Alla triennale di Milano la ''Violenza Invisibile'': il VideoArt Festival.
Da oggi alla Triennale di Milano in mostra i video degli artisti partecipanti al terzo concorso internazionale di video arte: FestArte VideoArt Festival, in mostra fino al 15 di maggio.
La prestigiosa location per l'arte contemporanea milanese ospita la terza tappa di una mostra che si vuole itinerante. Dopo Roma, Ravello e Ancona spetta a Milano esporre le ventidue opere scelte e divise per categorie: in concorso, fuori concorso e menzioni speciali. Sessanta artisti, di ogni parte del mondo, si sono confrontati con il tema spinoso della violenza invisibile, nel privato, nella sfera pubblica ed in quella sociale; ognuno con la propria sensibilità, le proprie urgenze in modo da far, attraverso le loro opere, scaturire riflessioni sulla cesura dei media, l'anaffettività materna, le relazioni familiari, il rapporto uomo-donna e quello amichevole fra i due sessi; l'identità sociale, le apparenti 'normalità', la prigionia di leggi e veti. Opere di denuncia insomma su vari livelli, sarcastiche e pungenti, metaforiche e oniriche. L'allestimento alla mostra è posto al primo piano del museo ed è curato da ComputerArte. Parte della parete centrale della piccola sala (Impluvium) è occupata dalle proiezioni giganti; alle pareti laterali due schermi più piccoli mandano a rotazione i video degli artisti concorrenti. Il tutto, per la comodità del pubblico, allestito con comode poltrone e sedie design, e apparati tecnologici che vengono sponsorizzati en passant. Pur se gli artisti tutti meritevoli e i video degni di nota, sono stati pochi quelli che, fra il pubblico – durante il verinissage di ieri - li hanno notati effettivamente. L'allestimento, sicuramente scenico, non consentiva, infatti, una fruizione disinvolta delle opere: solo due sedie e tre cuffie per i monitor laterali, e una decina per la parete centrale non sembrano funzionare. Appare chiaro che la gente desiste se non per noia, almeno per buona educazione. Non a caso si cita la noia che forse dovrebbe intendersi come fretta, svogliatezza o mancanza totale di interesse, in quanto - almeno nell'inaugurazione - il pubblico presente ha presenziato alla mostra quel tanto che occorreva per far presenza e non ascoltando il più delle volte il sonoro dei video. Ma è molto cool presenziare alle mostre, come è di tendenza scappare nel momento esatto in cui il dj alza il volume: parte la festa, il bouffet e il jet set... Wow! Fortunatamente le opere non hanno a che fare con mondanità e serate danzanti, si allineano, piuttosto, allo scopo del Festival che è quello di incentivare una riflessione sulla violenza invisibile in tutte le sfere del quotidiano, dai legami familiari a quelli amorosi, le amicizie per quanto riguarda il privato, al pubblico, con casi di mobbing e stalking; nella sfera sociale attraverso le trame politiche ed economiche. Nel vedere i video si è proiettati dentro un mondo di denunce a volte sottili, altre più esplicite. Si parla appunto di invisibilità, di quella violenza che ferisce non lasciando segni apparenti. È la violenza di cui tutti siamo le vittime e i carnefici allo stesso tempo. Nessuno può esimersi ma tutti possono biasimarsi. Non si spera certo in un cambiamento radicale, ma il Festival, attraverso le opere, crede che una certa sensibilità e consapevolezza possano svilupparsi in modo da potersi separare da questa violenza, riconoscerla e liberarsene. Triennale di Milano VideoArt Festival 12-15 maggio 2011 |
VideoArt Festival website:
www.festarte.it Triennale Milano website: www.triennale.org |