Il fanciullino dimenticato
Valerio Berruti alla Fondazione Stelline
La Fondazione Stelline di Milano ha presentato dal 23 settembre al 31 ottobre 2010, la personale di Valerio Berruti, Una Sola Moltitudine. La mostra, curata da Olga Gambari, è stata organizzata in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Torino e con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano.
E' stata esposta per la prima volta, in modo organico, la produzione plastica dell'artista, meno conosciuta e per lo più inedita.
Valerio Berruti nasce ad Alba, in Piemonte, nel 1977, si laurea in Critica d'Arte al D.A.M.S. di Torino, vive e lavora a Verduno (CN) in una chiesa sconsacrata del XVII secolo che ha acquistato e restaurato nel 1995. Il giovane artista in pochi anni ha sviluppato un cuccriculum internazionale e subito dopo l'appuntamento milanese, nel gennaio 2011, terrà una mostra personale al Pola Museum in Essex di Tokyo.
Il percorso espositivo, snodato fra la Sala del Collezionista e gli ambienti esterni della Fondazione (Chiostro della Magnolia e Orti di Leonardo) comprendeva 20 opere, tra cui una serie di installazioni monumentali, alcune composte da 25 sculture, 30 formelle, 250 bassorilievi, 400 mini busti in ceramica, il video La figlia di Isacco (presentato all'ultima Biennale di Venezia), disegni e bozzetti utilissimi per ri-costruire una visione armonica e organica del suo linguaggio.
Una poetica dalla tecnica mista, che dalla pittura approda alla scultura, avendo comunque come referente il mondo dell'infanzia. Fra inquietudini purissime e meraviglia, la mostra ci ha portato dentro uno stato ideale, quello del "fanciullino" (di non lontana memoria letteraria) che tesse le lodi di quell'età che tende col tempo, purtroppo, a corrodersi, financo a essere dimenticata.
Ecco, Berruti attraverso la sua arte, ci costringe a ricordare, a non perdere il contatto con ciò che eravamo: bambini. E lo fa attraverso l'uso della poesia perchè lo sguardo di una bimbo che guarda il mondo curioso è poesia, la sua innocenza pure, la sua in-coscienza lo stato a cui aspirare!
E cosi Berruti fissa i loro sguardi, e insieme le loro anime, nella materia... Iberna l'ideale, lo congela.
Guardate, sembra dirci, osservate cosa potevate essere e cosa siete adesso. Ricordatevi quanto bello poteva essere il mondo se guardato attraverso quegli occhi.
Le sue opere ci permettono di tornare indietro, di riconoscerci e sorridere. Resta amaro però il nostro sorridere. Fra ripianti e sogni, fra ricordi felici e la consapevolezza di una "pesantezza" del divenire adulti, si crea, naturalmente, un punto di contatto fra tutti gli uomini. Perchè tutti siamo stati bambini, ma non tutti lo ricordiamo.
Parafrasando quanto scritto dalla curatrice della mostra in questione, il segno di Valerio Berruti è un racconto contemporaneo che nasce come evoluzione continua con la tradizione classica. La sua arte è una dimensione che slabbra costantemente verso gli altri linguaggi artistici, guardando al passato come radici e al futuro come un laboratorio di possibilità sempre aperto. I suoi volti, i suoi corpi sono metafora di un'umanità in continuo divenire, in cui l'identità singola si fonde con il corso esistenziale e storico collettivo.
Chicca della mostra è stata, poi, la presentazione di VALERIOBERRUTI, la prima applicazione di arte contemporanea visuale per iPad, grazie alla quale, quanti si sono recati alla Fondazione Stelline con un tablet tra le mani, hanno potuto personalizzare la propria visita con approfondimenti, curiosità e contenuti speciali.
Le potenzialità dell'applicazione hanno, infatti, permesso di visualizzare, in alta definizione, le opere dell'artista ascoltando le musiche ideate dal sound designer K-Conjog e in più, di osservare i disegni originali realizzati dall'artista con Brushes Application, il programma che permette di creare su iPad utilizzando solamente le dita.
Per tutta la durata dell'esposizione, i piccoli multipli in ceramica che compongono la grande installazione Una Sola Moltitudine, sono stati venduti, al bookshop Abook Stelline, al solo costo di produzione di 24 Euro.
"Mi piacerebbe che le persone giocassero con le mie piccole sculture, che la loro personale collezione diventasse un'installazione. Vorrei che l'arte contemporanea provasse a farsi appropriare dalla gente, che diventasse accessibile a tutti e in questo modo fosse parte integrante della vita quotidiana". Valerio Berruti
E' stata esposta per la prima volta, in modo organico, la produzione plastica dell'artista, meno conosciuta e per lo più inedita.
