Gerhard Richter
Edizioni 1965-2012
A Torino alla Fondazione Sandretto
Trascorso quasi un mese dalla sua inaugurazione, ne restano all'incirca due per tutti quelli che ancora non hanno visto, ma vogliono assolutamente vedere, la mostra Gerhard Richter – Edizioni 1965-2012 allestita negli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Proposta al pubblico nella primavera del 2012 presso lo spazio me Collectors Room a Berlino resterà nel capoluogo piemontese fino al 21 aprile, presentando in anteprima mondiale le ultime edizioni prodotte da Richter, Die Welt (ottobre 2012) e Babette (gennaio 2013).
L'artista è noto soprattutto per i suoi dipinti, ormai presenti nelle collezioni museali di tutto il mondo, tuttavia negli ultimi anni sono le sue edizioni ad attirare sempre più l'interesse di collezionisti, curatori di musei e appassionati d'arte. Le edizioni sono vere e proprie opere d'arte originali realizzate non come pezzi unici, ma in un certo numero di copie, usando i supporti più disparati. Dalle stampe alle fotografie, dai dipinti ai libri d'artista, dai manifesti ai multipli -serie di oggetti tridimensionali.
Le edizioni esposte alla Fondazione fanno parte della Collezione Olbricht, ovvero l'unica collezione privata al mondo (il professor Thomas Olbricht ha collezionato le edizioni Richter per oltre 20 anni) che include quasi tutte le edizioni dal 1964 a oggi, con oltre 150 opere. A queste se ne aggiungono altre per un totale di circa 165 opere, e insieme costituiscono il mosaico richteriano.
Dai soggetti noti al grande pubblico alle opere che si ispirano a quadri famosi: le edizioni fotografiche Ema (Nude on a Staircase) e Uncle Rudi; Dalle stampe come Mao, Elisabeth, Betty, Canary Landscapes e Colour Fields, ai Multipli come Sphere e Mirror>, ma anche edizioni di dipinti come Grey e Fuji, e per la prima volta in Italia i bellissimi e arazzi Abdu, Iblan, Yusuf, Musa.
Artista camaleontico, difficilmente classificabile, Richter ha un percorso artistico che parte dall'Informale, cambia avvicinandosi al Realismo per poi sfociare nell´Espressionismo Astratto. E'a Dusseldorf (città in cui vive e in cui si trasferisce pochi mesi prima che il regime comunista della Germania dell´Est costruisse il muro di Berlino) che conosce il gruppo Fluxus, così come l'opera di artisti fondamentali come Jean Dubuffet, Alberto Giacometti e Jean Fautrier. Negli anni '60 egli stesso è a capo di un gruppo di artisti che facevano oggetto di satira la realtà politica della Guerra Fredda, esprimendosi attraverso quello che fu chiamato il "Realismo Capitalista", variante tedesca dell´Arte Pop americana.
Nonostante il paesaggismo abbia predominato durante tutta la sua carriera, l'artista è sempre tornato alle composizioni astratte e perfino al ritratto, riuscendo ad avere un proprio posto nei cataloghi di Storia dell´Arte. Il suo dominio delle differenti tecniche può essere paragonato alla ricchezza della sua gamma cromatica e con la pluralità di temi che trasferisce nelle sue creazioni.
I suoi lavori traggono origine da una profonda riflessone sulle condizioni dell'attuale produzione artistica. Che cos'è un'immagine? Che cosa può essere, sullo sfondo della nostra società mediatica, ma anche delle lunghe tradizioni storico-artistiche? E nel chiederselo, l'immagine assume un aspetto fondamentale nel suo fare arte, non solo perchè si inserisce nello studio/riflessione della storia dell'arte vera e propria, ma soprattutto perché l'uso e la manipolazione di immagini possono aprire le porte ad un pubblico vasto, non solo di professionisti e curatori. Lo stesso Richter in una lettera al Museum of Modern Art di New York, del 1998 scriverà:
«Consideravo, e tuttora considero, le edizioni come una gradita compensazione alla realizzazione di dipinti, che sono pezzi unici. Le edizioni rappresentano una straordinaria opportunità per presentare la mia opera a un pubblico più ampio.»
