Elettra
forza centrifuga
Edizione numero 14 per il seguitissimo Festival di cultura classica. Palinsesto fitto che copre quasi tutto il decimo mese in cui le opere dei padri del teatro vengono reinterpretati, elaborati ed attualizzati per il complesso pubblico contemporaneo. In scena al Teatro Erba dal 2 al 28 ottobre 2012.
Il motore di tutte queste edizioni è la convinzione che il Teatro non possa prescindere da un bagaglio forte di temi e motivi di valenza etica, intellettuale e artistica; per questo riserva uno spazio importante alla cultura classica. Ideato per portare sulla scena i capolavori greci e romani, ovvero le radici alle quali attinge tutt'oggi la nostra cultura teatrale, il Festival diviene così una piattaforma ideale in cui si coinvolgono spettatori, insegnanti e studenti in una fruizione partecipata e consapevole per facilitare un dialogo capace di chiarificarne la materia poetica, la sua interpretazione e la rappresentazione. Grazie anche al contributo scientifico di studiosi ed esperti guidati dal prof. Pierpaolo Fornaro e alla collaborazione di Piero Nuti e Adriana Innocenti, personaggi legati al teatro classico da lunga data offrendo ai massimi livelli ricerca e operatività.
Per l'Elettra o la caduta delle maschere di Marguerite Yourcenar (25-28 ottobre)firmata da Girolamo Angione sia a livello registico che di impianto scenico, si è scelto di partire dalla imponentissima tragedia euripidea per attualizzarla in chiave psicologica. Ognuno dei personaggi ha dentro di sè il proprio inferno come dice la Compagnia. E se ogni personaggio è una città Elettra ne è sicuramente la capitale. In quella che si vuole come una Parigi Belle Epoque l'intreccio si infittisce e diviene lo spunto per narrare le bizzarie di una famiglia "per bene" stile Dirty Sexy Money.
Al centro ovviamente lei, la diva maledetta, ammaliante, erotica. Il personaggio che ispirò Freud per il nome del suo morbo, non poteva essere che una devota dell'Es. L'istinto, la passione rabbiosa, il desiderio di vendetta diventano più forti di qualsiasi verità che non vuole essere accettata. Ed è talmente forte il suo essere magnetica, quasi una dea intoccabile, che come un vortice tutto ri-conduce a sè. Infatti tutti i coprotagonisti scelgono consapevolmente o in preda ad un delirio di sottomissione di restarle accanto nonostante l'alone demoniaco che muove parole e movenze.
Niente ha importanza, nessuno può giudicare una dea, lei è tutto, senza di lei il vuoto. Sono fortissime le sfumature intime dei personaggi che fanno di questo studio un vero e proprio laboratorio in cui studiare le maschere, quelle sociali e soprattutto quelle private, le stesse che ci mettiamo consapevolmente. Il tragico dunque si fa quotidiano e diviene, come nella speculazione freudiana mito dissolutore d'ogni innocenza. L'agire di tutti i personaggi è nel dramma novecentesco della Yourcenar carico di colpa. Il vizio può rivelarsi un'attenuante e confinare quasi con le umane doti della pazienza e della tolleranza; il rigore giustiziero appare invece spietatezza civica e l'innocenza autoinganno.
La messa in scena ovviamente risente dei tempi e dunque dei mezzi comunicativi odierni. Un linguaggio che dal registro alto, scende in quello della commedia per rendere il tutto più leggero. Piccoli cambiamenti dalla storia originale non cambiano la grande portata emotiva ed etica della tragedia che si trasforma in dramma contemporaneo in cui il particolare si erge ad universale. Tutto il pubblico infatti può rivedersi in ogni personaggio, tutto il pubblico è un collage di più personaggi. Gli attori tutti bravi, fra cui spiccano Elettra e il suo infimo e calcolatore confidente/amante; per una tenuta scenica epilettica, nevrotica ma sempre consapevole. E' sempre un teatro di parola quello classico in cui la voce e le sue nouaces sono la chiave di volta per accedere al cuore dell'evento teatrale cosi inteso.