Valerio Berruti nasce ad Alba, in Piemonte, nel 1977, si laurea in Critica d'Arte al D.A.M.S. di Torino, vive e lavora a Verduno (CN) in una chiesa sconsacrata del XVII secolo che ha acquistato e restaurato nel 1995. Il giovane artista in pochi anni ha sviluppato un cuccriculum internazionale e subito dopo l'appuntamento milanese, nel gennaio 2011, terrà una mostra personale al Pola Museum in Essex di Tokyo.
Il percorso espositivo, snodato fra la Sala del Collezionista e gli ambienti esterni della Fondazione (Chiostro della Magnolia e Orti di Leonardo) comprendeva 20 opere, tra cui una serie di installazioni monumentali, alcune composte da 25 sculture, 30 formelle, 250 bassorilievi, 400 mini busti in ceramica, il video La figlia di Isacco (presentato all'ultima Biennale di Venezia), disegni e bozzetti utilissimi per ri-costruire una visione armonica e organica del suo linguaggio.
Una poetica dalla tecnica mista, che dalla pittura approda alla scultura, avendo comunque come referente il mondo dell'infanzia. Fra inquietudini purissime e meraviglia, la mostra ci ha portato dentro uno stato ideale, quello del "fanciullino" (di non lontana memoria letteraria) che tesse le lodi di quell'età che tende col tempo, purtroppo, a corrodersi, financo a essere dimenticata.
Ecco, Berruti attraverso la sua arte, ci costringe a ricordare, a non perdere il contatto con ciò che eravamo: bambini. E lo fa attraverso l'uso della poesia perchè lo sguardo di una bimbo che guarda il mondo curioso è poesia, la sua innocenza pure, la sua in-coscienza lo stato a cui aspirare!
E cosi Berruti fissa i loro sguardi, e insieme le loro anime, nella materia... Iberna l'ideale, lo congela.
Guardate, sembra dirci, osservate cosa potevate essere e cosa siete adesso. Ricordatevi quanto bello poteva essere il mondo se guardato attraverso quegli occhi.
Le sue opere ci permettono di tornare indietro, di riconoscerci e sorridere. Resta amaro però il nostro sorridere. Fra ripianti e sogni, fra ricordi felici e la consapevolezza di una "pesantezza" del divenire adulti, si crea, naturalmente, un punto di contatto fra tutti gli uomini. Perchè tutti siamo stati bambini, ma non tutti lo ricordiamo.
Parafrasando quanto scritto dalla curatrice della mostra in questione, il segno di Valerio Berruti è un racconto contemporaneo che nasce come evoluzione continua con la tradizione classica. La sua arte è una dimensione che slabbra costantemente verso gli altri linguaggi artistici, guardando al passato come radici e al futuro come un laboratorio di possibilità sempre aperto. I suoi volti, i suoi corpi sono metafora di un'umanità in continuo divenire, in cui l'identità singola si fonde con il corso esistenziale e storico collettivo.
Chicca della mostra è stata, poi, la presentazione di VALERIOBERRUTI, la prima applicazione di arte contemporanea visuale per iPad, grazie alla quale, quanti si sono recati alla Fondazione Stelline con un tablet tra le mani, hanno potuto personalizzare la propria visita con approfondimenti, curiosità e contenuti speciali.
Le potenzialità dell'applicazione hanno, infatti, permesso di visualizzare, in alta definizione, le opere dell'artista ascoltando le musiche ideate dal sound designer K-Conjog e in più, di osservare i disegni originali realizzati dall'artista con Brushes Application, il programma che permette di creare su iPad utilizzando solamente le dita.
Per tutta la durata dell'esposizione, i piccoli multipli in ceramica che compongono la grande installazione Una Sola Moltitudine, sono stati venduti, al bookshop Abook Stelline, al solo costo di produzione di 24 Euro.
"Mi piacerebbe che le persone giocassero con le mie piccole sculture, che la loro personale collezione diventasse un'installazione. Vorrei che l'arte contemporanea provasse a farsi appropriare dalla gente, che diventasse accessibile a tutti e in questo modo fosse parte integrante della vita quotidiana". Valerio Berruti
Gb
FONDAZIONE STELLINE
VALERIO BERRUTI
UNA SOLA MOLTITUDINE
www.valerioberruti.it
www.stelline.it
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