Spettacoli al Buio
intervista a Ulla Alasjarvi
Siamo tornati, dopo qualche anno, a ri-vivere l'esperienza di Fermati! Una storia d'amore. Spettacolo ideato da Ulla Alasjarvi e Beppe Bergamasco che "ti oscura la vista" aprendoti le porte dei sensi.
La prima volta non è semplice godere del testo, tanto non si è abituati a perdere il senso più importante, la vista. Quello che ci dà sicurezza e ci permette di avere il controllo, lo stesso che ci fa sentire smarriti una volta perso. E quindi, il primo approccio con lo spettacolo è di preparazione: il corpo deve abituarsi a fidarsi, a non avere paura di quello che non conosce, lasciandosi coinvolgere ed affascinare. Il corpo infine deve abituarsi a vivere il mondo da un'altra prospettiva, meno scontata e più intima, forse.
In un'unica volta l'esperienza non è completa. Bisogna ripeterla una, due, tre volte. Il corpo sarà più preparato, e le mani che vi cingeranno il braccio, una volta bendati gli occhi, questa volta, non saranno le mani di un estraneo che farà nascere le più disparate domande interne, ma saranno l'opportunità di liberarsi dalle catene e vivere appieno la potenza del testo. La storia d'amore che nasce dal mito, la paura ancestrale di non essere all'altezza. Amore che si unisce a Follia, in Fermati! si fa occasione per riflettere sul vero senso delle cose e degli affetti. Vedi o guardi solo?
Leggiamo adesso, nelle parole di Ulla Alasjarvi, cosa ha dato origine a gli spettacoli al buio e di cosa si nutrono tali esperienze. Quali le impressioni del pubblico, il prossimo spettacolo "sensoriale".
D. Palermo. Raccontaci l'esperienza che diede vita all'idea per lo spettacolo.
R. Siamo stati invitati a "montare" uno spettacolo a Palermo con giovani attori. Tra questi c'erano due ciechi e un'ipovedente. Questi ragazzi ci hanno aperto gli occhi. Ci siamo resi conto di come siamo vittime del monopolio della vista e di quanto importante e determinante per la comunicazione siano gli altri sensi. Mi ricordo bene quando Beppe arrivò a Palermo. Io ero già lì per dirigere un laboratorio di preparazione con questi attori. Beppe arrivò nel tardo pomeriggio ed ebbe solo occasione di salutarli: "Ciao! Domani lavorerete con me visto che con Ulla avete già fatto tante cose." L'indomani Beppe iniziò dicendo: "Eccoci, vi dividerò in due gruppi. Voi andrete lì e voi..." A quel punto uno dei ciechi mi toccò sulla spalla e mi chiese: "Ma chi parla?" Ed io risposi: "E' Beppe!" E lui: "Scusami! Ieri non ho avuto il tempo per registrare la sua voce." Ecco, spesso non ci rendiamo conto di ciò che avviene nei, attorno ed attraverso i canali di percezione che possediamo. In seguito a quest'esperienza, decidemmo d'inventare uno spettacolo per vedenti, facendoli assistere con una benda sugli occhi e al buio in modo da impedire loro l'uso della vista, facendo interagire in quel modo sensi come il tatto, l'olfatto e il gusto che di solito non vengono considerati sia nella preparazione che nella fruizione di uno spettacolo. Una luce soffusa permetteva agli attori di muoversi tra gli spettatori e di entrare in contatto con loro.
D. Fermati! Una storia d'amore. Parlare ai vedenti dell'amore "cieco". Quali le difficoltà nella messa in scena?
R. Costruire uno spettacolo al buio richiede sempre una messa in questione di tutti i contenuti e degli effetti che arricchiscono lo spettacolo, in modo tale che il loro uso diventi parte stessa del linguaggio dello spettacolo.
D. La Compagnia negli anni è cambiata. Quali le caratteristiche che richiedi ai tuoi attori "senza" volto?
R. Gli attori possono avere una lunga esperienza di teatro oppure essere alle prime armi. L'importante è che abbiano la capacità di essere presenti nel proporre vocalmente il proprio personaggio e nel saper entrare in contatto con gli spettatori in modo da suggerire emozioni provenienti dal tatto, dal gusto e dall'olfatto.
