Immagini oniriche per il Sonno di Schino
Opera al Teatro dell'Arte
“Avvicinatevi alla camera e distruggete la vostra vista con una nuova Gorgone.– Non chiedetemi di parlare: guardate, e poi parlate voi stessi. Svegliatevi, svegliatevi!” Shakespeare,Macbeth II.3
Dal 14 al 19 febbraio al Teatro dell'Arte è protagonista la Compagnia Opera. Sonno è l'ultimo lavoro della giovanissima compagnia, e l'unione fra la cupa pittura di Goya e il mondo visionario del Machbeth shakespereariano è la sfida che il regista Vincenzo Schino ha affrontato insieme al suo entourage.
“Non è il racconto di una storia – come sottolinea la drammaturga Letizia Buoso - ma una composizione delle azioni dei performer nello spazio scenico. Un’esperienza di ricerca sul potere, inteso prima di tutto come potere della creazione, e sull’immagine nella dimensione della veglia, dell’ipnosi, del sonno.” Ed è chiaro che tutto appare confuso, non delineato. Tutto è lasciato alla inconscio potere che la visione suscita nello spettatore. Fra pittura e teatro, musica e movimento, si creano quei corti circuiti che dall'occhio per sinapsi arrivano alla mente collegando successivamente visione, percezione e significato.
Un'opera sicuramente d'impatto, non immediata nella comprensione. Tutto - l' incontro tra corpi, la scena, la pittura - ruota attorno alla drammaturgia. Anzi tutto è dramma, le tele di Piuerluca Cetera, non sopperiscono a funzioni scenografiche, bensì drammaturgiche. E questo diventa chiaro quando si prendono in considerazione le fonti letterarie al quale si ispira: le tele nere – pensiamo a “Il sonno della ragione genera mostri” - del grande Goya, e il mondo dei grigi del Macbeth; opere che si rivolgono alla parte più bassa dell'essere umano, alle sue forti passioni che si uniscono agli istinti più bassi, e ciò che ne viene fuori, a livello visivo, è molto forte.
Infatti lo spettacolo si pone come una ricerca/studio sul potere dell'immagine e su come comporre le immagini stesse, e lo spettatore non è semplicemente un occhio che guarda o una mente che ingloba, ma è invitato a vivere l’esperienza di creazione aprendo non solo gli occhi ma anche il cuore – proprio come fa Macbeth davanti all’omicidio del re, quando invita ad assistere ad una nuova gorgone, e come fece Goya che davanti ai disastri della guerra disse “Yo lo vi”. E dalla visione la comprensione, apparente.
Dal 14 al 19 febbraio al Teatro dell'Arte è protagonista la Compagnia Opera. Sonno è l'ultimo lavoro della giovanissima compagnia, e l'unione fra la cupa pittura di Goya e il mondo visionario del Machbeth shakespereariano è la sfida che il regista Vincenzo Schino ha affrontato insieme al suo entourage.
“Non è il racconto di una storia – come sottolinea la drammaturga Letizia Buoso - ma una composizione delle azioni dei performer nello spazio scenico. Un’esperienza di ricerca sul potere, inteso prima di tutto come potere della creazione, e sull’immagine nella dimensione della veglia, dell’ipnosi, del sonno.” Ed è chiaro che tutto appare confuso, non delineato. Tutto è lasciato alla inconscio potere che la visione suscita nello spettatore. Fra pittura e teatro, musica e movimento, si creano quei corti circuiti che dall'occhio per sinapsi arrivano alla mente collegando successivamente visione, percezione e significato.
Un'opera sicuramente d'impatto, non immediata nella comprensione. Tutto - l' incontro tra corpi, la scena, la pittura - ruota attorno alla drammaturgia. Anzi tutto è dramma, le tele di Piuerluca Cetera, non sopperiscono a funzioni scenografiche, bensì drammaturgiche. E questo diventa chiaro quando si prendono in considerazione le fonti letterarie al quale si ispira: le tele nere – pensiamo a “Il sonno della ragione genera mostri” - del grande Goya, e il mondo dei grigi del Macbeth; opere che si rivolgono alla parte più bassa dell'essere umano, alle sue forti passioni che si uniscono agli istinti più bassi, e ciò che ne viene fuori, a livello visivo, è molto forte.
Infatti lo spettacolo si pone come una ricerca/studio sul potere dell'immagine e su come comporre le immagini stesse, e lo spettatore non è semplicemente un occhio che guarda o una mente che ingloba, ma è invitato a vivere l’esperienza di creazione aprendo non solo gli occhi ma anche il cuore – proprio come fa Macbeth davanti all’omicidio del re, quando invita ad assistere ad una nuova gorgone, e come fece Goya che davanti ai disastri della guerra disse “Yo lo vi”. E dalla visione la comprensione, apparente.
gb
Teatro dell’Arte
Opera
SONNO
cura della visione e regia Vincenzo Schino
con Emiliano Austeri, Marta Bichisao, Riccardo Capozza, Gaetano Liberti, Fabio Venturelli
pittura Pierluca Cetera - dramaturg Letizia Buoso
cura del movimento Marta Bichisao
scenografia Emiliano Austeri e Vincenzo Schino
organizzazione Marco Betti
scenotecnica e macchinistica Emiliano Austeri
spazializzazione del suono Gennaro Mele
www.operaweb.net
Opera
SONNO
cura della visione e regia Vincenzo Schino
con Emiliano Austeri, Marta Bichisao, Riccardo Capozza, Gaetano Liberti, Fabio Venturelli
pittura Pierluca Cetera - dramaturg Letizia Buoso
cura del movimento Marta Bichisao
scenografia Emiliano Austeri e Vincenzo Schino
organizzazione Marco Betti
scenotecnica e macchinistica Emiliano Austeri
spazializzazione del suono Gennaro Mele
www.operaweb.net