TorinoDanza
bit di maguy Marin
Con una carriera di oltre 40 anni, Maguy Marin rappresenta una delle figure più importanti del mondo della danza contemporanea. Esponente di punta della nouvelle danse francese torna nel capoluogo piemontese, per Torinodanza festival, con una prima nazionale. Al Carignano il 30 settembre, con BIT, folk in chiave tecno, Maguy Marin fa del popolare l'universale.
Fin dall'inizio della propria attività, l'artista ha realizzato opere di rottura dei codici della danza tradizionale, riflettendo un atteggiamento di protesta contro una società vista come ipocrita. Una società nella quale, però, l'arte, e nello specifico la danza, sono portatori di uno svelamento della verità e di un necessario rinnovamento.
Dopo May B, a Torinodanza 2011 Marin ha portato Salves, una pièce visionaria e sorprendente, espressione di un genio coreografico che racconta nei propri lavori un impegno etico profondo, talora urtante, ma necessario per quanto mostra e afferma. Così come nei precedenti spettacoli Turba o Description d'un combat, la coreografa racconta di un presente percepito come un campo di rovine annerite dalle grandi catastrofi del Secolo dell'odio, illuminato, però, da lampi di poesia. Con BIT Marin attesta ancora una volta l'urgenza di affermare la necessità di un cambiamento nel presente, per costruire un futuro in modo consapevole, ribellandosi a scelte politiche che sopraffanno l'uomo e i suoi valori.
Velocità fluida e vari ritardi, durate, slanci, riposo, accenti, intensità, densità, attacchi, sono i protagonisti di un'esperienza sensoriale che unisce, attraverso il ritmo tribale del bit -l'odierno ditiramo-, ciò che fu con ciò che è. Marin con BIT costruisce, con frasi ritmiche composte da una successione di momenti coreografici, una attuale danza rituale, che il mondo dovrebbe ri-scorpire. Un rito di purificazione con aspirazioni politico-sociali. Il punto di partenza è il concetto di ritmo secondo Emile Benveniste. Ritmo è la forma nel momento in cui viene assunta da ciò che si muove, mobile, fluido, forma improvvisata, momentaneo, modificabile.
In questo senso la vita umana può essere vista come una forma in continua evoluzione, una serie di momenti che sono come il battito del cuore di un organismo più ampio e complesso. In cui le parti costituenti la totalità di una particolare vita umana - simbolicamente le peculiarità fisiche di ogni ballerino, o quelle che figurano come catene umane simili agli intrecci del DNA -, riescono a co-esistere tra le altre specifiche vite. Momento per momento, sulla scena, questa ritmicità ossessiva perché ripetitiva come ogni rito, si fa esperienza sia di ciò che è più vicino a noi, e che quindi conosciamo; sia di ciò che ci rimane ignoto, ma che, in realtà, possiamo immaginare e costruire, attraverso il grande potere profetico dell'arte e soprattutto della danza.
Maguy Marin nasce in Francia da genitori fuggiti dal regime franchista. L'esperienza nel Ballet du XX siècle di Maurice Bejart la conduce alla creazione della sua prima coreografia NIEBLAS DE NINO en 1978, che la rivela a livello internazionale. A fine anni Settanta fonda la propria compagnia, il Ballet-Théâtre de l'Arche, e nel 1981 va in scena May B, considerato il suo capolavoro. Tre anni dopo, nel 1984, la Compagnie Maguy Marin vede la luce a Parigi e nel 1998 crea vicino a Lyon un Centro Coreografico Nazionale, polo culturale in cui confluiscono danza, teatro, musica. Nel 2012 ha iniziato una nuova avventura artistica a Toulouse, dove al Théâtre Garonne il 17 settembre scorso è avvenuta la prima rappresentazione di BIT.
Fin dall'inizio della propria attività, l'artista ha realizzato opere di rottura dei codici della danza tradizionale, riflettendo un atteggiamento di protesta contro una società vista come ipocrita. Una società nella quale, però, l'arte, e nello specifico la danza, sono portatori di uno svelamento della verità e di un necessario rinnovamento.
Dopo May B, a Torinodanza 2011 Marin ha portato Salves, una pièce visionaria e sorprendente, espressione di un genio coreografico che racconta nei propri lavori un impegno etico profondo, talora urtante, ma necessario per quanto mostra e afferma. Così come nei precedenti spettacoli Turba o Description d'un combat, la coreografa racconta di un presente percepito come un campo di rovine annerite dalle grandi catastrofi del Secolo dell'odio, illuminato, però, da lampi di poesia. Con BIT Marin attesta ancora una volta l'urgenza di affermare la necessità di un cambiamento nel presente, per costruire un futuro in modo consapevole, ribellandosi a scelte politiche che sopraffanno l'uomo e i suoi valori.
Velocità fluida e vari ritardi, durate, slanci, riposo, accenti, intensità, densità, attacchi, sono i protagonisti di un'esperienza sensoriale che unisce, attraverso il ritmo tribale del bit -l'odierno ditiramo-, ciò che fu con ciò che è. Marin con BIT costruisce, con frasi ritmiche composte da una successione di momenti coreografici, una attuale danza rituale, che il mondo dovrebbe ri-scorpire. Un rito di purificazione con aspirazioni politico-sociali. Il punto di partenza è il concetto di ritmo secondo Emile Benveniste. Ritmo è la forma nel momento in cui viene assunta da ciò che si muove, mobile, fluido, forma improvvisata, momentaneo, modificabile.
In questo senso la vita umana può essere vista come una forma in continua evoluzione, una serie di momenti che sono come il battito del cuore di un organismo più ampio e complesso. In cui le parti costituenti la totalità di una particolare vita umana - simbolicamente le peculiarità fisiche di ogni ballerino, o quelle che figurano come catene umane simili agli intrecci del DNA -, riescono a co-esistere tra le altre specifiche vite. Momento per momento, sulla scena, questa ritmicità ossessiva perché ripetitiva come ogni rito, si fa esperienza sia di ciò che è più vicino a noi, e che quindi conosciamo; sia di ciò che ci rimane ignoto, ma che, in realtà, possiamo immaginare e costruire, attraverso il grande potere profetico dell'arte e soprattutto della danza.
Maguy Marin nasce in Francia da genitori fuggiti dal regime franchista. L'esperienza nel Ballet du XX siècle di Maurice Bejart la conduce alla creazione della sua prima coreografia NIEBLAS DE NINO en 1978, che la rivela a livello internazionale. A fine anni Settanta fonda la propria compagnia, il Ballet-Théâtre de l'Arche, e nel 1981 va in scena May B, considerato il suo capolavoro. Tre anni dopo, nel 1984, la Compagnie Maguy Marin vede la luce a Parigi e nel 1998 crea vicino a Lyon un Centro Coreografico Nazionale, polo culturale in cui confluiscono danza, teatro, musica. Nel 2012 ha iniziato una nuova avventura artistica a Toulouse, dove al Théâtre Garonne il 17 settembre scorso è avvenuta la prima rappresentazione di BIT.
gb
TORINODANZA FESTIVAL
BiT
Compagnie Maguy Marin
www.compagnie-maguy-marin.fr
BiT
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