Interplay
galli | torta | d'anna
Ultimo giro di danze prima del prossimo appuntamento site specific - 8 giugno - in Barriera di Milano. Interplay dal centro si sposta in periferia e nella bellissima cornice delle Fonderie Limone a Moncalieri il 30 maggio tre diversissime coreografie italiane.
La luce al tramonto è sempre affascinante e il tempo clemente ha permesso che l'aperitivo fosse fatto nel cortile esterno subito di fronte a quel promontorio naturale che crea una quinta naturale. Natura, cibo, danza e non solo per l'ultimo appuntamento di maggio. A scaldare e preparare gli occhi e l'animo degli spettatori è O | proiezione dell'architettura ossea del giovanissimo Nicola Galli. 16m² di superficie plastica :: 165.600 ∼ sfere :: 32 ∼ dm³ d'aria ermeticamente racchiusa per un concezione della danza mista fra geometria e ginnastica in cui fortissimo è il senso armonico del corpo e la sua padronanza. Un corpo sano che si esprime in un ambiente che diventa il suo riflesso. Un corpo demiurgo di nuove ed estetiche traiettorie e linee che creano teoremi perfetti.
Dal foyer si passa al teatro ed è la volta di FinCheMorte del collettivo Tecnologia Filosofica. Ancora in forma di studio la performance riflette sul tema del trapasso. Tra suggestioni sonore, tempi scanditi da stanze luminose e la relazione scenica tra i corpi nasce l'urgenza, da parte dei danzatori, di avere uno sguardo disincantato nei confronti della Morte. In definitiva le persone muoiono come sono vissute e per il trio l'importante è arrivare vivi alla morte. Concetto che in movimento si traduce con la ricerca e la contaminazione di linguaggi differenti che si uniscono insieme e si fondono con il divenire fluido dell'azione scenica.
Ciliegina sulla torta è la pièce dei consanguinei D'Anna. Personale, Intima, drammatica, vera e privata è la performance a cui Giulio D'Anna ha dato il nome di Parkin'son (un gioco di parole per sottendere "il figlio di Parkinson"). Ispiratosi alla malattia del padre - Stefano D'anna co-protagonista del figlio in scena -, l'esperienza si fa dramma e dal personale si passa all'universale.
La storia privata di un'infanzia, di un rapporto padre/figlio, che si ricorda una volta adulti; che avvicina generazioni diverse che cambiano e rivedono il passato risistemandone i ricordi. La gioia, l'incomprensione adolescenziale, un padre un po' pazzerello che canta "il mondo", l'omosessualità del figlio. Esperienze diverse scandite per anno creano quell'ideale differenza che unisce due mondi che poco hanno da dirsi. Cosa centra un'auto con l'amore per il teatro?
E dove non si notano somiglianze l'amore le crea e così, nel 2011, il figlio chiede al padre, terapista, di partecipare ad uno spettacolo. Sorpresa il padre accetta - e solo questo basta a commuovere, pensiamo a quante critiche o dubbi da parte della famiglie gli attori e le persone di spettacolo subiscono -; ma crescere cambia i punti di vista fortunatamente e si diventa più condiscendenti e la condivisione può avvenire e la danza si fa espressione di movimenti che traducono emozioni familiari.
Fortissime quelle tra un padre e un figlio che si vedono sul palco e che sono lo specchio delle sensazioni di ogni figlio e di ogni genitore nel pubblico. Certo il centro del dramma è la malattia del padre, dei limiti che questa crea proprio a partire dai movimenti. L'impatto nelle emozioni di chi vede e ascolta parte dal privato e conduce al sociale insomma. Inutile dire di come sia proprio la presenza del padre ad amplificare il vortice di sensazioni intime che vengono sublimate e scandagliate grazie all'azione scenica. Incroci dei due corpi, l'uno fuoriesce dall'altro. Corpi che si stuzzicano infantili, si colpiscono come adolescenti, ma si riconoscono l'uno come la continuazione dell'altro. E alla fine, quando il climax drammatico ha raggiunto il suo massimo, dove non c'erano mani battenti si vedevano occhi lacrimanti.
Quando il teatro fa piangere è sempre un buon segno..