Gerhard Richter - Edizioni 1965–2012
Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
A cura di Hubertus Butin e Wolfgang Schoppmann
www.gerhard-richter.com
L'artista è noto soprattutto per i suoi dipinti, ormai presenti nelle collezioni museali di tutto il mondo, tuttavia negli ultimi anni sono le sue edizioni ad attirare sempre più l'interesse di collezionisti, curatori di musei e appassionati d'arte. Le edizioni sono vere e proprie opere d'arte originali realizzate non come pezzi unici, ma in un certo numero di copie, usando i supporti più disparati. Dalle stampe alle fotografie, dai dipinti ai libri d'artista, dai manifesti ai multipli -serie di oggetti tridimensionali.
Le edizioni esposte alla Fondazione fanno parte della Collezione Olbricht, ovvero l'unica collezione privata al mondo (il professor Thomas Olbricht ha collezionato le edizioni Richter per oltre 20 anni) che include quasi tutte le edizioni dal 1964 a oggi, con oltre 150 opere. A queste se ne aggiungono altre per un totale di circa 165 opere, e insieme costituiscono il mosaico richteriano.
Dai soggetti noti al grande pubblico alle opere che si ispirano a quadri famosi: le edizioni fotografiche Ema (Nude on a Staircase) e Uncle Rudi; Dalle stampe come Mao, Elisabeth, Betty, Canary Landscapes e Colour Fields, ai Multipli come Sphere e Mirror>, ma anche edizioni di dipinti come Grey e Fuji, e per la prima volta in Italia i bellissimi e arazzi Abdu, Iblan, Yusuf, Musa.
Artista camaleontico, difficilmente classificabile, Richter ha un percorso artistico che parte dall'Informale, cambia avvicinandosi al Realismo per poi sfociare nell´Espressionismo Astratto. E'a Dusseldorf (città in cui vive e in cui si trasferisce pochi mesi prima che il regime comunista della Germania dell´Est costruisse il muro di Berlino) che conosce il gruppo Fluxus, così come l'opera di artisti fondamentali come Jean Dubuffet, Alberto Giacometti e Jean Fautrier. Negli anni '60 egli stesso è a capo di un gruppo di artisti che facevano oggetto di satira la realtà politica della Guerra Fredda, esprimendosi attraverso quello che fu chiamato il "Realismo Capitalista", variante tedesca dell´Arte Pop americana.
Nonostante il paesaggismo abbia predominato durante tutta la sua carriera, l'artista è sempre tornato alle composizioni astratte e perfino al ritratto, riuscendo ad avere un proprio posto nei cataloghi di Storia dell´Arte. Il suo dominio delle differenti tecniche può essere paragonato alla ricchezza della sua gamma cromatica e con la pluralità di temi che trasferisce nelle sue creazioni.
I suoi lavori traggono origine da una profonda riflessone sulle condizioni dell'attuale produzione artistica. Che cos'è un'immagine? Che cosa può essere, sullo sfondo della nostra società mediatica, ma anche delle lunghe tradizioni storico-artistiche? E nel chiederselo, l'immagine assume un aspetto fondamentale nel suo fare arte, non solo perchè si inserisce nello studio/riflessione della storia dell'arte vera e propria, ma soprattutto perché l'uso e la manipolazione di immagini possono aprire le porte ad un pubblico vasto, non solo di professionisti e curatori. Lo stesso Richter in una lettera al Museum of Modern Art di New York, del 1998 scriverà:
«Consideravo, e tuttora considero, le edizioni come una gradita compensazione alla realizzazione di dipinti, che sono pezzi unici. Le edizioni rappresentano una straordinaria opportunità per presentare la mia opera a un pubblico più ampio.»
Gerhard Richter - Edizioni 1965–2012
Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
A cura di Hubertus Butin e Wolfgang Schoppmann
www.gerhard-richter.com