L'Avanguardia russa a Torino
Capolavori dalla collezione Costakis
Nel 1934 Andrej Zdaneiv, commissario per la Politica culturale ai tempi di Stalin, aveva dato il via ufficiale al realismo socialista quale dogma unico e predominante della creazione artistica, incitando: "Siate i promotori più attivi della trasformazione della coscienza degli uomini nello spirito del socialismo". Gli artisti russi d'avanguardia furono così considerati dei "formalisti" e "il formalismo – scrive Maria Tsantsanoglou direttrice del Museo Statale d'Arte Contemporanea di Salonicco - in un momento in cui pittori e scultori erano tenuti a propagandare e rappresentare gli ideali della nuova società sovietica, era un'accusa pari al tradimento nazionale".
È stato l'incontro casuale con un dipinto di Olga Rozanova nel 1946, in un periodo storico di proibizionismo per l'arte, a spingere George Costakis, ad interessarsi all'arte sperimentale russa d'inizio Novecento. Da allora, per quasi tre decenni, collezionò con costanza e metodo i lavori di questi artisti e tutto il possibile materiale correlato a quel periodo: schizzi, appunti, libri d'arte, manifesti, riviste, fotografie, lettere, manoscritti e tanti altri documenti che hanno dato luogo anche a un preziosissimo archivio.
In contatto con le famiglie e gli amici degli artisti, oltre che con i pittori ancora in vita, Costakis - che lavorava come autista prima all'Ambasciata greca e poi in quella canadese - diede vita a una raccolta straordinaria che fino alla metà degli anni '70 conservò nell'appartamento moscovita di Vernadskii Avenue. L'abitazione era divenuta una sorta di straordinario museo privato, fucina per la formazione delle giovani generazioni e luogo d'incontro d'intellettuali, artisti e personalità di tutto il mondo che qui mangiavano, bevevano e discorrevano e dei quali restano ricordi, commenti e messaggi nel librone degli ospiti: da Marc Chagall a Henri Cartier-Bresson, da Nina Kandinsky a Edward Kennedy, da David Rockfeller a Igor Stravinsky.
Solo intorno agli anni Ottanta, quando ormai Costakis era tornato in Grecia, la raccolta messa insieme da questo straordinario collezionista divenne famosa nel mondo grazie, in particolare, alla mostra del 1981 presso la Guggheneim di New York, dove per la prima volta venne restaurata e catalogata. "Se un giorno questo fenomeno diverrà noto – disse Costakis in un'intervista del 1983 – per il mondo sarà una sorpresa".
Ci sono ancora moltissimi aspetti dell'Avanguardia russa da comprendere e da studiare: il dialogo estetico, le differenze tra gli artisti, il loro rapporto con l'arte occidentale, le ispirazioni tratte dalla scienza e dalla filosofia o le politiche delle istituzioni e degli atelier.
La mostra "Avanguardia Russa dalla collezione Costakis", con circa trecento opere esposte - tra cui dipinti, guaches e acquarelli, lavori d'arte applicata, documenti e un nucleo di un centinaio di disegni sull'architettura costruttivista – si propone come una vera e propria esposizione enciclopedica dell'Avanguardia russa, rappresentativa di tutti i principali movimenti del tempo (dal Nuovo impressionismo e simbolismo al Cubo futurismo, dal Suprematismo al Cosmismo), ricca dei capolavori dei maggiori artisti di quegli anni come Malevich, Popova, Rodčenko, Rozanova, El Lissitzky, Stepanova. Un'immersione totale – curata da Maria Tsantsanoglou e Angeliki Charistou - per comprendere i cambiamenti radicali e rivoluzionari di quello che è stato definito da Camilla Gray "il grande esperimento" dell'arte del XX secolo.
Quindi i tanti dipinti e disegni di Solomon Nikritin, artista della seconda generazione, fondatore del movimento proiezionista; le opere dei fratelli Ender fondamentali per comprendere l'applicazione delle teorie sulla quarta dimensione e sul rapporto organico tra arte, natura e biologia; una serie di primi dipinti di Aleksandr Rodčenko, figura guida del movimento costruttivista, realizzati tra il 1919 e il 1921 quando l'artista era uno dei membri della commissione di sintesi pittorica-scultorea-architettonica (Zˇ ivskulptarch), prima di abbandonare la pittura da cavalletto per lavorare sulla produzione artistica.
