Io mamma, donna, persona
Barbara Toma al PiM spazio scenico
Se si consacra la vita all'arte e se ogni avvenimento di un artista come persona può essere eletto ad un livello più alto, condivisibile, possiamo spiegare la performance esilarante di Barbara Toma con il suo solo, “Ferite che mi somigliano (titolo provvisorio)” in scena al Pim spazio scenico il 30 e il 31 di maggio. L'idea è quella di proporre uno spettacolo, parte di un progetto più ampio, il cui titolo provvisorio è “plurale femminile” che presenta al pubblico i valori della femminilità rivendicandone il diritto alla diversità e alla libertà. Circa 200 soli con altrettanti 200 caratteri di donne da mettere in scena.
E' palese che nel caso della Toma il limite arte/vita è sottile, quasi trasparente, tanto che il primo dei 200 soli parla di lei. Di lei donna, di lei futura madre, di lei amica, di lei confidente, di lei figlia. Non ultimo di lei come attrice a ballerina.
Solo pochi oggetti di scena costruiscono la scenografia scarna. Quei pochi minuti di attesa, quasi scontati a teatro, in questo solo divengono parte ironica dello spettacolo stesso. Sa che il pubblico l'aspetta e probabilmente continuerà ad aspettare!
La musica parte e da un pannello emerge la sua ombra: raffinatissima, elegante. Le sue braccia, mosse con estremo gusto e sensualità portano direttamente a quelle linee e movenze già sperimentate dalla geniale e contorna Pina Bausch. Non è un caso che, quest'aria internazionale poco consona per l'ambiente milanese, provenga direttamente dalla sua formazione alla School for New Dance Development di Amsterdam, e successivamente dalle esperienze come danzatrice in Olanda, Germania ed Austria.
Da un epilogo quasi tragico in cui si narrano i numeri e le statistiche delle donne stuprate in ambiente domestico (1 su 3) si parte per un'iperbole ironica, dubbiosa, intimista e terribilmente umana, su una donna, Lei, che si trova a convivere con una gravidanza. In un modo personale si, ma non per questo lontano dalle rabbiose ed egoistiche considerazioni che la Fallaci fece negli anni 70, con “Lettera ad un bambino mai nato”, l'attrice ci parla di questo desiderio che tutte le donne hanno, della miriade di luoghi comuni che accompagnano questo avvenimento: le dicerie sulla pancia alta e bassa, le ripercussioni sulla carriera, la fine della passione nel rapporto.
La narrazione ben scandita da parole e movenze (ricordiamo che la danzatrice si esibisce al sesto mese di attesa) ha il suo culmine quando il personaggio/persona afferma la sua libertà di scelta, la volontà di prendersi le proprie responsabilità, la voglia di fare crescere un innocente in questo mondo corrotto. Madre non per dovere, bensì per diritto! Auguri!!
Cosi prende congedo il Pim dalla sua storica postazione in via Tertulliano per spostarsi nei locali di via Salvanesco 75, con un'inaugurazione che siterrà il 19 giugno con la prima (e ultima) nazionale di Leslie West.
E' palese che nel caso della Toma il limite arte/vita è sottile, quasi trasparente, tanto che il primo dei 200 soli parla di lei. Di lei donna, di lei futura madre, di lei amica, di lei confidente, di lei figlia. Non ultimo di lei come attrice a ballerina.
Solo pochi oggetti di scena costruiscono la scenografia scarna. Quei pochi minuti di attesa, quasi scontati a teatro, in questo solo divengono parte ironica dello spettacolo stesso. Sa che il pubblico l'aspetta e probabilmente continuerà ad aspettare!
La musica parte e da un pannello emerge la sua ombra: raffinatissima, elegante. Le sue braccia, mosse con estremo gusto e sensualità portano direttamente a quelle linee e movenze già sperimentate dalla geniale e contorna Pina Bausch. Non è un caso che, quest'aria internazionale poco consona per l'ambiente milanese, provenga direttamente dalla sua formazione alla School for New Dance Development di Amsterdam, e successivamente dalle esperienze come danzatrice in Olanda, Germania ed Austria.
Da un epilogo quasi tragico in cui si narrano i numeri e le statistiche delle donne stuprate in ambiente domestico (1 su 3) si parte per un'iperbole ironica, dubbiosa, intimista e terribilmente umana, su una donna, Lei, che si trova a convivere con una gravidanza. In un modo personale si, ma non per questo lontano dalle rabbiose ed egoistiche considerazioni che la Fallaci fece negli anni 70, con “Lettera ad un bambino mai nato”, l'attrice ci parla di questo desiderio che tutte le donne hanno, della miriade di luoghi comuni che accompagnano questo avvenimento: le dicerie sulla pancia alta e bassa, le ripercussioni sulla carriera, la fine della passione nel rapporto.
La narrazione ben scandita da parole e movenze (ricordiamo che la danzatrice si esibisce al sesto mese di attesa) ha il suo culmine quando il personaggio/persona afferma la sua libertà di scelta, la volontà di prendersi le proprie responsabilità, la voglia di fare crescere un innocente in questo mondo corrotto. Madre non per dovere, bensì per diritto! Auguri!!
Cosi prende congedo il Pim dalla sua storica postazione in via Tertulliano per spostarsi nei locali di via Salvanesco 75, con un'inaugurazione che siterrà il 19 giugno con la prima (e ultima) nazionale di Leslie West.
Barbara Toma website:
www.barbaratoma.com
www.barbaratoma.com