Cinema in fotografia
il Kubrick prima di Kubrick
É a Rainer Crone, curatore di questa mostra, che si deve la scoperta e lo studio di un complesso di ben 12.000 immagini! Mentre molti sono gli appassionati dei suoi film, pochi sapevano, fino a oggi, che, negli anni dell'immediato dopoguerra Kubrick è stato anche un grandissimo fotografo.
Oggi abbiamo la fortuna di poter presenziare, presso il Palazzo della Ragione a Milano, non una semplice raccolta delle fotografie di un artista, per quanto importante, ma una serie di "storie" narrate per immagini, che costituiscono un corpus unico, attraverso cui ci è possibile leggere, in una forma ben identificabile, lo stile e le capacità da "story teller" del grande regista. Una serie di racconti per immagini dunque che vengono presentate al pubblico italiano, con la certezza che esse consentano ai tanti appassionati dell'opera di Stanley Kubrick di ritrovare tutta la capacità narrativa, il senso dell'humor e la forza visionaria del grande regista.
Dal 16 aprile al 4 luglio 2010, a Palazzo della Ragione di Milano saranno esposte oltre 200 fotografie, molte delle quali inedite e realizzate dal giovane regista dal 1945 al 1950 quando, a soli 17 anni, venne assunto dalla rivista americana Look. La mostra è stata prodotta in collaborazione con il Museum of the City of New York e la Library of Congress di Washington, che custodiscono un patrimonio ancora sconosciuto di oltre 20.000 negativi di Stanley Kubrick che già giovanissimo era già un grande fotografo in grado di documentare la vita quotidiana dell'America dell'immediato dopoguerra, attraverso le storie di celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, inquadrature fulminanti e ironiche nella New York che si apprestava a diventare la nuova capitale mondiale, o ancora la vita quotidiana dei musicisti.
L'iniziativa rivelerà il modo di fare fotografia di Stanley Kubrick, passione che ereditò ancora minorenne dal padre. La prima fotografia viene pubblicata il 26 giugno 1945 e ritrae un edicolante affranto per la morte di Roosevelt, un'immagine che affascinerà cosi tanto gli editors del magazine Look da offrire al giovane Kubrick, la possibilità di entrare nello staff della storica rivista come fotoreporter. Il metodo Look, caratterizzato da una narrazione a episodi, non incontrava il gradimento dei più importanti fotogiornalisti dell'epoca. I responsabili della rivista volevano che il soggetto fosse seguito costantemente, che venisse fotografato in tutto ciò che faceva. Questo stile invadente esercitava un grande fascino su Kubrick al quale piaceva creare delle storie partendo proprio dalle foto. Per ottenere dai personaggi delle pose che fossero più naturali possibili, Kubrick metteva in atto una serie di stratagemmi per passare inosservato. Come ad esempio nascondere il cavo della macchina fotografica sotto la manica della giacca e nell'azionare l'otturatore con un interruttore nascosto nel palmo della mano.
Gran parte del senso estetico che ritroviamo nei suoi film veniva già espresso dal suo lavoro di questi anni. Anche ricorrendo a tecniche e punti di vista particolari e mantenendo sempre un certo distacco riesce a far trapelare l'aspetto psicologico dei soggetti ritratti, permettendo così all'osservatore delle foto di costruire una personale interpretazione del carattere delle persone riprese. Un passaggio fondamentale, dunque, se si pensa che l'ambiguità dell'immagine e del cinema stesso sono al centro della riflessione che anima il cinema d'autore del secondo dopoguerra, per questo detto moderno e di cui Kubrick è stato uno degli indiscutibili maestri. In particolare, questa raccolta di negativi ci permette di decodificare in modo persuasivo alcuni dei riferimenti culturali che saranno caratteristici anche delKubrick regista: innanzitutto il tema dell'estraneazione dell'artista rispetto alla propria opera d'arte, che poi evolverà nella sperimentazione delle proprie emozioni ed esperienze di fronte alla macchina fotografica. Non ultimo il fascino esercitato dall'ignoto e da non definito sul regista.
Il percorso espositivo è organizzato in due parti. La prima, divisa a sua volta in 7 sezioni, avrà un'introduzione,Icone, nella quale vengono presentate le immagini simbolo delle storie che l'occhio dell'obiettivo di Kubrick ha immortalato. Come Portogallo che racconterà il viaggio in terra lusitana di due americani nell'immediato dopoguerra, o ancora Crimini, che testimonierà l'arresto di due malviventi seguendo i movimenti dei poliziotti, le loro strategie, le loro furbizie, fino all'avvenuta cattura.
Betsy Furstenberg , protagonista della sezione a lei dedicata e che la rappresenta come il simbolo della vivace vita newyorkese di quegli anni, farà da contraltare alle vicende dei piccoli shoe shine, ilustrascarpeche si trovavano agli angoli delle strade di New York. Chiudono questa prima parte le due sezioni dedicate alla vita che si svolgeva all'interno della Columbia University , un luogo d'élite dove l'America formava la classe dirigente del futuro, e all'interno del Campus Mooseheartnell'Illinois , una residenza universitaria, costruita da benefattori, per educare figli orfani di guerra che sarebbero andati a ingrossare le fila della middle class americana.
La seconda parte del percorso toccherà altri argomenti rappresentativi della breve carriera di Kubrick fotografo, come le immagini dedicate al giovane Montgomery Clift colto all'interno del suo appartamento, o quelle del pugile Rocky Graziano , che raccontano i momenti pubblici e privati di un eroe moderno, o ancora l'epopea dei musicisti dixieland di New Orleans.
