Ad ognuno la sua guerra
Mater & Bellum di Rossy de Palma
Nella nuova stagione Alla Musa! il Teatro Baretti (20-22 febbraio) porta in Italia l'attrice spagnola che convinse Almodovar a sceglierla come protagonista di Donne sull'orlo di una crisi di nervi. Accantonato il cinema, Rossy de Palma arriva in teatro e propone Mater & Bellum, un monologo fortissimo sull'essere madre in tempi di guerra.
Siamo abituati a vederla ironica, simpatica, bizzarra. Personificazione delle nevrosi delle donne di oggi. Complice ed amica. Con Mater e Bellum invece Rossy de Palma toglie le sue mille facce rimanendo solo una donna. E da tale si confronta con tutte quelle donne che vogliono generare la vita in un mondo in cui tutto è distruzione. E qui rientra tutta quella letteratura che dalla Fallaci ha riempito pagine di libri, fatto nascere opere d'arte e cinematografiche, fino a richiamare la sensibilità dell'artista.
Attrice, cantante, appassionata di moda tanto da produrre abiti e accessori, scultrice. Camaleontica ed eclettica la diva di Maiorca costruisce il nuovo spettacolo a partire da una rielaborazione del monologo"Ombra e culla" ideato nel 2005 per il Teatro Maria Guerriero di Madrid. Galeotto l'incontro avvenuto fraLivermore e Rossy de Palma nel 2011 per creare il sodalizio artistico e aprire la collaborazione a Controluce e AITREtracce.
Lettura scenica drammatizzata in cui la vita si mischia alla morte o molto più spesso il valore della morte supera quello della vita stessa. Come posso voler essere madre in un paese come l'Iraq? Cosa posso offrire alla mia creatura un futuro quando non vi è nessuna prospettiva? Un dialogo intimo, a volte esilarante, che si svolge fra Madre e figlio che mischia desideri e paure, storia e politica, micro e macrocosmi. Uno spettacolo tutto giostrato su voce, luci e tessuti in cui la potenza, la bellezza e le sonorità della voce di De Palma si amplificano con l'uso delle luci che producono ombre: demoni delle nostre società, alter ego negativo delle nostre coscienze. E Ovviamente non mette solo il suo essere donna, ma tutta l'eredità almodovariana che punta l'occhio su una tragicità del quotidiano, per poi passare alla sua bellissima spagna con un omaggio a Picasso e d'Alì.
A metà fra performance e quell'idea di arte che si andava sviluppando fra i 60 e i 70, lo spettacolo non solo unisce più registri stilistici ma completa il ruolo del pubblico che da semplice fruitore diventa personaggio attivo nel comprendere e ultimare l'opera. Quando un enorme telo, simbolo della placenta, ha ricoperto la platea, tutto il pubblico si è potuto sentire esattamente dentro l'utero materno cullato dalla cantilenante voce dell'artista.
Il teatro come Utero, che altro non vuole che amplificare il significato ultimo dell'intero spettacolo, è simbolo come la vita di concentrazione di contrasti. Come possono generarsi nuovi ideali e nuove messe in scena, allo stesso tempo, con le rivoluzioni culturali, possono demolirsi ideologie criminali, convinzioni troppo strette. E quindi spetta al teatro essere il mezzo delle nuove rivoluzioni, ieri come oggi, e agli artisti mostrare le vie.
Siamo abituati a vederla ironica, simpatica, bizzarra. Personificazione delle nevrosi delle donne di oggi. Complice ed amica. Con Mater e Bellum invece Rossy de Palma toglie le sue mille facce rimanendo solo una donna. E da tale si confronta con tutte quelle donne che vogliono generare la vita in un mondo in cui tutto è distruzione. E qui rientra tutta quella letteratura che dalla Fallaci ha riempito pagine di libri, fatto nascere opere d'arte e cinematografiche, fino a richiamare la sensibilità dell'artista.
Attrice, cantante, appassionata di moda tanto da produrre abiti e accessori, scultrice. Camaleontica ed eclettica la diva di Maiorca costruisce il nuovo spettacolo a partire da una rielaborazione del monologo"Ombra e culla" ideato nel 2005 per il Teatro Maria Guerriero di Madrid. Galeotto l'incontro avvenuto fraLivermore e Rossy de Palma nel 2011 per creare il sodalizio artistico e aprire la collaborazione a Controluce e AITREtracce.
Lettura scenica drammatizzata in cui la vita si mischia alla morte o molto più spesso il valore della morte supera quello della vita stessa. Come posso voler essere madre in un paese come l'Iraq? Cosa posso offrire alla mia creatura un futuro quando non vi è nessuna prospettiva? Un dialogo intimo, a volte esilarante, che si svolge fra Madre e figlio che mischia desideri e paure, storia e politica, micro e macrocosmi. Uno spettacolo tutto giostrato su voce, luci e tessuti in cui la potenza, la bellezza e le sonorità della voce di De Palma si amplificano con l'uso delle luci che producono ombre: demoni delle nostre società, alter ego negativo delle nostre coscienze. E Ovviamente non mette solo il suo essere donna, ma tutta l'eredità almodovariana che punta l'occhio su una tragicità del quotidiano, per poi passare alla sua bellissima spagna con un omaggio a Picasso e d'Alì.
A metà fra performance e quell'idea di arte che si andava sviluppando fra i 60 e i 70, lo spettacolo non solo unisce più registri stilistici ma completa il ruolo del pubblico che da semplice fruitore diventa personaggio attivo nel comprendere e ultimare l'opera. Quando un enorme telo, simbolo della placenta, ha ricoperto la platea, tutto il pubblico si è potuto sentire esattamente dentro l'utero materno cullato dalla cantilenante voce dell'artista.
Il teatro come Utero, che altro non vuole che amplificare il significato ultimo dell'intero spettacolo, è simbolo come la vita di concentrazione di contrasti. Come possono generarsi nuovi ideali e nuove messe in scena, allo stesso tempo, con le rivoluzioni culturali, possono demolirsi ideologie criminali, convinzioni troppo strette. E quindi spetta al teatro essere il mezzo delle nuove rivoluzioni, ieri come oggi, e agli artisti mostrare le vie.
gb
CineTeatro Baretti
Mater & Bellum
di e con Rossy de Palma
Scene e teatro d'ombra: Controluce e Altretracce
Luci e direzione tecnica: Alberto Giolitti
Regia: Davide Livermore
Mater & Bellum
di e con Rossy de Palma
Scene e teatro d'ombra: Controluce e Altretracce
Luci e direzione tecnica: Alberto Giolitti
Regia: Davide Livermore