Al Carignano Tato Russo
Mattia Pascal e la ricerca dell'Io
Allo Stabile il conflitto tra forma e vita.
Con Il fu Mattia Pascal - nella versione di Tato Russo - al Carignano, un nome e la sua crisi identitaria. Il viaggio di Mattia Pascal nell'abisso della contraddizione tra essere e apparire.
Primo grande successo europeo del drammaturgo di Girgenti, Il fu Mattia Pascal, scritto nel 1904 - apparso dapprima a puntate sulla rivista "Nuova Antologia" - fu importantissimo perché oltrepassati i canoni veristi, racconta l'angoscia esistenziale di un uomo privo di verità assolute, pronto a smarrirsi in quell'universo interiore che di lì a poco sarà scoperto da Freud.
Tre le trasposizioni cinematografiche dell'opera di Pirandello. La prima - muta e omonima- risale già al 1926, per la regia del francese Marcel L'Herbier e con Ivan Mosjoukine nel ruolo di Mattia. Nel 1937 è ancora la volta di un regista francese, Pierre Chenal, che scelse Pierre Blanchar come protagonista. Lo stesso anno viene distribuita una pellicola di produzione italiana firmata sempre da Chenal. La più recente versione de Il fu Mattia Pascal è italiana e risale al 1985, per la regia di Mario Monicelli con Marcello Mastroianni, che con Le due vite di Mattia Pascal, propone una versione ambientata negli anni Ottanta.
A teatro il romanzo fu messo in scena nel 2004, da Tullio Kezich con Massimo Dapporto nella parte di Mattia Pascal. Nel 2008 il Teatro Prova di Bergamo ne cura una riduzione teatrale, incrociando la storia del romanzo a quella del suo autore: Io sono la tua pazzia, per la regia di Stefano Mecca. Nel 2010 spetta a Tato Russodare nuova linfa al capolavoro pirandelliano. Oggi è questa la versione proposta dallo Stabile.
≪Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal≫. Ambientato a cavallo fra Ottocento e Novecento, il romanzo dell'intellettuale siculo, attraverso una trama fitta di colpi di scena, per la prima volta in italia, fa compiere ai suoi personaggi un viaggio alla ricerca dell'altra parte di sé - alla scoperta dell'Es si dirà anni dopo - o della propria vera identità. E questo significa morire per ri-vivere un'altra volta, viaggiare a ritroso nei Sé, per abbandonare le apparenze tentando la scoperta, definitiva, del proprio io. Per questo, Tato Russo interpreta il doppio ruolo di Mattia Pascal e di Adriano Meis, così come gli altri personaggi muoiono tutti per rincontrarsi identici nella storia di Adriano e rivivere poi in quella nuova di Pascal. E' lo svisceramento dell'importanza della convivenza dei contrasti, che Pirandello, attraverso una scrittura che caratterizza, per la prima volta, psicologicamente i personaggi, concede loro delle sfumature, permettendogli di essere tutto e al contempo il suo contrario, facendo de Il fu Mattia Pascal il primo esempio di individuo "contemporaneo".
Nella versione di Tato Russo, il romanzo si fa commedia; il testo si asciuga, senza tralasciare, però, l'umorismo e lo stile del Pirandello drammaturgo. Si attualizza, dunque, e l'espediente dell'analessi, il flashback cinematografico, è utile a creare il doppio binario della narrazione e dell'azione, in cui Mattia si racconta e agisce. Il linguaggio e le sue inflessioni si fanno quotidiane e l'ambientazione, già poco definita nell'originale, resta ambigua concedendo all'opera un carattere universale e contingente. Perché Mattia Pascal, nonostante più di un secolo dalla sua postulazione, resta tale e quale all'uomo d'oggi. Nonostante Pirandello, Nietzsche e Freud, financo gli studi sulla personalità creativa, ancora, moltissimi non conoscono l'importanza del doppio, cioè della convivenza naturale e biologica, fra protagonista e antagonista. Ecco perché torna a parlarci Mattia Pascal, non solo per raccontarci i fatti di casa sua - che poi sono i fatti di tutti - ma per metterci in guardia dalle istanze del Super-Io - convenzioni e consuetudini sociali - invitandoci a compiere lo stesso viaggio di Mattia Pascal - dall'Io all'Es e viceversa - che ha come meta ultima un'identità completa e matura.
Con Il fu Mattia Pascal - nella versione di Tato Russo - al Carignano, un nome e la sua crisi identitaria. Il viaggio di Mattia Pascal nell'abisso della contraddizione tra essere e apparire.
Primo grande successo europeo del drammaturgo di Girgenti, Il fu Mattia Pascal, scritto nel 1904 - apparso dapprima a puntate sulla rivista "Nuova Antologia" - fu importantissimo perché oltrepassati i canoni veristi, racconta l'angoscia esistenziale di un uomo privo di verità assolute, pronto a smarrirsi in quell'universo interiore che di lì a poco sarà scoperto da Freud.
