La filosofia si fa danza
Arearea all'Hop.e Venaria
TORINO - Non solo la capitale piemonte è ricca di danza e performance tra eventi teatrali e usurpazioni urbane, ma anche nella provincia la programmazione si infittisce e al patinato delle metropoli si sostituiscono scenari naturali, architetture barocche che si specchiano nelle Alpi, suoni agresti di una vita di corte non ancora defunta in un fluire continuo in cui il moderno si sposa col contemporaneo, la danza con la natura, l'intrattenimento con l'arte.
Questo è quanto accade a Venaria - poco fuori Torino - in occasione del progetto HOP.E --> HOliday in the Palace… dove il palazzo è la Reggia di Venaria, gioiello del barocco europeo, insieme ai suoi Giardini e al Borgo Antico. Evento freschissimo, inedito e pensato per uscire dai soliti schemi e concedersi una vacanza nella libera energia dell'arte e della creatività, all'insegna dell'espressione e della bellezza, della crescita e della partecipazione, del divertimento e della contaminazione, fino al 15 luglio.
Suddiviso in tre sessioni - HOP.Experience, rivolto agli artisti e non che vogliono condividere il loro talento in un evento unico; HOP.Entertainment: per divertirsi e partecipare al ricco programma di spettacoli e feste; HOP.Extra: per scoprire gli eventi e le esposizioni della sezione off del festival - il programma prevede dalle 18 alle 24, non solo l'ingresso gratuito alla Reggia e ai giardini, ma permette di fruire di tutte le mostre ed esposizioni temporanee all'interno dei suoi spazi: la nuova attribuzione di una Crocifissione al Tintoretto fatta lo scorso marzo, i video di Greenaway, le installazioni site-specific nei giardini reali della rassegna Artjungle, il concerto d'acqua tenuto dai zampilli e dalle gocce d'acqua della Fontana del Cervo, non ultimi la serie di spettacoli di danza contemporanea, anche loro site-specific, sparsi all'interno e all'esterno dei suggestivi ambienti delle sale Juvariane. Un tuffo nella vita di corte che, defunti i reali, vive ancora di vita propria.
Fra lo stupore degli spettatori e il coraggio delle performers si impone feroce all'attenzione di esperti e non la coreografia della compagnia Arearea Pantarei. Attraverso un'azione coreuta che unisce mente e corpo, filosofia e danza si mischiano per una resa poetica. Tutto scorre, tutto non è uguale mai a prima e nello scorrere il divenire della perdita. Consapevolezze terribili si traducono in sguardi apparentemente vuoti ed in pose ieratiche, il pathos si fa immagine poetica con versi scritti con la carne e pugnalate inferte con i capelli. Due Menadi - Marta Bevilacqua e Valentina Saggin - si trovano in bilico su una piattaforma all'interno della seconda vasca dei giardini reali. Lenta e fuori asse, claudicante e senza un centro inizia la loro danza. Attraverso un vortice vitalistico Eros e Thanathos lottano come alla presenza di Dioniso, le percezioni si allargano e dall'individuo si passa alla collettività attraverso un percorso catartico che non si capisce appieno. Perchè Pantarei è un rito collettivo, un'estasi visiva in cui perdersi per poi ritrovarsi, una dionisiaca contemporanea guidata dalle sacerdotesse di udine.
Stilisticamente subisce le suggestioni di Vollmond della reverenda Baush ma le reinterpreta con un linguaggio proprio, che diventa segno distintivo, senza perderne la carica caotico-patetica. Due corpi che si dimenano e soffrono cercando non si sa bene quale obbiettivo, e nella perdita di un centro questi corpi cadono o sprofondano volontariamente privi di peso nell'acqua. Cadono e si rialzano roboticamente non trovando appiglio e nella totale mancanza di forza di volontà i corpi si lasciano andare allo scorrere del fiume. Poche risposte dunque e tante domande come ebbe a dire la sua ideatrice Marta Bevilacqua.
Questo è quanto accade a Venaria - poco fuori Torino - in occasione del progetto HOP.E --> HOliday in the Palace… dove il palazzo è la Reggia di Venaria, gioiello del barocco europeo, insieme ai suoi Giardini e al Borgo Antico. Evento freschissimo, inedito e pensato per uscire dai soliti schemi e concedersi una vacanza nella libera energia dell'arte e della creatività, all'insegna dell'espressione e della bellezza, della crescita e della partecipazione, del divertimento e della contaminazione, fino al 15 luglio.
Suddiviso in tre sessioni - HOP.Experience, rivolto agli artisti e non che vogliono condividere il loro talento in un evento unico; HOP.Entertainment: per divertirsi e partecipare al ricco programma di spettacoli e feste; HOP.Extra: per scoprire gli eventi e le esposizioni della sezione off del festival - il programma prevede dalle 18 alle 24, non solo l'ingresso gratuito alla Reggia e ai giardini, ma permette di fruire di tutte le mostre ed esposizioni temporanee all'interno dei suoi spazi: la nuova attribuzione di una Crocifissione al Tintoretto fatta lo scorso marzo, i video di Greenaway, le installazioni site-specific nei giardini reali della rassegna Artjungle, il concerto d'acqua tenuto dai zampilli e dalle gocce d'acqua della Fontana del Cervo, non ultimi la serie di spettacoli di danza contemporanea, anche loro site-specific, sparsi all'interno e all'esterno dei suggestivi ambienti delle sale Juvariane. Un tuffo nella vita di corte che, defunti i reali, vive ancora di vita propria.
Fra lo stupore degli spettatori e il coraggio delle performers si impone feroce all'attenzione di esperti e non la coreografia della compagnia Arearea Pantarei. Attraverso un'azione coreuta che unisce mente e corpo, filosofia e danza si mischiano per una resa poetica. Tutto scorre, tutto non è uguale mai a prima e nello scorrere il divenire della perdita. Consapevolezze terribili si traducono in sguardi apparentemente vuoti ed in pose ieratiche, il pathos si fa immagine poetica con versi scritti con la carne e pugnalate inferte con i capelli. Due Menadi - Marta Bevilacqua e Valentina Saggin - si trovano in bilico su una piattaforma all'interno della seconda vasca dei giardini reali. Lenta e fuori asse, claudicante e senza un centro inizia la loro danza. Attraverso un vortice vitalistico Eros e Thanathos lottano come alla presenza di Dioniso, le percezioni si allargano e dall'individuo si passa alla collettività attraverso un percorso catartico che non si capisce appieno. Perchè Pantarei è un rito collettivo, un'estasi visiva in cui perdersi per poi ritrovarsi, una dionisiaca contemporanea guidata dalle sacerdotesse di udine.
Stilisticamente subisce le suggestioni di Vollmond della reverenda Baush ma le reinterpreta con un linguaggio proprio, che diventa segno distintivo, senza perderne la carica caotico-patetica. Due corpi che si dimenano e soffrono cercando non si sa bene quale obbiettivo, e nella perdita di un centro questi corpi cadono o sprofondano volontariamente privi di peso nell'acqua. Cadono e si rialzano roboticamente non trovando appiglio e nella totale mancanza di forza di volontà i corpi si lasciano andare allo scorrere del fiume. Poche risposte dunque e tante domande come ebbe a dire la sua ideatrice Marta Bevilacqua.
gb
Compagnia Arearea
Panta Rei
Ideazione: Marta Bevilacqua
Musica: Nima Ben David
www.arearea.it
www.hopelavenaria.com
Panta Rei
Ideazione: Marta Bevilacqua
Musica: Nima Ben David
www.arearea.it
www.hopelavenaria.com