La collezione di porcellane di artisti quali Nikolaj Suetin, Sergei Chekhonin e soprattutto Vasilij Kandinskij e i libri progettati da diversi artisti dell'avanguardia russa tra cui Malevič, Popova, Filonov, Rozanova e Klucis – pensiamo a Guerra universale del 1916 realizzato in 100 copie, con dodici poesie e un testo introduttivo del poeta futurista Aleksej Kručënych e undici collage a colori non-oggettivi,realizzati con tessuto e carta dallo stesso maestro in collaborazione con la Rozanova - sono prove significative dei tentativi effettuati dagli artisti dell'avanguardia di avere un impatto sulla produzione di massa.
E poi i grandi capolavori come il Ritratto di Malevič datato 1910, Donna in viaggio della Popova (1915) in cui le istanze del cubismo francese s'intersecano con gli elementi del futurismo italiano e - tra i tanti - Ritmo espressivo del 1943-1944 di Aleksandr Rodčenko. Quest'ultima, una composizione astratta a parallelepipedo, fa parte d'una serie d'opere non-oggettive realizzate agli inizi degli anni Quaranta - dopo il ritorno di Rodčcenko alla pittura come arte a sé stante, una decina d'anni prima – che con gocce e schizzi di colore crea una sorta di ritmo e di moto, un dinamismo interno, un equilibrio compositivo "calcolato", che spinge a un inevitabile confronto con l'espressionismo astratto e l'action painting.
Infine, i geniali esperimenti e i sogni d'artista: la struttura dell'ala del Letatlin di Vladimir Tetlin Tatlin appartiene a una delle sue creazioni più ardite, bizzarre e utopistiche. Quello in collezione Costakis e in mostra a Torino è uno dei pochi componenti ancora esistenti dei tre modelli di "bicicletta volante" presentati a Mosca nel 1923, con cui Tetlin Tatlin intendeva liberare l'umanità dai vincoli della gravità e offrire la sensazione di volare come gli uccelli. Costruendo questo apparecchio, egli pose più enfasi sulla struttura organica che sulla tecnologia, grazie all'utilizzo di materiali quali il legno, il sughero, la seta, la pelle, così come cavi d'acciaio e duralluminio. Ma la sua invenzione non volò mai.
È stato l'incontro casuale con un dipinto di Olga Rozanova nel 1946, in un periodo storico di proibizionismo per l'arte, a spingere George Costakis, ad interessarsi all'arte sperimentale russa d'inizio Novecento. Da allora, per quasi tre decenni, collezionò con costanza e metodo i lavori di questi artisti e tutto il possibile materiale correlato a quel periodo: schizzi, appunti, libri d'arte, manifesti, riviste, fotografie, lettere, manoscritti e tanti altri documenti che hanno dato luogo anche a un preziosissimo archivio.
In contatto con le famiglie e gli amici degli artisti, oltre che con i pittori ancora in vita, Costakis - che lavorava come autista prima all'Ambasciata greca e poi in quella canadese - diede vita a una raccolta straordinaria che fino alla metà degli anni '70 conservò nell'appartamento moscovita di Vernadskii Avenue. L'abitazione era divenuta una sorta di straordinario museo privato, fucina per la formazione delle giovani generazioni e luogo d'incontro d'intellettuali, artisti e personalità di tutto il mondo che qui mangiavano, bevevano e discorrevano e dei quali restano ricordi, commenti e messaggi nel librone degli ospiti: da Marc Chagall a Henri Cartier-Bresson, da Nina Kandinsky a Edward Kennedy, da David Rockfeller a Igor Stravinsky.
Solo intorno agli anni Ottanta, quando ormai Costakis era tornato in Grecia, la raccolta messa insieme da questo straordinario collezionista divenne famosa nel mondo grazie, in particolare, alla mostra del 1981 presso la Guggheneim di New York, dove per la prima volta venne restaurata e catalogata. "Se un giorno questo fenomeno diverrà noto – disse Costakis in un'intervista del 1983 – per il mondo sarà una sorpresa".
Ci sono ancora moltissimi aspetti dell'Avanguardia russa da comprendere e da studiare: il dialogo estetico, le differenze tra gli artisti, il loro rapporto con l'arte occidentale, le ispirazioni tratte dalla scienza e dalla filosofia o le politiche delle istituzioni e degli atelier.
