Thanks for Vaselina
Carrozzeria orfeo Lubrifica il Baretti
Dopo il successo romano al Festival Teatri di Vetro, Thanks for Vaselina di Carrozzeria Orfeo - vincitore del Last Seen 2013 di Klp come migliore spettacolo dell'anno - arriva a Torino ospite della rassegna Concentrica. Al Teatro Baretti il 25 settembre per la regia collettiva di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi.
Dopo Idoli e Robe dell'altro mondo, Carrozzeria Orfeo, ancora una volta si interessa alle dinamiche, ai paradossi e alle ipocrisie del nostro tempo con uno sguardo presente ma non per forza moralistico. Un controcanto degli "ultimi" e degli esclusi dal mondo del successo e del benessere, Thanks for Vaselina è ‘un'inculata morbida', una violenza non esplicita, il compromesso pericoloso e terribile che congela il pensiero. E' l'abitudine a una vita tranquilla. E' un affresco feroce della nostra società contemporanea tra spaccio di marijuana, due trentenni senza nulla davanti e con poco dietro, una madre che ha abbandonato il figlio e un'adolescente sola, cacciata da casa, che dorme in macchina. Sullo sfondo una collettività che sfrutta le insicurezze, il bisogno di amore, coppie sfaldate e mancate riconciliazioni.
Premio Siae alla Creatività 2013 come miglior autore teatrale "Thanks for Vaselina" racconta la storia di esseri umani sconfitti, lasciati in un angolo dal mondo che prima li ha illusi, sfruttati e poi tragicamente derisi. In una continua escursione fra realtà e assurdo, fra sublime e banale, genitori disperati e figli senza futuro combattono nell'"istante" che gli è concesso per la propria sopravvivenza, vittime e carnefici della lotta senza tempo per il potere e l'amore. Tasselli di una catena alimentare, di una selezione naturale che non avrà mai fine, fino all'ultima bomba, fino all'ultimo uomo.
E' incazzato il protagonista. E' pieno d'odio e il suo odiare è il centro su cui ruotano gli altri personaggi, simbolo e giustificazione tangibile del suo sentimento negativo. Non ha importanza se contro la madre o l'amico, conta ancora meno se contro il padre fantasma o una sconosciuta giovanissima cicciona gigante, lui odia perché odiare gli concede l'identità che non riesce a costruirsi. Tutti fingono: la madre teenager e filosofa, l'amico no-tutto e contro tutto ma sempre a favore di sé stesso, la vera adolescente: simbolo e vittima - insieme agli altri - di una società non adulta. Il padre transessuale, che cercando solo un po' d'affetto finisce ucciso da un'amore fasullo. E soprattutto lui, il protagonista, che non capendo bene cosa fare, resta fermo e si alimenta d'odio e di ottima erba.
E il testo e un bel vaffanculo rabbioso verso tutti e tutto. Nei confronti della "manomissione delle parole e dell'informazione, verso la violenza della politica. L'occultamento di alcune verità nel rapporto vittima-carnefice tra occidente e oriente, il potere religioso e le nuove religioni, i corsi spirituali e quelli di autostima, le false diete e i falsi prodotti biologici, le finte manifestazioni e il finto buonismo. Fattucchiere, imbonitori e santoni con i loro falsi rimedi per tutto. La strumentalizzazione del dolore, della solidarietà, della morte". Non manca nulla e a ben vedere il testo non tralascia niente di tutte le nevrosi merceologiche e mentali che oggi dominano l'uomo contemporaneo, non denunciandole (anche se lo si fa involontariamente) ma mostrando uno spaccato reale e tragicomico non di una società intera, ma della condizione di molti, moltissimi italiani, soprattutto dei giovani.
Proprio alla fine, di uno spettacolo che sorprende nel suo divenire per la capacità di costruzione del dramma, il protagonista è, ancora, espressione dell'anti-eroe: nel momento in cui finge di essere sul bordo del precipizio a pisciare addosso a tutti i destinatari del suo disgusto e dopo che per un attimo si sente vivo, uomo e potente.. torna ad essere l'ignavo di sempre - come Dante lo classificherebbe - nel momento in cui dice la battuta che chiude lo spettacolo. Tanto lo so che quel giorno, quando deciderò di farlo, pioverà e il piscio mi tornerà in faccia. Ironica e d'effetto, la frase finale, sottolinea, ancora una volta, quanto alcuni siano abituati a vedere all'esterno le cause dei problemi non concedendosi nessuna colpa.
Insomma se non è colpa o della madre, o dell'amico o della cicciona, sicuramente sarà colpa del Tempo se il protagonista non riesce a trovare un modo di reagire, o semplicemente intuire che bisogna mettersi contro vento. Insomma abbiamo ancora, e per fortuna, bisogno di Eroi, come quelli antichi, con uno scopo e una missione. Perché se l'odio nasce dal contingente e serve a migliorare ben venga, ma se l'odio, che è un grande motore creativo pari al dolore e all'amore, si fa sterile finiremo tutti come il protagonista, ad essere esattamente tutto ciò che odiamo negli altri, senza rendercene conto, anzi sentendoci migliori. E convinti che la "vaselina" ce la sta spalmando un'entità esterna, non ci rendiamo conto, che siamo noi stessi che scegliamo il brand migliore per inginocchiarci. Pensiamoci..
