Amore e Morte
All'Astra l'Antigone di Anouilh
Per la sezione Classici al Teatro Astra la storia di Antigone.
Con la regia di Emanuele Conte, Teatro della Tosse, l'eroina si fa contemporanea e morendo per i propri ideali racconta l'oggi attraverso parole radicate nel passato. Amore e morte, insurrezione e potere: ragion di stato o diritti del singolo?
Ispirato all'omonima tragedia di Sofocle, Antigone è un dramma in un atto unico di Jean Anouilh scritto nel 1941 e pubblicato, per via del governo di Vichy, nel 1943. Rappresentato per la prima volta al Théâtre de l'Atelier di Parigi nel febbraio 1944 con regia, costumi e scenografia di André Barsacq, convince ed entusiasma critica e pubblico.
Composto durante l'occupazione nazista della Francia, il dramma rielabora il mito antico adattandolo alla situazione politica, presentata in modo ambiguo per superare la censura, ma tuttavia riconoscibile. Se pur il testo sia stato interpretato spesso come un appello a favore dell'insurrezione contro l'occupante, il conflitto fra Antigone e Creonte può essere più generalmente inteso come un confronto dialettico fra gli ideali della Resistenza francese e le ragioni del collaborazionismo.
Parte di un progetto triennale - pensato in concerto fra il regista e la Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse - Antigone di Jean Anouilh, insieme a Caligola di Albert Camus e Ubu Roi di Alfred Jarry, formano una trilogia che si propone di indagare i meccanismi del potere e, in particolare, il conflitto tra ragione e follia, attraverso la messinscena dei tre testi fondamentali del teatro francese del ‘900.
Antigone vuole distruggere lo status quo minando l'autorità e per questo Conte ne fa un'adolescente contro. E la ribellione parte dalla famiglia, dalle regole che si sentono imposte senza una spiegazione, senza la ragione dei sentimenti tutta in favore di una ragione pubblica. Allo zio si sovrappone il re, all'affetto la politica e davanti loro l'ingenuità di Antigone sceglierà il suicidio. Narcisismo? Martirio? Rifiuto del compromesso?
Per la traduzione di Andrea Rodighiero il testo, forte e dirompente, nella resa manca di quelle sfumature che la lotta di Antigone innesca attraverso il logos. Monotono il tono della protagonista, Viviana Stambelli, che non marca disgusto e sdegno, rabbia e insofferenza, diminuendo così il mondo interiore della protagonista tutta a favore di un'esteriorità mimica in cui i pugni si stringono e il volto si contrae nervoso.
Particolare la scenografia di Luigi Ferrando, che all'inizio concede alle ambientazioni quelle suggestioni decadenti, in cui le case sono tutte ricoperte da teli bianchi, sintomo di una vita a metà, di ciò che era florido e dinamico, ma anche - a fine spettacolo, quando Antigone si fa cristo crocifisso - metafora di ciò che sembra ma non è, nel momento in cui i simboli della società odierna, gli uffici con i suoi accessori, segno del potere, si scoprono una volta tolti i teli. Forse che il potere non può essere combattuto?
Con la regia di Emanuele Conte, Teatro della Tosse, l'eroina si fa contemporanea e morendo per i propri ideali racconta l'oggi attraverso parole radicate nel passato. Amore e morte, insurrezione e potere: ragion di stato o diritti del singolo?
Ispirato all'omonima tragedia di Sofocle, Antigone è un dramma in un atto unico di Jean Anouilh scritto nel 1941 e pubblicato, per via del governo di Vichy, nel 1943. Rappresentato per la prima volta al Théâtre de l'Atelier di Parigi nel febbraio 1944 con regia, costumi e scenografia di André Barsacq, convince ed entusiasma critica e pubblico.
Composto durante l'occupazione nazista della Francia, il dramma rielabora il mito antico adattandolo alla situazione politica, presentata in modo ambiguo per superare la censura, ma tuttavia riconoscibile. Se pur il testo sia stato interpretato spesso come un appello a favore dell'insurrezione contro l'occupante, il conflitto fra Antigone e Creonte può essere più generalmente inteso come un confronto dialettico fra gli ideali della Resistenza francese e le ragioni del collaborazionismo.
Parte di un progetto triennale - pensato in concerto fra il regista e la Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse - Antigone di Jean Anouilh, insieme a Caligola di Albert Camus e Ubu Roi di Alfred Jarry, formano una trilogia che si propone di indagare i meccanismi del potere e, in particolare, il conflitto tra ragione e follia, attraverso la messinscena dei tre testi fondamentali del teatro francese del ‘900.
Antigone vuole distruggere lo status quo minando l'autorità e per questo Conte ne fa un'adolescente contro. E la ribellione parte dalla famiglia, dalle regole che si sentono imposte senza una spiegazione, senza la ragione dei sentimenti tutta in favore di una ragione pubblica. Allo zio si sovrappone il re, all'affetto la politica e davanti loro l'ingenuità di Antigone sceglierà il suicidio. Narcisismo? Martirio? Rifiuto del compromesso?
Per la traduzione di Andrea Rodighiero il testo, forte e dirompente, nella resa manca di quelle sfumature che la lotta di Antigone innesca attraverso il logos. Monotono il tono della protagonista, Viviana Stambelli, che non marca disgusto e sdegno, rabbia e insofferenza, diminuendo così il mondo interiore della protagonista tutta a favore di un'esteriorità mimica in cui i pugni si stringono e il volto si contrae nervoso.
Particolare la scenografia di Luigi Ferrando, che all'inizio concede alle ambientazioni quelle suggestioni decadenti, in cui le case sono tutte ricoperte da teli bianchi, sintomo di una vita a metà, di ciò che era florido e dinamico, ma anche - a fine spettacolo, quando Antigone si fa cristo crocifisso - metafora di ciò che sembra ma non è, nel momento in cui i simboli della società odierna, gli uffici con i suoi accessori, segno del potere, si scoprono una volta tolti i teli. Forse che il potere non può essere combattuto?
gb
Teatro Astra
ANTIGONE
di Jean Anouilh / traduzione di Andrea Rodighiero
regia Emanuele Conte
scene Luigi Ferrando
costumi Bruno Cereseto
luci e fonica Tiziano Scali
con Viviana Strambelli, Enrico Campanati, Pietro Fabbri, Luca Terracciano, Viviana Altieri, Marco Lubrano
assistente alla regia Yuri D'Agostino
FONDAZIONE LUZZATI - TEATRO DELLA TOSSE
www.teatrodellatosse.it
ANTIGONE
di Jean Anouilh / traduzione di Andrea Rodighiero
regia Emanuele Conte
scene Luigi Ferrando
costumi Bruno Cereseto
luci e fonica Tiziano Scali
con Viviana Strambelli, Enrico Campanati, Pietro Fabbri, Luca Terracciano, Viviana Altieri, Marco Lubrano
assistente alla regia Yuri D'Agostino
FONDAZIONE LUZZATI - TEATRO DELLA TOSSE
www.teatrodellatosse.it