Tre le trasposizioni cinematografiche dell'opera di Pirandello. La prima - muta e omonima- risale già al 1926, per la regia del francese Marcel L'Herbier e con Ivan Mosjoukine nel ruolo di Mattia. Nel 1937 è ancora la volta di un regista francese, Pierre Chenal, che scelse Pierre Blanchar come protagonista. Lo stesso anno viene distribuita una pellicola di produzione italiana firmata sempre da Chenal. La più recente versione de Il fu Mattia Pascal è italiana e risale al 1985, per la regia di Mario Monicelli con Marcello Mastroianni, che con Le due vite di Mattia Pascal, propone una versione ambientata negli anni Ottanta.
A teatro il romanzo fu messo in scena nel 2004, da Tullio Kezich con Massimo Dapporto nella parte di Mattia Pascal. Nel 2008 il Teatro Prova di Bergamo ne cura una riduzione teatrale, incrociando la storia del romanzo a quella del suo autore: Io sono la tua pazzia, per la regia di Stefano Mecca. Nel 2010 spetta a Tato Russodare nuova linfa al capolavoro pirandelliano. Oggi è questa la versione proposta dallo Stabile.
≪Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal≫. Ambientato a cavallo fra Ottocento e Novecento, il romanzo dell'intellettuale siculo, attraverso una trama fitta di colpi di scena, per la prima volta in italia, fa compiere ai suoi personaggi un viaggio alla ricerca dell'altra parte di sé - alla scoperta dell'Es si dirà anni dopo - o della propria vera identità. E questo significa morire per ri-vivere un'altra volta, viaggiare a ritroso nei Sé, per abbandonare le apparenze tentando la scoperta, definitiva, del proprio io. Per questo, Tato Russo interpreta il doppio ruolo di Mattia Pascal e di Adriano Meis, così come gli altri personaggi muoiono tutti per rincontrarsi identici nella storia di Adriano e rivivere poi in quella nuova di Pascal. E' lo svisceramento dell'importanza della convivenza dei contrasti, che Pirandello, attraverso una scrittura che caratterizza, per la prima volta, psicologicamente i personaggi, concede loro delle sfumature, permettendogli di essere tutto e al contempo il suo contrario, facendo de Il fu Mattia Pascal il primo esempio di individuo "contemporaneo".
Nella versione di Tato Russo, il romanzo si fa commedia; il testo si asciuga, senza tralasciare, però, l'umorismo e lo stile del Pirandello drammaturgo. Si attualizza, dunque, e l'espediente dell'analessi, il flashback cinematografico, è utile a creare il doppio binario della narrazione e dell'azione, in cui Mattia si racconta e agisce. Il linguaggio e le sue inflessioni si fanno quotidiane e l'ambientazione, già poco definita nell'originale, resta ambigua concedendo all'opera un carattere universale e contingente. Perché Mattia Pascal, nonostante più di un secolo dalla sua postulazione, resta tale e quale all'uomo d'oggi. Nonostante Pirandello, Nietzsche e Freud, financo gli studi sulla personalità creativa, ancora, moltissimi non conoscono l'importanza del doppio, cioè della convivenza naturale e biologica, fra protagonista e antagonista. Ecco perché torna a parlarci Mattia Pascal, non solo per raccontarci i fatti di casa sua - che poi sono i fatti di tutti - ma per metterci in guardia dalle istanze del Super-Io - convenzioni e consuetudini sociali - invitandoci a compiere lo stesso viaggio di Mattia Pascal - dall'Io all'Es e viceversa - che ha come meta ultima un'identità completa e matura.
gb
TEATRO CARIGNANO
IL FU MATTIA PASCAL
di Luigi Pirandello
Con Tato Russo, Renato De Rienzo, Salvatore Esposito, Marina Lorenzi, Peppe Mastrocinque, Adriana Ortolani, Carmen Pommella, Francesco Ruotolo, Caterina Scalaprice, Massimo Sorrentino, Lorenzo Venturini scene Tony Di Ronza
disegno luci Roger La Fontaine
costumi Giusi Giustino
musiche Alessio Vlad
T.T.R. Il Teatro di Tato Russo
www.tatorusso.it
IL FU MATTIA PASCAL
di Luigi Pirandello
Con Tato Russo, Renato De Rienzo, Salvatore Esposito, Marina Lorenzi, Peppe Mastrocinque, Adriana Ortolani, Carmen Pommella, Francesco Ruotolo, Caterina Scalaprice, Massimo Sorrentino, Lorenzo Venturini scene Tony Di Ronza
disegno luci Roger La Fontaine
costumi Giusi Giustino
musiche Alessio Vlad
T.T.R. Il Teatro di Tato Russo
www.tatorusso.it