedere il mio Apollo e al contempo il mio Dionisio, attraverso il 'genio creatore' degli artisti.
Specchi in cui rifletto me stesso.
Eterno cerchio: tutto arriva da te e a te tutto ritorna.
(mi girerà la testa con tutto questo girare... uahahahhahahahahah)