Goditi una festa regale
Teatro a Corte al Castello di Rivoli
Secondo giorno del secondo week-and (13-15)di Teatro a Corte.
Dopo Agliè è la volta del Castello di Rivoli. Sede fortunatissima che è valsa al festival la riorganizzazione di altri due percorsi, vista la mole di visitatori desiderosi di vivere una giornata, ospiti in una delle residenze dei Savoia. Nella giornata di sabato 14, mentre a Torino la grandine imperversava, a Rivoli i cortigiani potevano godere di spettacoli, di artisti internazionali, di danza, nouveau cirque e giocolerìa, il tutto nella meravigliosa cornice architettonico-paesaggistica del polo internazionale per l'arte contemporanea.
Una ricerca non dissimile da quella intrapresa da Sciarrone per il suo spettacolo Folk! presentato al festival Interplay lo scorso maggio, è quella del duo Trefeli/Varga che apre il percorso. Il duo dal fortunato curriculum artistico - che gli è valso la collaborazione con i grandi nomi della danza e vari riconoscimenti - ha in comune l'amore per le danze tradizionali e quei piccoli modi di fare che restano simili in ogni cultura. Ad esempio quando due persone dicono la stessa cosa contemporaneamente, esiste una parola che va detta velocemente, per scacciare la sfortuna. Ciascuna nazione ha una parola propria, gli inglesi dicono "JINX" e gli ungheresi dicono "103". Bene, dall'unione delle due espressioni deriva il titolo di questo duo, Jinx 103, intessuto di movimenti all'unisono e ispirato alle danze tradizionali ungheresi, origine comune a József Trefeli, nato in Australia, e a Gabor Varga, nato in Russia e ha avuto il suo esordio proprio come ballerino folk. I due all'inizio misurano lo spazio e le distanze tra i loro corpi. Successivamente movimenti simultanei creano ritmi usando il proprio corpo come fosse uno strumento a percussione. Piano Piano si liberano da ogni regola e da ogni procedura ed è pura danza e puro ritmo, i movimenti si fanno veloci, le mani battono sui piedi, l'equilibrio diviene precario. Affascinante notare come la costrizione del corpo in movimenti ripetitivi sia estremamente, e paradossalmente, liberatorio.
Nel 2011 a soli 22 anni, vince i campionati europei di magia, nel 2012 quelli mondiali. Fin da piccolo non sa resistere al fascino dell'illusionismo e delle tecniche dei più grandi prestigiatori. La magia è la sua lingua madre, il circo la sua seconda lingua. Yann Frisch, universo particolare in cui magia e circo si fondono indissolubilmente generando un linguaggio nuovo, presenta per Teatro a Corte un progetto con al centro la figura eterna del clown. Realtà che non ha mai smesso di affascinarlo e alla quale da tempo dedica la sua ricerca. "Il clown è un essere solitario, rappresentante di una specie estinta ma che ha qualcosa di importante da dire" sostiene l'artista francese. Nella ricerca del qualcosa da di dire Morceaux de Clown è un work in progress, un primo studio di una nuova creazione che si chiamerà La Syndrome de Cassandre. Gli ingredienti sono quelli che appartengono da sempre al mondo dei clown: euforia nervosa, tragicommedia, senso del grottesco, sarcasmo e molto teatro di figura.
In attesa dell'ultimo spettacolo gli ospiti del castello possono gustare la meravigliosa vista (su una Torino nera) dal belvedere moderno o visitare le sale del Museo internazionale di arte contemporanea. Cosi il teatro si unisce all'arte e insieme fanno onore alla Cultura, che, a ben vedere in certi casi, corrisponde al savoire-vivre tanto caro allo spirito del festival.
Chiude il percorso un piccolo capolavoro che va dritto al cuore del circo, Cuerdo, spettacolo messo a punto dopo anni di esperienza, di Karl Stets. Classe 1974, danese, Stets viene definito "un perfezionista dell'assurdo". Una grande borsa che sembra una fisarmonica, 3 corde, 9 trappole per topi, un pesciolino e un vecchio grammofono gli servono per guidare il pubblico attraverso un viaggio sospeso fra la leggerezza buffa dei clown e la tensione del cinema horror e thriller. Un meccanismo perfetto in cui stupore, mistero, paura e goliardia sono le essenze per la finitura di un affascinante spettacolo di manipolazione d'oggetti, teatro di figura, giocoleria ed equilibrismo.
