Il panico delle Rose
Rock Rose Wow chiude Palcoscenico Danza
Sipario chiuso per la ricca e versatile stagione di Palcoscenico Danza. Dopo ospiti internazionali, il 17 aprile, è un italiano a segnarne l'epilogo. Con Rock Rose Wow, vincitore del bando Teatri Del Tempo Presente 2013, Daniele Ninarello porta le ansie, la rabbia repressa e il panico sul palco del Teatro Astra.
Sfasamenti interni per una danza non solo corporea.
Dopo aver frequentato la Rotterdam Dance Academy, Daniele Ninarello dal 2007 avvia una propria ricerca sperimentando l'improvvisazione e il movimento autentico in rapporto ai diversi linguaggi della performance.Al centro della ricerca è l'attenzione sui quei meccanismi interni della mente che, attraverso il corpo, diventano prima gesto e poi danza per riconoscersi in una propria organicità. Diviene dunque importante esplorare l'atto improvvisativo afferrando così l'attimo, coglierlo e trasformarlo in creazione. Attualmente affina la sua ricerca attraverso lo studio di tecniche energetiche e autoipnosi, allargando le sue collaborazioni alle diverse tipologie di artisti.
Ispirato al lavoro della coreografa e ballerina americana Meg Stuart - nata a New Orleans ma vive e lavora fra Berlino e Bruxelles - Rock Rose Wow ruota intorno all'idea di un corpo incerto, vulnerabile e auto-riflessivo, il quale attraverso l'improvvisazione, esplora stati fisici ed emotivi o i loro strascichi nella memoria, puntando tutto sulla messa in scena di un copro, di un'identità in costante mutamento, nascondendo la volontà di ridefinirsi continuamente.
Tre Corpi, tre rose vulnerabili. Sei occhi che, una volta vicini al pubblico, sfidano e pongono punti interrogativi. Sono specchi di anime inquiete che trovano pace solo in una danza nevrotica tutta emotiva. E' un rito di passaggio, il limite sottile fra pazzia e normalità, fra perdita e ricerca del sé. Dicotomie ormai dogma per l'arte contemporanea che in questo caso si amplificano, "umiliando" il corpo alla ricerca della pace della mente. Sono tre corpi persi nel baratro delle loro emozioni, non c'è equilibrio in loro, solo l'esigenza di rispondere automaticamente ad impulsi esterni o riconoscere passivamente spinte interiori che si palesano attraverso il corpo. Involucro, gabbia e liberazione allo stesso tempo, il corpo è il pentagramma su cui ogni essere umano scrive la sua personalissima musica.
E le rose, già delicatissime si fanno metafora di un'umanità sensibile, furiosa e vittima del caos emotivo. Dunque una danza monca che non fluisce e non scorre che presenta situazioni coreografiche di un corpo ginnico, allenato anche al dolore. Wow dunque, alla liberazione di una fisicità costretta dalle carceri della mente, che sono gabbie sociali e morali, e lo scuotere feroce della testa di Ninarello, quasi psicopatico, fa bene riflettere sul coro di voci che abitano e tiranneggiano l'uomo d'oggi. Una performance non solo di danza insomma, in cui i tre corpi si fanno personaggi e lo spettacolo coreutico sconfina nel teatro. Rock Rose Wow dalla natura all'Uomo.
Sfasamenti interni per una danza non solo corporea.
Dopo aver frequentato la Rotterdam Dance Academy, Daniele Ninarello dal 2007 avvia una propria ricerca sperimentando l'improvvisazione e il movimento autentico in rapporto ai diversi linguaggi della performance.Al centro della ricerca è l'attenzione sui quei meccanismi interni della mente che, attraverso il corpo, diventano prima gesto e poi danza per riconoscersi in una propria organicità. Diviene dunque importante esplorare l'atto improvvisativo afferrando così l'attimo, coglierlo e trasformarlo in creazione. Attualmente affina la sua ricerca attraverso lo studio di tecniche energetiche e autoipnosi, allargando le sue collaborazioni alle diverse tipologie di artisti.
Ispirato al lavoro della coreografa e ballerina americana Meg Stuart - nata a New Orleans ma vive e lavora fra Berlino e Bruxelles - Rock Rose Wow ruota intorno all'idea di un corpo incerto, vulnerabile e auto-riflessivo, il quale attraverso l'improvvisazione, esplora stati fisici ed emotivi o i loro strascichi nella memoria, puntando tutto sulla messa in scena di un copro, di un'identità in costante mutamento, nascondendo la volontà di ridefinirsi continuamente.
Tre Corpi, tre rose vulnerabili. Sei occhi che, una volta vicini al pubblico, sfidano e pongono punti interrogativi. Sono specchi di anime inquiete che trovano pace solo in una danza nevrotica tutta emotiva. E' un rito di passaggio, il limite sottile fra pazzia e normalità, fra perdita e ricerca del sé. Dicotomie ormai dogma per l'arte contemporanea che in questo caso si amplificano, "umiliando" il corpo alla ricerca della pace della mente. Sono tre corpi persi nel baratro delle loro emozioni, non c'è equilibrio in loro, solo l'esigenza di rispondere automaticamente ad impulsi esterni o riconoscere passivamente spinte interiori che si palesano attraverso il corpo. Involucro, gabbia e liberazione allo stesso tempo, il corpo è il pentagramma su cui ogni essere umano scrive la sua personalissima musica.
E le rose, già delicatissime si fanno metafora di un'umanità sensibile, furiosa e vittima del caos emotivo. Dunque una danza monca che non fluisce e non scorre che presenta situazioni coreografiche di un corpo ginnico, allenato anche al dolore. Wow dunque, alla liberazione di una fisicità costretta dalle carceri della mente, che sono gabbie sociali e morali, e lo scuotere feroce della testa di Ninarello, quasi psicopatico, fa bene riflettere sul coro di voci che abitano e tiranneggiano l'uomo d'oggi. Una performance non solo di danza insomma, in cui i tre corpi si fanno personaggi e lo spettacolo coreutico sconfina nel teatro. Rock Rose Wow dalla natura all'Uomo.
Gb
PALCOSCENICODANZA
ROCK ROSE WOW
concept e coreografia di Daniele Ninarello
musiche di Mauro Casappa
www.danieleninarello.it
ROCK ROSE WOW
concept e coreografia di Daniele Ninarello
musiche di Mauro Casappa
www.danieleninarello.it