Opening
All'Astra la donna in danza
Dopo l'affascinante palinsesto della stagione trascorsa, Palcoscenico Danza cresce di un anno e giunge alla sua settima edizione. Con sette appuntamenti di cui cinque prime nazionali, il cartellone prevede compagnie locali, nazionali ed internazionali accomunate da una danza che privilegia il linguaggio del corpo.
Per la danza internazionale, sono le compagnie spagnole Proyecto Titoyaya di Gustavo Ramirez Sansano - uno dei nomi di spicco della coreografia internazionale - e il prestigioso Ballet de la Generalitat Valenciana, con le quali il Balletto dell'Esperia ha da anni legami artistici; e soprattutto con la seconda, si ri-allestiranno I quattro Temperamenti di Paolo Mohovich - uno dei cavalli di battaglia del Balletto dell'Esperia - e l'incisivoBolero di Thierry Malandain. Oltre che la messa in scena di Radura, su musiche di Bach, nuova creazione firmata Mohovich.
Sempre dalla Spagna, i vincitori delle scorse edizioni del FIVER, festival di video-danza di Logroño, in una serata che vedrà esibirsi i vincitori del bando Permutazioni, a cui hanno aderito oltre settanta artisti da tutto il mondo. Per la prima volta a Torino, lo Spellbound Contemporary Ballet di Mario Astolfi, una delle realtà italiane di maggior proiezione internazionale con Lost for Words.
Felice il ritorno di Cristiana Morganti, con il nuovo spettacolo autobiografico Jessica and Me. Particolare, la pièce proposta dalla compagnia parigina I Funamboli dell'italiano Fabio Crestale, in collaborazione con alcuni danzatori del balletto dell'Opéra di Parigi.
Infine, la giovane compagnia torinese Eko Dance International Project, ormai "en residence" a Palcoscenico Danza. La sua direttrice Pompea Santoro ci regala in due occasioni alcuni estratti degli intramontabili balletti di Mats Ek: una visione molto psicologica del Lago dei Cigni chiude la stagione, mentre nell'Opening intitolatoWOMAN, estratti da Il Focolare e Il Picnic.
Protagonista del tradizionale Opening - spettacolo che precede di qualche mese la rassegna - è la donna.
In programma venerdì 31 ottobre e sabato 1 novembre, l'Opening dedica cinque coreografie a cinque diverse personalità femminili. Declinata nei suoi diversi aspetti, la donna è vista come eroina e come essere vulnerabile, fragile e misterioso. Grazia, potere, sensualità, generosità, seduzione, sono i pennelli con cui la danza dipinge un universo complesso, che sfugge a definizioni di categoria, ma dal quale le cinque coreografie traggono ispirazione.
E' Paolo Mohovich - direttore artistico della rassegna -, con due brevi coreografie, collegate ma opposte, ad inaugurare la serata. La sua visione della donna si sdoppia e si fa metà LO-LI-TA e metà Marie Antoinette. Vezzosa e libera la prima, si muove in un corpo che libero ammalia, cattura e seduce; mentre la seconda, costretta in un corpo "rituale" vive le gabbie della forma: un vestito corazza, che la fa essere un ruolo più che una persona. I poli opposti della Regina, contenuta e morigerata, e della Seduttrice, sfrontata e dissoluta, si uniscono per formare la donna perfetta. Così come Alizèe Yacotey può convivere, perfettamente, con Bach.
Incentrato sulla figura della donna/madre è il bellissimo estratto da Il Focolare, una delle coreografie di Mats Ek ad opera di Pompea Santoro. Ritratto di una famiglia tradizionale nel dopoguerra intriso di drammatico realismo, l'azione coreuta è esempio di squisitissima danza. Visioni ironiche ed oniriche sul focolare, nonché un piacere per gli occhi. A seguire Di nuda persona, passo a due creato da Enrico Morelli; un racconto d'amore, un dialogo di grande e violenta poesia.
In chiusura il nuovo lavoro di Fabio Crestale per le donne dell'Eko Dance International Project, La procréation du printemps: un gruppo di madri adolescenti sulle celebri note di "Le Sacre" di Stravinsky.
Per la danza internazionale, sono le compagnie spagnole Proyecto Titoyaya di Gustavo Ramirez Sansano - uno dei nomi di spicco della coreografia internazionale - e il prestigioso Ballet de la Generalitat Valenciana, con le quali il Balletto dell'Esperia ha da anni legami artistici; e soprattutto con la seconda, si ri-allestiranno I quattro Temperamenti di Paolo Mohovich - uno dei cavalli di battaglia del Balletto dell'Esperia - e l'incisivoBolero di Thierry Malandain. Oltre che la messa in scena di Radura, su musiche di Bach, nuova creazione firmata Mohovich.