La luce al tramonto è sempre affascinante e il tempo clemente ha permesso che l'aperitivo fosse fatto nel cortile esterno subito di fronte a quel promontorio naturale che crea una quinta naturale. Natura, cibo, danza e non solo per l'ultimo appuntamento di maggio. A scaldare e preparare gli occhi e l'animo degli spettatori è O | proiezione dell'architettura ossea del giovanissimo Nicola Galli. 16m² di superficie plastica :: 165.600 ∼ sfere :: 32 ∼ dm³ d'aria ermeticamente racchiusa per un concezione della danza mista fra geometria e ginnastica in cui fortissimo è il senso armonico del corpo e la sua padronanza. Un corpo sano che si esprime in un ambiente che diventa il suo riflesso. Un corpo demiurgo di nuove ed estetiche traiettorie e linee che creano teoremi perfetti.
Dal foyer si passa al teatro ed è la volta di FinCheMorte del collettivo Tecnologia Filosofica. Ancora in forma di studio la performance riflette sul tema del trapasso. Tra suggestioni sonore, tempi scanditi da stanze luminose e la relazione scenica tra i corpi nasce l'urgenza, da parte dei danzatori, di avere uno sguardo disincantato nei confronti della Morte. In definitiva le persone muoiono come sono vissute e per il trio l'importante è arrivare vivi alla morte. Concetto che in movimento si traduce con la ricerca e la contaminazione di linguaggi differenti che si uniscono insieme e si fondono con il divenire fluido dell'azione scenica.
Ciliegina sulla torta è la pièce dei consanguinei D'Anna. Personale, Intima, drammatica, vera e privata è la performance a cui Giulio D'Anna ha dato il nome di Parkin'son (un gioco di parole per sottendere "il figlio di Parkinson"). Ispiratosi alla malattia del padre - Stefano D'anna co-protagonista del figlio in scena -, l'esperienza si fa dramma e dal personale si passa all'universale.
La storia privata di un'infanzia, di un rapporto padre/figlio, che si ricorda una volta adulti; che avvicina generazioni diverse che cambiano e rivedono il passato risistemandone i ricordi. La gioia, l'incomprensione adolescenziale, un padre un po' pazzerello che canta "il mondo", l'omosessualità del figlio. Esperienze diverse scandite per anno creano quell'ideale differenza che unisce due mondi che poco hanno da dirsi. Cosa centra un'auto con l'amore per il teatro?
E dove non si notano somiglianze l'amore le crea e così, nel 2011, il figlio chiede al padre, terapista, di partecipare ad uno spettacolo. Sorpresa il padre accetta - e solo questo basta a commuovere, pensiamo a quante critiche o dubbi da parte della famiglie gli attori e le persone di spettacolo subiscono -; ma crescere cambia i punti di vista fortunatamente e si diventa più condiscendenti e la condivisione può avvenire e la danza si fa espressione di movimenti che traducono emozioni familiari.
Fortissime quelle tra un padre e un figlio che si vedono sul palco e che sono lo specchio delle sensazioni di ogni figlio e di ogni genitore nel pubblico. Certo il centro del dramma è la malattia del padre, dei limiti che questa crea proprio a partire dai movimenti. L'impatto nelle emozioni di chi vede e ascolta parte dal privato e conduce al sociale insomma. Inutile dire di come sia proprio la presenza del padre ad amplificare il vortice di sensazioni intime che vengono sublimate e scandagliate grazie all'azione scenica. Incroci dei due corpi, l'uno fuoriesce dall'altro. Corpi che si stuzzicano infantili, si colpiscono come adolescenti, ma si riconoscono l'uno come la continuazione dell'altro. E alla fine, quando il climax drammatico ha raggiunto il suo massimo, dove non c'erano mani battenti si vedevano occhi lacrimanti.
Quando il teatro fa piangere è sempre un buon segno..
gb
O | proiezione dell'architettura ossea
NICOLA GALLI (I)
azione e creazione progetto MdV | Nicola Galli
FinCheMorte \ primo studio
TECNOLOGIA FILOSOFICA (I)
coreografie Aldo Torta
con Aldo Torta, Stefano Botti e Francesca Cinalli
PARKIN'SON
GIULIO D'ANNA (I/NL)
coreografie Giulio D'Anna
con Giulio e Stefano D'Anna
musiche originali Maarten Bokslag
www.mosaicodanza.it
NICOLA GALLI (I)
azione e creazione progetto MdV | Nicola Galli
FinCheMorte \ primo studio
TECNOLOGIA FILOSOFICA (I)
coreografie Aldo Torta
con Aldo Torta, Stefano Botti e Francesca Cinalli
PARKIN'SON
GIULIO D'ANNA (I/NL)
coreografie Giulio D'Anna
con Giulio e Stefano D'Anna
musiche originali Maarten Bokslag
www.mosaicodanza.it