Salvatore Cavotta
Nasce a Nocera nel sud della nostra penisola, in quella fascia di terra intrisa di storia e tradizioni, di contrasti e colori accesi. Classe 1985 Salvatore Cavotta sviluppa la sua arte fra pittura, fotografia e grafica. Frequenta l'istituto d'arte e già in questi anni mostra un linguaggio proprio tanto che alcune sue opere partecipano a varie mostre collettive.
Si classifica al secondo posto al Gran Premio Nazionale di Pittura, Disegno e Grafiche Multiple nel 2001, continuando la sua carriera laureadosi in Scienze dei Beni Culturali, approfondendo le sue competenze dal punto di vista grafico.
Il suo approccio è un approccio di "pancia", istintivo e naturale. E' un'esigenza. Un modo per conoscersi e scoprire il mondo che lo circonda. Buttarsi dentro di sé, infatti, risulta essere il modo migliore per Salvatore per capire il suo posto in questo mondo. E il suo è il mondo eclettico dei Borboni, fatto ancora di radicate tradizioni e di forti contrasti, sociali, politici, ideologici. Tutto questo "solarismo" misto ai più disparati stimoli, si riflette poi nella resa delle sue opere. Fra quotidiano, storia e innovazione si dispiega quindi l'immaginario di un artista contemporaneo.
Non importa il supporto l'importante è creare, dare forma e colore alla superficie. L'arte come sfida?
Ho dipinto su qualsiasi superfice: tela, carta, muro, vetro, uova di struzzo etc. e con qualsiasi tecnica: olio, carboncino, matite colorate, tempera, tempera acrilica. Da qualche anno per questioni patriche e logistiche e, anche per adeguarsi ai tempi, sto studiando le tecniche digitali come la grafica vettoriale.
Dalla pittura alla grafica: spiegaci il passaggio.
Al dire il vero è stata più che altro un'esigenza. L'olio su tela risulta essere "polverosa" come forma d'arte, mentre la grafica computerizzata, vettoriale, risulta essere più comunicativa ed idonea a rendere in maniera migliore quello che mi passa per la testa.
La tua idea di Africa: la serie delle uova.
Non sono mai stato in Africa. Ma la immagino - nonostante il suo difficile status - molto colorata: per i suoi paesaggi, per le stoffe degli abiti che risaltano sulla pelle scura delle donne africane che percorrono km per andare a prendere l'acqua...
Il tuo è un mondo coloratissimo, quasi cangiante. Quanto incide il tuo contesto, geografico e sociale, nella scelta dei colori?
Tantissimo. Anche se a volte mi sono sentito colorato, altre mi sono sentito in B/N. Il contesto incide al 50 percento, il resto è quello che filtri tu da un contesto più o meno colorato. Questo è quello che conta.
Cosa significa per te ritrarti?
Mostrare il mio "dentro", anche se in effetti rappresento il mio "fuori". Non è mai facile. Lascio una traccia di me sul foglio per segnare l'inizio. Un nuovo inizio.
Cosa non deve mancare in un'opera d'arte?
Per me il carattere della mano che l'ha dato vita.
Una definizione di arte contemporanea..
Per me è legato alla comunicabilità o meno dell'opera e al suo riscontro più o meno positivo in un dato contesto storico che non per forza debba essere il suo.
Non sono mai stato in Africa. Ma la immagino - nonostante il suo difficile status - molto colorata: per i suoi paesaggi, per le stoffe degli abiti che risaltano sulla pelle scura delle donne africane che percorrono km per andare a prendere l'acqua...
Il tuo è un mondo coloratissimo, quasi cangiante. Quanto incide il tuo contesto, geografico e sociale, nella scelta dei colori?
Tantissimo. Anche se a volte mi sono sentito colorato, altre mi sono sentito in B/N. Il contesto incide al 50 percento, il resto è quello che filtri tu da un contesto più o meno colorato. Questo è quello che conta.
Cosa significa per te ritrarti?
Mostrare il mio "dentro", anche se in effetti rappresento il mio "fuori". Non è mai facile. Lascio una traccia di me sul foglio per segnare l'inizio. Un nuovo inizio.
Cosa non deve mancare in un'opera d'arte?
Per me il carattere della mano che l'ha dato vita.
Una definizione di arte contemporanea..
Per me è legato alla comunicabilità o meno dell'opera e al suo riscontro più o meno positivo in un dato contesto storico che non per forza debba essere il suo.