teatro out off
Sguardo all'inferno per comprendere il paradiso
Il teatro OutOff propone dal 13 al 18 ottobre, tre donne: Renata Ciaravino, Silvia Gallerano e Carmen Pellegrini. La Compagnia Dionisi mette in scena "serate bastarde". Serate come quelle spese a fissare lo schermo televisivo, bastarde come il senso figurativo che nasconde lo stesso fonema e quindi corrotte. Alterate. Esattamente come il modo in cui i media agiscono sulla nostra persona. Alterandone i sensi e gli scopi diminuisce la nostra capacità critica rendendoci massa. Un gregge schiavo del dogmatismo dettato dal dio della pubblicità, dell'immagine. Dal dio che governa quella che una volta doveva essere la polis-etica.
È la mise en scene del grottesco e nel grottesco il capovolgimento del senso, esattamente come in letteratura aveva fatto Milton nel suo Paradise lost. Si mette in scena l'inferno diventato quotidianità per cercare di comprendere cosa del paradiso abbiamo perso. Il tutto è intriso di quella ironica tragicità cara al nostro teatro, di quelle risa che partono felici e terminano quasi con le lacrime agli occhi pur continuando a ridere.
Lo spettacolo è un continuo ridere e commuoversi e riflettere. E si riflette e si agisce insieme: nella dialettica artista fra oggetto e soggetto che guarda, la compagnia spezza questa consuetudine interagendo e facendo del pubblico una parte attiva.
Si discute, si ride, si scherza esattamente come si fa ad una cena, passata magari con la compagnia della tv accesa. Ed in fatti i temi sono quelli generalissimi della morte, del sesso e della politica, ma dal generale, purtroppo, è inevitabile la discesa nel particolare. Tutti vogliamo i nostri 15 minuti di celebrità anche se questo vuol dire mettere in mostra le nostre esperienze private: i litigi fra familiari, la ricerca del partner, l'esibizione del nostro corpo, la vendita totale della nostra vita ai reality. Sarà un problema di destra o di sinistra? Non sarà che tutti e due rincorrono lo stesso pallone come ricorda la Fallaci ne La rabbia e l'orgoglio? Forse è il caso di dire che le ideologie sono morte, come morta è la dicotomia politica italiana finalizzata ormai ad un anti-berlusconismo che sa di lotta personale piuttosto che ad una alternativa politica vera e propia.
E cosa resta all'Italia e agli italiani? Resta di riprendere le redini dei propi cavalli e indirizzarsi verso una consapevolezza matura dei fatti, verso la ricerca della vera verità e non quella indotta dai media. Sartori a tal proposito, nel 'sistema fragile', parla dei media come di uno specchio a due raggi: vedere attraverso il filtro dei media ci da una dimostrazione di come la società è, ma purtroppo le società si compongono di uomini, dunque il secondo raggio che si riflette siamo proprio noi. Guardiamoci. Ridereste o piangereste
È la mise en scene del grottesco e nel grottesco il capovolgimento del senso, esattamente come in letteratura aveva fatto Milton nel suo Paradise lost. Si mette in scena l'inferno diventato quotidianità per cercare di comprendere cosa del paradiso abbiamo perso. Il tutto è intriso di quella ironica tragicità cara al nostro teatro, di quelle risa che partono felici e terminano quasi con le lacrime agli occhi pur continuando a ridere.
Lo spettacolo è un continuo ridere e commuoversi e riflettere. E si riflette e si agisce insieme: nella dialettica artista fra oggetto e soggetto che guarda, la compagnia spezza questa consuetudine interagendo e facendo del pubblico una parte attiva.
Si discute, si ride, si scherza esattamente come si fa ad una cena, passata magari con la compagnia della tv accesa. Ed in fatti i temi sono quelli generalissimi della morte, del sesso e della politica, ma dal generale, purtroppo, è inevitabile la discesa nel particolare. Tutti vogliamo i nostri 15 minuti di celebrità anche se questo vuol dire mettere in mostra le nostre esperienze private: i litigi fra familiari, la ricerca del partner, l'esibizione del nostro corpo, la vendita totale della nostra vita ai reality. Sarà un problema di destra o di sinistra? Non sarà che tutti e due rincorrono lo stesso pallone come ricorda la Fallaci ne La rabbia e l'orgoglio? Forse è il caso di dire che le ideologie sono morte, come morta è la dicotomia politica italiana finalizzata ormai ad un anti-berlusconismo che sa di lotta personale piuttosto che ad una alternativa politica vera e propia.
E cosa resta all'Italia e agli italiani? Resta di riprendere le redini dei propi cavalli e indirizzarsi verso una consapevolezza matura dei fatti, verso la ricerca della vera verità e non quella indotta dai media. Sartori a tal proposito, nel 'sistema fragile', parla dei media come di uno specchio a due raggi: vedere attraverso il filtro dei media ci da una dimostrazione di come la società è, ma purtroppo le società si compongono di uomini, dunque il secondo raggio che si riflette siamo proprio noi. Guardiamoci. Ridereste o piangereste
gb
Teatro out Off
Serate bastarde
Compagnia Dionisi
www.myspace.com/compagniadionisi
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