D. Fra immagini e colori, il riscontro del pubblico.
R. Lascio qui alcuni tra i tanti commenti che abbiamo ricevuto:
- Immerso in uno dei miei tantissimi sogni; uno di quelli in cui, tra immaginazione e fantasia, i colori, i suoni, i profumi si confondono, e generano qualcosa che non è mai accaduto prima. Se le sollecitazioni provenienti dall'esterno, non risuonano con qualcosa che abbiamo dentro, potrebbe essere tutto inutile, anche quando la vita ci ruota intorno, come in quei momenti della vostra rappresentazione. Si potrebbero dire un'infinità di cose, con la voce, con i respiri, con la pelle, con i polpastrelli delle dita, con il calore dei nostri corpi, dei nostri sospiri, prima e dopo, dentro e fuori di noi. Vedere o non vedere? non è questo il problema; una delle possibilità, potrebbe essere: vedere di non vedere, pur avendo occhi perfettamente vedenti.
- Per ognuno di noi, ciechi o vedenti, non si tratta solo di poter utilizzare questo o quel senso, ma di cogliere la presenza di tutte quelle altre "capacità", in una realtà che potrebbe assomigliare al più bello dei sogni.
- Prima di tutto vi volevo ringraziare per questo bellissimo dono. La parola che secondo me più rappresenta questo spettacolo è GENEROSITA'. Non solo per i doni, ma per le sensazioni, i suoni, le parole, il tocco, gli odori, i sapori, tutte cose che spesso vengono dimenticate, non usate o addirittura rifiutate nella vita quotidiana. Inizialmente ero agitata, preoccupata, e facevo fatica ad "ascoltare" con tutto il corpo. Poi pian piano tutto è diventato naturale e piacevole. Dopo il primo dono, la caramella, non ho più chiuso le mani e neppure ho smesso di sorridere. Vi ringrazio ancora moltissimo per questo momento. Ne farò tesoro. Proprio come di ogni dono. Grazie ancora!
- Profumi, suoni, musiche, tocchi che hanno lasciato scorrere emozioni… la mia bocca rilassata in un sorriso per tutto il tempo… gli occhi bendati… e qualcosa di magico nell' aria… Grazie per questa serata.
D. Dopo Fermati!, Ancora... Sogni e Incubi in incubazione, hai/avete un'altro progetto al buio?
R. Stiamo preparando " Immagina! Essere... essendo nel corpo." Il 16 febbraio 2016 faremo la prova aperta e vogliamo porgere un invito a tutti coloro che vorranno partecipare, in seguito, attivamente al possibile sviluppo dello spettacolo stesso.
"Immagina! Essere... essendo nel corpo." propone un'esperienza che permette allo spettatore di vivere l'origine e le variazioni del percepire, del rendersi conto e alla fine il piacere di confermare il proprio essere nell'essere. Attraverso stimoli di varia origine e portata, lo spettatore s'inserisce in una dimensione intima e oggettiva allo stesso tempo.
La prima volta non è semplice godere del testo, tanto non si è abituati a perdere il senso più importante, la vista. Quello che ci dà sicurezza e ci permette di avere il controllo, lo stesso che ci fa sentire smarriti una volta perso. E quindi, il primo approccio con lo spettacolo è di preparazione: il corpo deve abituarsi a fidarsi, a non avere paura di quello che non conosce, lasciandosi coinvolgere ed affascinare. Il corpo infine deve abituarsi a vivere il mondo da un'altra prospettiva, meno scontata e più intima, forse.
In un'unica volta l'esperienza non è completa. Bisogna ripeterla una, due, tre volte. Il corpo sarà più preparato, e le mani che vi cingeranno il braccio, una volta bendati gli occhi, questa volta, non saranno le mani di un estraneo che farà nascere le più disparate domande interne, ma saranno l'opportunità di liberarsi dalle catene e vivere appieno la potenza del testo. La storia d'amore che nasce dal mito, la paura ancestrale di non essere all'altezza. Amore che si unisce a Follia, in Fermati! si fa occasione per riflettere sul vero senso delle cose e degli affetti. Vedi o guardi solo?
Leggiamo adesso, nelle parole di Ulla Alasjarvi, cosa ha dato origine a gli spettacoli al buio e di cosa si nutrono tali esperienze. Quali le impressioni del pubblico, il prossimo spettacolo "sensoriale".
