il Censore
Luci rosse al Litta
Irriverente, mordace e scandalosamente reale è lo spettacolo che chiude il palinsesto del Teatro Litta. Pièce del drammaturgo scozzese Anthony Neilson - tra i principali esponenti, insieme a Sarah Kane e Mark Ravenhill, della corrente britannica in-yer-face-theatre - il Censore arriva a Milano con la regia di Antonio Syxty e in scena i protagonisti hot Giovanna Rossi, Gaetano Callegaro, Marianna de Pinto. Al Litta fino al 7 luglio.
Opera vincitrice del Time Out Award for Best Fringe Production e del Writers Guild Award for Best Fringe Play nel 1997, lo spettacolo é la storia immaginata, un'iperbole che racconta un incontro fra una donna, Shirley Fontaine, regista di film erotici, e un fantomatico Censore, addetto alla valutazione artistica e morale dei contenuti filmati. Tutto ruota attorno al film porno che Miss Fontaine propone al Censore e già i diverbi dalla prima scena: lui vede soltanto la consumazione di un amplesso, lei nota gli sguardi, percepisce il ritmo, nota anche che il pene non è sempre in erezione.. e secondo lei come mai, signor Censore?
Questa, la prima provocazione di una lunga serie, apre la via ad un labirinto di parole e desideri, di istinti che si palesano ma che vengono subito repressi. La carica erotica viene attutita, al meno nel suo nascere, dallo scontro di due mondi, il maschile ed il femminile - ed è interessante notare come la moglie sia molto simile a Miss Fontaine - il quale non decreta vincitori ma solo vittime: entrambi i protagonisti, una volta sondato a fondo la loro perversioni soccomberanno ad esse.
In perfetto stile in-yer-face il dramma vuole sbattere, se non tirare bruscamente in faccia agli spettatori la condizione su cui versano l'uomo e la donna di oggi. La donna è sempre più gatta, é una Lewisky che gioca col sua sessualità per fare carriera, smaniosa nel dare sfogo ai suoi appetiti, e così l'uomo, meno furbo forse della donna, anche lui guarda al mondo dal punto di vista privilegiato della zona pelvica, una volta che qualcuno ha fatto breccia nella sua zona oscura e volutamente nascosta. L'uomo di oggi e la società di cui sono composte vivono ancora lo sfasamento che Durkeim aveva denunciato: lo sfasamento fra io collettivo e io individuale, e questo produce attori sociali più che persone che convivono, ruoli più che essenze. E mancando riti pubblici in cui le comunità potevano dare libero sfogo al loro dionisiaco come in passato, le perversioni, nell'evo contemporaneo sono demandate tutte alla sfera privata e al soddisfacimento all'interno della società dei consumi: clubs, locali scambisti, chat, pornografia, sesso virtuale, saune e orgia party..
Un trio d'attori esemplari mette in scena quanto detto attraverso dialoghi scarni e risposte brevi. Tutto è lasciato al potere evocativo delle tonalità vocali e del linguaggio non verbale e quando questi erano muti subentravano le affascinanti atmosfere cromatiche di Fulvio Melli. I tre si muovono in scenografie oniriche dall'aspirazione artistica, opera di Guido Buganza, creando spaesamento nel pubblico e ponendo la storia allo stesso tempo in un non luogo o in tutti i luoghi possibili. Perchè la loro storia è la nostra, insieme condividiamo desideri, sporcizia, lussuria, sesso legato alla violenza, tradimento.
Opera vincitrice del Time Out Award for Best Fringe Production e del Writers Guild Award for Best Fringe Play nel 1997, lo spettacolo é la storia immaginata, un'iperbole che racconta un incontro fra una donna, Shirley Fontaine, regista di film erotici, e un fantomatico Censore, addetto alla valutazione artistica e morale dei contenuti filmati. Tutto ruota attorno al film porno che Miss Fontaine propone al Censore e già i diverbi dalla prima scena: lui vede soltanto la consumazione di un amplesso, lei nota gli sguardi, percepisce il ritmo, nota anche che il pene non è sempre in erezione.. e secondo lei come mai, signor Censore?
Questa, la prima provocazione di una lunga serie, apre la via ad un labirinto di parole e desideri, di istinti che si palesano ma che vengono subito repressi. La carica erotica viene attutita, al meno nel suo nascere, dallo scontro di due mondi, il maschile ed il femminile - ed è interessante notare come la moglie sia molto simile a Miss Fontaine - il quale non decreta vincitori ma solo vittime: entrambi i protagonisti, una volta sondato a fondo la loro perversioni soccomberanno ad esse.
In perfetto stile in-yer-face il dramma vuole sbattere, se non tirare bruscamente in faccia agli spettatori la condizione su cui versano l'uomo e la donna di oggi. La donna è sempre più gatta, é una Lewisky che gioca col sua sessualità per fare carriera, smaniosa nel dare sfogo ai suoi appetiti, e così l'uomo, meno furbo forse della donna, anche lui guarda al mondo dal punto di vista privilegiato della zona pelvica, una volta che qualcuno ha fatto breccia nella sua zona oscura e volutamente nascosta. L'uomo di oggi e la società di cui sono composte vivono ancora lo sfasamento che Durkeim aveva denunciato: lo sfasamento fra io collettivo e io individuale, e questo produce attori sociali più che persone che convivono, ruoli più che essenze. E mancando riti pubblici in cui le comunità potevano dare libero sfogo al loro dionisiaco come in passato, le perversioni, nell'evo contemporaneo sono demandate tutte alla sfera privata e al soddisfacimento all'interno della società dei consumi: clubs, locali scambisti, chat, pornografia, sesso virtuale, saune e orgia party..
Un trio d'attori esemplari mette in scena quanto detto attraverso dialoghi scarni e risposte brevi. Tutto è lasciato al potere evocativo delle tonalità vocali e del linguaggio non verbale e quando questi erano muti subentravano le affascinanti atmosfere cromatiche di Fulvio Melli. I tre si muovono in scenografie oniriche dall'aspirazione artistica, opera di Guido Buganza, creando spaesamento nel pubblico e ponendo la storia allo stesso tempo in un non luogo o in tutti i luoghi possibili. Perchè la loro storia è la nostra, insieme condividiamo desideri, sporcizia, lussuria, sesso legato alla violenza, tradimento.
gb
TEATRO LITTA
Il Censore
di Anthony Neilson
traduzione Imogen Kusch
con Giovanna Rossi, Gaetano Callegaro, Marianna de Pinto
regia Antonio Syxty
scene e costumi Guido Buganza
luci e immagini Fulvio Melli
staff tecnico Alessandro Barbieri, Ahmad Shalabi
foto di scena Federico Cambria
direzione di produzione Gaia Calimani
produzione LITTA_ produzioni
www.teatrolitta.it
Il Censore
di Anthony Neilson
traduzione Imogen Kusch
con Giovanna Rossi, Gaetano Callegaro, Marianna de Pinto
regia Antonio Syxty
scene e costumi Guido Buganza
luci e immagini Fulvio Melli
staff tecnico Alessandro Barbieri, Ahmad Shalabi
foto di scena Federico Cambria
direzione di produzione Gaia Calimani
produzione LITTA_ produzioni
www.teatrolitta.it