Aquiloni
La letteratura non fu mai così divertente
Se pensate che la letteratura sia cosa angusta, polverosa ed estremamente noiosa, vi sorprenderà vedere Aquiloni di Paolo Paoli. Con uno spettacolo liberamente tratto da Myricae e i Poemetti di Giovanni Pascoli e senza cadere nel tranello dell'omaggio celebrativo, Poli ci invita a una scampagnata nel mondo poetico del letterato con l'intelligenza che l'ha sempre contraddistinto, regalandoci un ritratto più che mai umano del grande poeta. Esaltandone la potenza linguistica e la memoria di un'Italia rurale genuina e lontana nel tempo, celebra i fasti dell'ormai concluso Novecento e, fino al 18 maggio, il Carignano è en Travisti!
Non è da tutti essere complessi e mostrarsi semplici, come non deve essere facile fingersi superficiali quando è la profondità che interessa. Dunque non è tanto il suo personaggio che ci affascina, il suo essere attore, autore e regista, quando ormai il tempo lo ha consacrato e tante parole si sono scritte e dette, ma è la persona che adesso emerge prepotente. Come un Diogene ha sempre rifiutato i meccanismi delle masse e del mercato cine-teatrale, censurato e tenuto ai margini tanto che le nuove generazioni sconoscono la portata della sua carriera, Paolo Poli, come Pasolini è stato sempre alla ricerca di qualcosa che fosse al disopra e al di sotto della letteratura. Quella ricerca "aristocratica" in cui cultura alta e bassa si uniscono formando un equilibrio perfetto. Come le borgate per Pasolini, sono i personaggi semplici ad interessare l'attore, i portatori di quella italianità fatta di desideri "mondani" di cui il nostro dolce stil novo ne è l'esempio più alto. Ecco che allora l'universo apparentemente lacrimoso del poeta romagnolo, con la sua recitazione divertente, i perfetti cambi di scena e di abiti, gli amabili scioglilingua riemergere trasformato con impensabili risultati.
Non è da solo sul palco, insieme a lui i giovani componenti della sua compagnia a fare da corollario e sfondo a i vari personaggi che scorrono sul palco dando vita a un cabaret in cui si mischia commedia all'italiana, trasformismo ad un eccellente teatro di voce, il tutto sotto la presenza vigile delle scenografie vintage di Luzzati - amico di vecchia data e al cui sodalizio artistico Marina Romiti ha dedicato un libro, "Paolo Poli e Lele Luzzati - Il Novecento è il secolo nostro" - e con i costumi baroccheggianti di Santuzza Calì.
Aquiloni non porta in scena solo un autore del nostro repertorio letterale ma fissa sulla scena un'icona del teatro e della televisione nostrana. Sempre controcorrente già a partire dagli anni 60 e 70, in cui a Milano i teatranti vivevano all'ombra di Shakespeare e Brecht, lui decide di fare dell'altro. Ecco che allora il suo volto si presta a Caterina de Medici, a Rita da Cascia - divenuto caso nazionale - a Gulliver e a San Gregorio, insomma a tutta quella carrellata di personaggi utilissimi a farsi notare per la pungente ironia, il garbato istrionismo, la vena poetica e surreale contornata da momenti comici e giochi linguistici squisitissimi. Paolo Paoli, l'artista Umano!
Non è da tutti essere complessi e mostrarsi semplici, come non deve essere facile fingersi superficiali quando è la profondità che interessa. Dunque non è tanto il suo personaggio che ci affascina, il suo essere attore, autore e regista, quando ormai il tempo lo ha consacrato e tante parole si sono scritte e dette, ma è la persona che adesso emerge prepotente. Come un Diogene ha sempre rifiutato i meccanismi delle masse e del mercato cine-teatrale, censurato e tenuto ai margini tanto che le nuove generazioni sconoscono la portata della sua carriera, Paolo Poli, come Pasolini è stato sempre alla ricerca di qualcosa che fosse al disopra e al di sotto della letteratura. Quella ricerca "aristocratica" in cui cultura alta e bassa si uniscono formando un equilibrio perfetto. Come le borgate per Pasolini, sono i personaggi semplici ad interessare l'attore, i portatori di quella italianità fatta di desideri "mondani" di cui il nostro dolce stil novo ne è l'esempio più alto. Ecco che allora l'universo apparentemente lacrimoso del poeta romagnolo, con la sua recitazione divertente, i perfetti cambi di scena e di abiti, gli amabili scioglilingua riemergere trasformato con impensabili risultati.
Non è da solo sul palco, insieme a lui i giovani componenti della sua compagnia a fare da corollario e sfondo a i vari personaggi che scorrono sul palco dando vita a un cabaret in cui si mischia commedia all'italiana, trasformismo ad un eccellente teatro di voce, il tutto sotto la presenza vigile delle scenografie vintage di Luzzati - amico di vecchia data e al cui sodalizio artistico Marina Romiti ha dedicato un libro, "Paolo Poli e Lele Luzzati - Il Novecento è il secolo nostro" - e con i costumi baroccheggianti di Santuzza Calì.
Aquiloni non porta in scena solo un autore del nostro repertorio letterale ma fissa sulla scena un'icona del teatro e della televisione nostrana. Sempre controcorrente già a partire dagli anni 60 e 70, in cui a Milano i teatranti vivevano all'ombra di Shakespeare e Brecht, lui decide di fare dell'altro. Ecco che allora il suo volto si presta a Caterina de Medici, a Rita da Cascia - divenuto caso nazionale - a Gulliver e a San Gregorio, insomma a tutta quella carrellata di personaggi utilissimi a farsi notare per la pungente ironia, il garbato istrionismo, la vena poetica e surreale contornata da momenti comici e giochi linguistici squisitissimi. Paolo Paoli, l'artista Umano!
gb
Teatro Carignano
AQUILONI
due tempi di Paolo Poli
liberamente tratti da Giovanni Pascoli
interpretato e diretto da Paolo Poli, Fabrizio Casagrande, Daniele Corsetti, Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco diretto da Paolo Poli
scene Emanuele Luzzati
costumi Santuzza Calì
musiche Jacqueline Perrotin
coreografie Claudia Lawrence
Produzioni Teatrali Paolo Poli - Associazione Culturale
www.teatrostabiletorino.it
AQUILONI
due tempi di Paolo Poli
liberamente tratti da Giovanni Pascoli
interpretato e diretto da Paolo Poli, Fabrizio Casagrande, Daniele Corsetti, Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco diretto da Paolo Poli
scene Emanuele Luzzati
costumi Santuzza Calì
musiche Jacqueline Perrotin
coreografie Claudia Lawrence
Produzioni Teatrali Paolo Poli - Associazione Culturale
www.teatrostabiletorino.it