D. Palermo. Raccontaci l'esperienza che diede vita all'idea per lo spettacolo.
R. Siamo stati invitati a "montare" uno spettacolo a Palermo con giovani attori. Tra questi c'erano due ciechi e un'ipovedente. Questi ragazzi ci hanno aperto gli occhi. Ci siamo resi conto di come siamo vittime del monopolio della vista e di quanto importante e determinante per la comunicazione siano gli altri sensi. Mi ricordo bene quando Beppe arrivò a Palermo. Io ero già lì per dirigere un laboratorio di preparazione con questi attori. Beppe arrivò nel tardo pomeriggio ed ebbe solo occasione di salutarli: "Ciao! Domani lavorerete con me visto che con Ulla avete già fatto tante cose." L'indomani Beppe iniziò dicendo: "Eccoci, vi dividerò in due gruppi. Voi andrete lì e voi..." A quel punto uno dei ciechi mi toccò sulla spalla e mi chiese: "Ma chi parla?" Ed io risposi: "E' Beppe!" E lui: "Scusami! Ieri non ho avuto il tempo per registrare la sua voce." Ecco, spesso non ci rendiamo conto di ciò che avviene nei, attorno ed attraverso i canali di percezione che possediamo. In seguito a quest'esperienza, decidemmo d'inventare uno spettacolo per vedenti, facendoli assistere con una benda sugli occhi e al buio in modo da impedire loro l'uso della vista, facendo interagire in quel modo sensi come il tatto, l'olfatto e il gusto che di solito non vengono considerati sia nella preparazione che nella fruizione di uno spettacolo. Una luce soffusa permetteva agli attori di muoversi tra gli spettatori e di entrare in contatto con loro.
D. Fermati! Una storia d'amore. Parlare ai vedenti dell'amore "cieco". Quali le difficoltà nella messa in scena?
R. Costruire uno spettacolo al buio richiede sempre una messa in questione di tutti i contenuti e degli effetti che arricchiscono lo spettacolo, in modo tale che il loro uso diventi parte stessa del linguaggio dello spettacolo.
D. La Compagnia negli anni è cambiata. Quali le caratteristiche che richiedi ai tuoi attori "senza" volto?
R. Gli attori possono avere una lunga esperienza di teatro oppure essere alle prime armi. L'importante è che abbiano la capacità di essere presenti nel proporre vocalmente il proprio personaggio e nel saper entrare in contatto con gli spettatori in modo da suggerire emozioni provenienti dal tatto, dal gusto e dall'olfatto.
D. Fra immagini e colori, il riscontro del pubblico.
R. Lascio qui alcuni tra i tanti commenti che abbiamo ricevuto:
- Immerso in uno dei miei tantissimi sogni; uno di quelli in cui, tra immaginazione e fantasia, i colori, i suoni, i profumi si confondono, e generano qualcosa che non è mai accaduto prima. Se le sollecitazioni provenienti dall'esterno, non risuonano con qualcosa che abbiamo dentro, potrebbe essere tutto inutile, anche quando la vita ci ruota intorno, come in quei momenti della vostra rappresentazione. Si potrebbero dire un'infinità di cose, con la voce, con i respiri, con la pelle, con i polpastrelli delle dita, con il calore dei nostri corpi, dei nostri sospiri, prima e dopo, dentro e fuori di noi. Vedere o non vedere? non è questo il problema; una delle possibilità, potrebbe essere: vedere di non vedere, pur avendo occhi perfettamente vedenti.
- Per ognuno di noi, ciechi o vedenti, non si tratta solo di poter utilizzare questo o quel senso, ma di cogliere la presenza di tutte quelle altre "capacità", in una realtà che potrebbe assomigliare al più bello dei sogni.
- Prima di tutto vi volevo ringraziare per questo bellissimo dono. La parola che secondo me più rappresenta questo spettacolo è GENEROSITA'. Non solo per i doni, ma per le sensazioni, i suoni, le parole, il tocco, gli odori, i sapori, tutte cose che spesso vengono dimenticate, non usate o addirittura rifiutate nella vita quotidiana. Inizialmente ero agitata, preoccupata, e facevo fatica ad "ascoltare" con tutto il corpo. Poi pian piano tutto è diventato naturale e piacevole. Dopo il primo dono, la caramella, non ho più chiuso le mani e neppure ho smesso di sorridere. Vi ringrazio ancora moltissimo per questo momento. Ne farò tesoro. Proprio come di ogni dono. Grazie ancora!
- Profumi, suoni, musiche, tocchi che hanno lasciato scorrere emozioni… la mia bocca rilassata in un sorriso per tutto il tempo… gli occhi bendati… e qualcosa di magico nell' aria… Grazie per questa serata.
D. Dopo Fermati!, Ancora... Sogni e Incubi in incubazione, hai/avete un'altro progetto al buio?
R. Stiamo preparando " Immagina! Essere... essendo nel corpo." Il 16 febbraio 2016 faremo la prova aperta e vogliamo porgere un invito a tutti coloro che vorranno partecipare, in seguito, attivamente al possibile sviluppo dello spettacolo stesso.
"Immagina! Essere... essendo nel corpo." propone un'esperienza che permette allo spettatore di vivere l'origine e le variazioni del percepire, del rendersi conto e alla fine il piacere di confermare il proprio essere nell'essere. Attraverso stimoli di varia origine e portata, lo spettatore s'inserisce in una dimensione intima e oggettiva allo stesso tempo.
gb
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