La mostra "Avanguardia Russa dalla collezione Costakis", con circa trecento opere esposte - tra cui dipinti, guaches e acquarelli, lavori d'arte applicata, documenti e un nucleo di un centinaio di disegni sull'architettura costruttivista – si propone come una vera e propria esposizione enciclopedica dell'Avanguardia russa, rappresentativa di tutti i principali movimenti del tempo (dal Nuovo impressionismo e simbolismo al Cubo futurismo, dal Suprematismo al Cosmismo), ricca dei capolavori dei maggiori artisti di quegli anni come Malevich, Popova, Rodčenko, Rozanova, El Lissitzky, Stepanova. Un'immersione totale – curata da Maria Tsantsanoglou e Angeliki Charistou - per comprendere i cambiamenti radicali e rivoluzionari di quello che è stato definito da Camilla Gray "il grande esperimento" dell'arte del XX secolo.
Quindi i tanti dipinti e disegni di Solomon Nikritin, artista della seconda generazione, fondatore del movimento proiezionista; le opere dei fratelli Ender fondamentali per comprendere l'applicazione delle teorie sulla quarta dimensione e sul rapporto organico tra arte, natura e biologia; una serie di primi dipinti di Aleksandr Rodčenko, figura guida del movimento costruttivista, realizzati tra il 1919 e il 1921 quando l'artista era uno dei membri della commissione di sintesi pittorica-scultorea-architettonica (Zˇ ivskulptarch), prima di abbandonare la pittura da cavalletto per lavorare sulla produzione artistica.
La collezione di porcellane di artisti quali Nikolaj Suetin, Sergei Chekhonin e soprattutto Vasilij Kandinskij e i libri progettati da diversi artisti dell'avanguardia russa tra cui Malevič, Popova, Filonov, Rozanova e Klucis – pensiamo a Guerra universale del 1916 realizzato in 100 copie, con dodici poesie e un testo introduttivo del poeta futurista Aleksej Kručënych e undici collage a colori non-oggettivi,realizzati con tessuto e carta dallo stesso maestro in collaborazione con la Rozanova - sono prove significative dei tentativi effettuati dagli artisti dell'avanguardia di avere un impatto sulla produzione di massa.
E poi i grandi capolavori come il Ritratto di Malevič datato 1910, Donna in viaggio della Popova (1915) in cui le istanze del cubismo francese s'intersecano con gli elementi del futurismo italiano e - tra i tanti - Ritmo espressivo del 1943-1944 di Aleksandr Rodčenko. Quest'ultima, una composizione astratta a parallelepipedo, fa parte d'una serie d'opere non-oggettive realizzate agli inizi degli anni Quaranta - dopo il ritorno di Rodčcenko alla pittura come arte a sé stante, una decina d'anni prima – che con gocce e schizzi di colore crea una sorta di ritmo e di moto, un dinamismo interno, un equilibrio compositivo "calcolato", che spinge a un inevitabile confronto con l'espressionismo astratto e l'action painting.
Infine, i geniali esperimenti e i sogni d'artista: la struttura dell'ala del Letatlin di Vladimir Tetlin Tatlin appartiene a una delle sue creazioni più ardite, bizzarre e utopistiche. Quello in collezione Costakis e in mostra a Torino è uno dei pochi componenti ancora esistenti dei tre modelli di "bicicletta volante" presentati a Mosca nel 1923, con cui Tetlin Tatlin intendeva liberare l'umanità dai vincoli della gravità e offrire la sensazione di volare come gli uccelli. Costruendo questo apparecchio, egli pose più enfasi sulla struttura organica che sulla tecnologia, grazie all'utilizzo di materiali quali il legno, il sughero, la seta, la pelle, così come cavi d'acciaio e duralluminio. Ma la sua invenzione non volò mai.
GB
Polo Reale - Palazzo Chiablese
AVANGUARDIA RUSSA. Da Malevič a Rodčenko
Capolavori dalla collezione Costakis
www.mostracostakis.it
www.poloreale.beniculturali.it
AVANGUARDIA RUSSA. Da Malevič a Rodčenko
Capolavori dalla collezione Costakis
www.mostracostakis.it
www.poloreale.beniculturali.it