Il motore di tutte queste edizioni è la convinzione che il Teatro non possa prescindere da un bagaglio forte di temi e motivi di valenza etica, intellettuale e artistica; per questo riserva uno spazio importante alla cultura classica. Ideato per portare sulla scena i capolavori greci e romani, ovvero le radici alle quali attinge tutt'oggi la nostra cultura teatrale, il Festival diviene così una piattaforma ideale in cui si coinvolgono spettatori, insegnanti e studenti in una fruizione partecipata e consapevole per facilitare un dialogo capace di chiarificarne la materia poetica, la sua interpretazione e la rappresentazione. Grazie anche al contributo scientifico di studiosi ed esperti guidati dal prof. Pierpaolo Fornaro e alla collaborazione di Piero Nuti e Adriana Innocenti, personaggi legati al teatro classico da lunga data offrendo ai massimi livelli ricerca e operatività.
Per l'Elettra o la caduta delle maschere di Marguerite Yourcenar (25-28 ottobre)firmata da Girolamo Angione sia a livello registico che di impianto scenico, si è scelto di partire dalla imponentissima tragedia euripidea per attualizzarla in chiave psicologica. Ognuno dei personaggi ha dentro di sè il proprio inferno come dice la Compagnia. E se ogni personaggio è una città Elettra ne è sicuramente la capitale. In quella che si vuole come una Parigi Belle Epoque l'intreccio si infittisce e diviene lo spunto per narrare le bizzarie di una famiglia "per bene" stile Dirty Sexy Money.
Al centro ovviamente lei, la diva maledetta, ammaliante, erotica. Il personaggio che ispirò Freud per il nome del suo morbo, non poteva essere che una devota dell'Es. L'istinto, la passione rabbiosa, il desiderio di vendetta diventano più forti di qualsiasi verità che non vuole essere accettata. Ed è talmente forte il suo essere magnetica, quasi una dea intoccabile, che come un vortice tutto ri-conduce a sè. Infatti tutti i coprotagonisti scelgono consapevolmente o in preda ad un delirio di sottomissione di restarle accanto nonostante l'alone demoniaco che muove parole e movenze.
Niente ha importanza, nessuno può giudicare una dea, lei è tutto, senza di lei il vuoto. Sono fortissime le sfumature intime dei personaggi che fanno di questo studio un vero e proprio laboratorio in cui studiare le maschere, quelle sociali e soprattutto quelle private, le stesse che ci mettiamo consapevolmente. Il tragico dunque si fa quotidiano e diviene, come nella speculazione freudiana mito dissolutore d'ogni innocenza. L'agire di tutti i personaggi è nel dramma novecentesco della Yourcenar carico di colpa. Il vizio può rivelarsi un'attenuante e confinare quasi con le umane doti della pazienza e della tolleranza; il rigore giustiziero appare invece spietatezza civica e l'innocenza autoinganno.
La messa in scena ovviamente risente dei tempi e dunque dei mezzi comunicativi odierni. Un linguaggio che dal registro alto, scende in quello della commedia per rendere il tutto più leggero. Piccoli cambiamenti dalla storia originale non cambiano la grande portata emotiva ed etica della tragedia che si trasforma in dramma contemporaneo in cui il particolare si erge ad universale. Tutto il pubblico infatti può rivedersi in ogni personaggio, tutto il pubblico è un collage di più personaggi. Gli attori tutti bravi, fra cui spiccano Elettra e il suo infimo e calcolatore confidente/amante; per una tenuta scenica epilettica, nevrotica ma sempre consapevole. E' sempre un teatro di parola quello classico in cui la voce e le sue nouaces sono la chiave di volta per accedere al cuore dell'evento teatrale cosi inteso.
gb
Teatro Erba
Compagnia Torino Spettacoli
Elettra
di Marguerite Yourcenar
regia Girolamo Angione
con PATRIZIA POZZI - MARIO ACAMPA - BARBARA CINQUATTI - EUGENIO GRADABOSCO - CARMELO CANCEMI - MATTEO ANSELMI
www.torinospettacoli.com
Compagnia Torino Spettacoli
Elettra
di Marguerite Yourcenar
regia Girolamo Angione
con PATRIZIA POZZI - MARIO ACAMPA - BARBARA CINQUATTI - EUGENIO GRADABOSCO - CARMELO CANCEMI - MATTEO ANSELMI
www.torinospettacoli.com