Oggi abbiamo la fortuna di poter presenziare, presso il Palazzo della Ragione a Milano, non una semplice raccolta delle fotografie di un artista, per quanto importante, ma una serie di "storie" narrate per immagini, che costituiscono un corpus unico, attraverso cui ci è possibile leggere, in una forma ben identificabile, lo stile e le capacità da "story teller" del grande regista. Una serie di racconti per immagini dunque che vengono presentate al pubblico italiano, con la certezza che esse consentano ai tanti appassionati dell'opera di Stanley Kubrick di ritrovare tutta la capacità narrativa, il senso dell'humor e la forza visionaria del grande regista.
Dal 16 aprile al 4 luglio 2010, a Palazzo della Ragione di Milano saranno esposte oltre 200 fotografie, molte delle quali inedite e realizzate dal giovane regista dal 1945 al 1950 quando, a soli 17 anni, venne assunto dalla rivista americana Look. La mostra è stata prodotta in collaborazione con il Museum of the City of New York e la Library of Congress di Washington, che custodiscono un patrimonio ancora sconosciuto di oltre 20.000 negativi di Stanley Kubrick che già giovanissimo era già un grande fotografo in grado di documentare la vita quotidiana dell'America dell'immediato dopoguerra, attraverso le storie di celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, inquadrature fulminanti e ironiche nella New York che si apprestava a diventare la nuova capitale mondiale, o ancora la vita quotidiana dei musicisti.
L'iniziativa rivelerà il modo di fare fotografia di Stanley Kubrick, passione che ereditò ancora minorenne dal padre. La prima fotografia viene pubblicata il 26 giugno 1945 e ritrae un edicolante affranto per la morte di Roosevelt, un'immagine che affascinerà cosi tanto gli editors del magazine Look da offrire al giovane Kubrick, la possibilità di entrare nello staff della storica rivista come fotoreporter. Il metodo Look, caratterizzato da una narrazione a episodi, non incontrava il gradimento dei più importanti fotogiornalisti dell'epoca. I responsabili della rivista volevano che il soggetto fosse seguito costantemente, che venisse fotografato in tutto ciò che faceva. Questo stile invadente esercitava un grande fascino su Kubrick al quale piaceva creare delle storie partendo proprio dalle foto. Per ottenere dai personaggi delle pose che fossero più naturali possibili, Kubrick metteva in atto una serie di stratagemmi per passare inosservato. Come ad esempio nascondere il cavo della macchina fotografica sotto la manica della giacca e nell'azionare l'otturatore con un interruttore nascosto nel palmo della mano.
Gran parte del senso estetico che ritroviamo nei suoi film veniva già espresso dal suo lavoro di questi anni. Anche ricorrendo a tecniche e punti di vista particolari e mantenendo sempre un certo distacco riesce a far trapelare l'aspetto psicologico dei soggetti ritratti, permettendo così all'osservatore delle foto di costruire una personale interpretazione del carattere delle persone riprese. Un passaggio fondamentale, dunque, se si pensa che l'ambiguità dell'immagine e del cinema stesso sono al centro della riflessione che anima il cinema d'autore del secondo dopoguerra, per questo detto moderno e di cui Kubrick è stato uno degli indiscutibili maestri. In particolare, questa raccolta di negativi ci permette di decodificare in modo persuasivo alcuni dei riferimenti culturali che saranno caratteristici anche delKubrick regista: innanzitutto il tema dell'estraneazione dell'artista rispetto alla propria opera d'arte, che poi evolverà nella sperimentazione delle proprie emozioni ed esperienze di fronte alla macchina fotografica. Non ultimo il fascino esercitato dall'ignoto e da non definito sul regista.
Il percorso espositivo è organizzato in due parti. La prima, divisa a sua volta in 7 sezioni, avrà un'introduzione,Icone, nella quale vengono presentate le immagini simbolo delle storie che l'occhio dell'obiettivo di Kubrick ha immortalato. Come Portogallo che racconterà il viaggio in terra lusitana di due americani nell'immediato dopoguerra, o ancora Crimini, che testimonierà l'arresto di due malviventi seguendo i movimenti dei poliziotti, le loro strategie, le loro furbizie, fino all'avvenuta cattura.
Betsy Furstenberg , protagonista della sezione a lei dedicata e che la rappresenta come il simbolo della vivace vita newyorkese di quegli anni, farà da contraltare alle vicende dei piccoli shoe shine, ilustrascarpeche si trovavano agli angoli delle strade di New York. Chiudono questa prima parte le due sezioni dedicate alla vita che si svolgeva all'interno della Columbia University , un luogo d'élite dove l'America formava la classe dirigente del futuro, e all'interno del Campus Mooseheartnell'Illinois , una residenza universitaria, costruita da benefattori, per educare figli orfani di guerra che sarebbero andati a ingrossare le fila della middle class americana.
La seconda parte del percorso toccherà altri argomenti rappresentativi della breve carriera di Kubrick fotografo, come le immagini dedicate al giovane Montgomery Clift colto all'interno del suo appartamento, o quelle del pugile Rocky Graziano , che raccontano i momenti pubblici e privati di un eroe moderno, o ancora l'epopea dei musicisti dixieland di New Orleans.
GB
Milano, Palazzo della Ragione
Stanley Kubrick Fotografo
16 aprile - 04 luglio 2010
Stanley Kubrick Fotografo
16 aprile - 04 luglio 2010