Dopo Idoli e Robe dell'altro mondo, Carrozzeria Orfeo, ancora una volta si interessa alle dinamiche, ai paradossi e alle ipocrisie del nostro tempo con uno sguardo presente ma non per forza moralistico. Un controcanto degli "ultimi" e degli esclusi dal mondo del successo e del benessere, Thanks for Vaselina è ‘un'inculata morbida', una violenza non esplicita, il compromesso pericoloso e terribile che congela il pensiero. E' l'abitudine a una vita tranquilla. E' un affresco feroce della nostra società contemporanea tra spaccio di marijuana, due trentenni senza nulla davanti e con poco dietro, una madre che ha abbandonato il figlio e un'adolescente sola, cacciata da casa, che dorme in macchina. Sullo sfondo una collettività che sfrutta le insicurezze, il bisogno di amore, coppie sfaldate e mancate riconciliazioni.
Premio Siae alla Creatività 2013 come miglior autore teatrale "Thanks for Vaselina" racconta la storia di esseri umani sconfitti, lasciati in un angolo dal mondo che prima li ha illusi, sfruttati e poi tragicamente derisi. In una continua escursione fra realtà e assurdo, fra sublime e banale, genitori disperati e figli senza futuro combattono nell'"istante" che gli è concesso per la propria sopravvivenza, vittime e carnefici della lotta senza tempo per il potere e l'amore. Tasselli di una catena alimentare, di una selezione naturale che non avrà mai fine, fino all'ultima bomba, fino all'ultimo uomo.
E' incazzato il protagonista. E' pieno d'odio e il suo odiare è il centro su cui ruotano gli altri personaggi, simbolo e giustificazione tangibile del suo sentimento negativo. Non ha importanza se contro la madre o l'amico, conta ancora meno se contro il padre fantasma o una sconosciuta giovanissima cicciona gigante, lui odia perché odiare gli concede l'identità che non riesce a costruirsi. Tutti fingono: la madre teenager e filosofa, l'amico no-tutto e contro tutto ma sempre a favore di sé stesso, la vera adolescente: simbolo e vittima - insieme agli altri - di una società non adulta. Il padre transessuale, che cercando solo un po' d'affetto finisce ucciso da un'amore fasullo. E soprattutto lui, il protagonista, che non capendo bene cosa fare, resta fermo e si alimenta d'odio e di ottima erba.
E il testo e un bel vaffanculo rabbioso verso tutti e tutto. Nei confronti della "manomissione delle parole e dell'informazione, verso la violenza della politica. L'occultamento di alcune verità nel rapporto vittima-carnefice tra occidente e oriente, il potere religioso e le nuove religioni, i corsi spirituali e quelli di autostima, le false diete e i falsi prodotti biologici, le finte manifestazioni e il finto buonismo. Fattucchiere, imbonitori e santoni con i loro falsi rimedi per tutto. La strumentalizzazione del dolore, della solidarietà, della morte". Non manca nulla e a ben vedere il testo non tralascia niente di tutte le nevrosi merceologiche e mentali che oggi dominano l'uomo contemporaneo, non denunciandole (anche se lo si fa involontariamente) ma mostrando uno spaccato reale e tragicomico non di una società intera, ma della condizione di molti, moltissimi italiani, soprattutto dei giovani.
Proprio alla fine, di uno spettacolo che sorprende nel suo divenire per la capacità di costruzione del dramma, il protagonista è, ancora, espressione dell'anti-eroe: nel momento in cui finge di essere sul bordo del precipizio a pisciare addosso a tutti i destinatari del suo disgusto e dopo che per un attimo si sente vivo, uomo e potente.. torna ad essere l'ignavo di sempre - come Dante lo classificherebbe - nel momento in cui dice la battuta che chiude lo spettacolo. Tanto lo so che quel giorno, quando deciderò di farlo, pioverà e il piscio mi tornerà in faccia. Ironica e d'effetto, la frase finale, sottolinea, ancora una volta, quanto alcuni siano abituati a vedere all'esterno le cause dei problemi non concedendosi nessuna colpa.
Insomma se non è colpa o della madre, o dell'amico o della cicciona, sicuramente sarà colpa del Tempo se il protagonista non riesce a trovare un modo di reagire, o semplicemente intuire che bisogna mettersi contro vento. Insomma abbiamo ancora, e per fortuna, bisogno di Eroi, come quelli antichi, con uno scopo e una missione. Perché se l'odio nasce dal contingente e serve a migliorare ben venga, ma se l'odio, che è un grande motore creativo pari al dolore e all'amore, si fa sterile finiremo tutti come il protagonista, ad essere esattamente tutto ciò che odiamo negli altri, senza rendercene conto, anzi sentendoci migliori. E convinti che la "vaselina" ce la sta spalmando un'entità esterna, non ci rendiamo conto, che siamo noi stessi che scegliamo il brand migliore per inginocchiarci. Pensiamoci..
Gb
TEATRO BARETTI
THANKS FOR VASELINA
dedicato ai familiari delle vittime e a tutte le vittime dei familiari
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
interpreti Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, Ciro Masella, Francesca Turrini
musiche originali Massimiliano Setti
luci Diego Sacchi
costumi e scene Nicole Marsano e Giovanna Ferrara
disegni e locandina Giacomo Trivellini
www.carrozzeriaorfeo.it
THANKS FOR VASELINA
dedicato ai familiari delle vittime e a tutte le vittime dei familiari
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
interpreti Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, Ciro Masella, Francesca Turrini
musiche originali Massimiliano Setti
luci Diego Sacchi
costumi e scene Nicole Marsano e Giovanna Ferrara
disegni e locandina Giacomo Trivellini
www.carrozzeriaorfeo.it