Sempre dalla Spagna, i vincitori delle scorse edizioni del FIVER, festival di video-danza di Logroño, in una serata che vedrà esibirsi i vincitori del bando Permutazioni, a cui hanno aderito oltre settanta artisti da tutto il mondo. Per la prima volta a Torino, lo Spellbound Contemporary Ballet di Mario Astolfi, una delle realtà italiane di maggior proiezione internazionale con Lost for Words.
Felice il ritorno di Cristiana Morganti, con il nuovo spettacolo autobiografico Jessica and Me. Particolare, la pièce proposta dalla compagnia parigina I Funamboli dell'italiano Fabio Crestale, in collaborazione con alcuni danzatori del balletto dell'Opéra di Parigi.
Infine, la giovane compagnia torinese Eko Dance International Project, ormai "en residence" a Palcoscenico Danza. La sua direttrice Pompea Santoro ci regala in due occasioni alcuni estratti degli intramontabili balletti di Mats Ek: una visione molto psicologica del Lago dei Cigni chiude la stagione, mentre nell'Opening intitolatoWOMAN, estratti da Il Focolare e Il Picnic.
Protagonista del tradizionale Opening - spettacolo che precede di qualche mese la rassegna - è la donna.
In programma venerdì 31 ottobre e sabato 1 novembre, l'Opening dedica cinque coreografie a cinque diverse personalità femminili. Declinata nei suoi diversi aspetti, la donna è vista come eroina e come essere vulnerabile, fragile e misterioso. Grazia, potere, sensualità, generosità, seduzione, sono i pennelli con cui la danza dipinge un universo complesso, che sfugge a definizioni di categoria, ma dal quale le cinque coreografie traggono ispirazione.
E' Paolo Mohovich - direttore artistico della rassegna -, con due brevi coreografie, collegate ma opposte, ad inaugurare la serata. La sua visione della donna si sdoppia e si fa metà LO-LI-TA e metà Marie Antoinette. Vezzosa e libera la prima, si muove in un corpo che libero ammalia, cattura e seduce; mentre la seconda, costretta in un corpo "rituale" vive le gabbie della forma: un vestito corazza, che la fa essere un ruolo più che una persona. I poli opposti della Regina, contenuta e morigerata, e della Seduttrice, sfrontata e dissoluta, si uniscono per formare la donna perfetta. Così come Alizèe Yacotey può convivere, perfettamente, con Bach.
Incentrato sulla figura della donna/madre è il bellissimo estratto da Il Focolare, una delle coreografie di Mats Ek ad opera di Pompea Santoro. Ritratto di una famiglia tradizionale nel dopoguerra intriso di drammatico realismo, l'azione coreuta è esempio di squisitissima danza. Visioni ironiche ed oniriche sul focolare, nonché un piacere per gli occhi. A seguire Di nuda persona, passo a due creato da Enrico Morelli; un racconto d'amore, un dialogo di grande e violenta poesia.
In chiusura il nuovo lavoro di Fabio Crestale per le donne dell'Eko Dance International Project, La procréation du printemps: un gruppo di madri adolescenti sulle celebri note di "Le Sacre" di Stravinsky.
gb
OPENING / WOMAN
EKO DANCE PROJECT / MM CONTEMPORARY DANCE COMPANY
INTRO/LO-LI-TA
coreografia Paolo Mohovich
musica Mylène Farmer, Laurent Boutonnat per Alizée
MARIE ANTOINETTE
coreografia Paolo Mohovich
musica Johann Sebastian Bach
IL FOCOLARE
coreografia Mats Ek
musica Philip Glass
DI NUDA PERSONA
coreografia Enrico Morelli
musica Henryk Górecki, Ludwig van Beethoven, Jóhann Jóhannsson
LA PROCRÉATION DU PRINTEMPS
coreografia Fabio Crestale
musica Igor Stravinsky
www.fondazionetpe.it/sezioni/4
EKO DANCE PROJECT / MM CONTEMPORARY DANCE COMPANY
INTRO/LO-LI-TA
coreografia Paolo Mohovich
musica Mylène Farmer, Laurent Boutonnat per Alizée
MARIE ANTOINETTE
coreografia Paolo Mohovich
musica Johann Sebastian Bach
IL FOCOLARE
coreografia Mats Ek
musica Philip Glass
DI NUDA PERSONA
coreografia Enrico Morelli
musica Henryk Górecki, Ludwig van Beethoven, Jóhann Jóhannsson
LA PROCRÉATION DU PRINTEMPS
coreografia Fabio Crestale
musica Igor Stravinsky
www.fondazionetpe.it/sezioni/4