Dopo Agliè è la volta del Castello di Rivoli. Sede fortunatissima che è valsa al festival la riorganizzazione di altri due percorsi, vista la mole di visitatori desiderosi di vivere una giornata, ospiti in una delle residenze dei Savoia. Nella giornata di sabato 14, mentre a Torino la grandine imperversava, a Rivoli i cortigiani potevano godere di spettacoli, di artisti internazionali, di danza, nouveau cirque e giocolerìa, il tutto nella meravigliosa cornice architettonico-paesaggistica del polo internazionale per l'arte contemporanea.
Una ricerca non dissimile da quella intrapresa da Sciarrone per il suo spettacolo Folk! presentato al festival Interplay lo scorso maggio, è quella del duo Trefeli/Varga che apre il percorso. Il duo dal fortunato curriculum artistico - che gli è valso la collaborazione con i grandi nomi della danza e vari riconoscimenti - ha in comune l'amore per le danze tradizionali e quei piccoli modi di fare che restano simili in ogni cultura. Ad esempio quando due persone dicono la stessa cosa contemporaneamente, esiste una parola che va detta velocemente, per scacciare la sfortuna. Ciascuna nazione ha una parola propria, gli inglesi dicono "JINX" e gli ungheresi dicono "103". Bene, dall'unione delle due espressioni deriva il titolo di questo duo, Jinx 103, intessuto di movimenti all'unisono e ispirato alle danze tradizionali ungheresi, origine comune a József Trefeli, nato in Australia, e a Gabor Varga, nato in Russia e ha avuto il suo esordio proprio come ballerino folk. I due all'inizio misurano lo spazio e le distanze tra i loro corpi. Successivamente movimenti simultanei creano ritmi usando il proprio corpo come fosse uno strumento a percussione. Piano Piano si liberano da ogni regola e da ogni procedura ed è pura danza e puro ritmo, i movimenti si fanno veloci, le mani battono sui piedi, l'equilibrio diviene precario. Affascinante notare come la costrizione del corpo in movimenti ripetitivi sia estremamente, e paradossalmente, liberatorio.
Nel 2011 a soli 22 anni, vince i campionati europei di magia, nel 2012 quelli mondiali. Fin da piccolo non sa resistere al fascino dell'illusionismo e delle tecniche dei più grandi prestigiatori. La magia è la sua lingua madre, il circo la sua seconda lingua. Yann Frisch, universo particolare in cui magia e circo si fondono indissolubilmente generando un linguaggio nuovo, presenta per Teatro a Corte un progetto con al centro la figura eterna del clown. Realtà che non ha mai smesso di affascinarlo e alla quale da tempo dedica la sua ricerca. "Il clown è un essere solitario, rappresentante di una specie estinta ma che ha qualcosa di importante da dire" sostiene l'artista francese. Nella ricerca del qualcosa da di dire Morceaux de Clown è un work in progress, un primo studio di una nuova creazione che si chiamerà La Syndrome de Cassandre. Gli ingredienti sono quelli che appartengono da sempre al mondo dei clown: euforia nervosa, tragicommedia, senso del grottesco, sarcasmo e molto teatro di figura.
In attesa dell'ultimo spettacolo gli ospiti del castello possono gustare la meravigliosa vista (su una Torino nera) dal belvedere moderno o visitare le sale del Museo internazionale di arte contemporanea. Cosi il teatro si unisce all'arte e insieme fanno onore alla Cultura, che, a ben vedere in certi casi, corrisponde al savoire-vivre tanto caro allo spirito del festival.
Chiude il percorso un piccolo capolavoro che va dritto al cuore del circo, Cuerdo, spettacolo messo a punto dopo anni di esperienza, di Karl Stets. Classe 1974, danese, Stets viene definito "un perfezionista dell'assurdo". Una grande borsa che sembra una fisarmonica, 3 corde, 9 trappole per topi, un pesciolino e un vecchio grammofono gli servono per guidare il pubblico attraverso un viaggio sospeso fra la leggerezza buffa dei clown e la tensione del cinema horror e thriller. Un meccanismo perfetto in cui stupore, mistero, paura e goliardia sono le essenze per la finitura di un affascinante spettacolo di manipolazione d'oggetti, teatro di figura, giocoleria ed equilibrismo.
gb
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