Jeanne donna attuale
Il suo Corpo al TagramTeatro
Negli spazi di Via Orione 5 il Tangram Teatro presenta, nei giorni 17 - 18 novembre, Le corps de Jeanne. Produzione firmata Silvia Battaglio datata 2011, è la particolare visione che la regista-interprete ha di una donna complessa quale la Pulzella d'Orléans. Leggende, pellicole, fiumi di parole si sono scritte per la donna che ispirò le opere omonime di Voltaire, Schiller e Čajkovskij, fino ad essere, ancora oggi, oggetto di riflessioni che necessitano, però, di essere attualizzate.
Ecco allora che la Battaglio inserisce, nella sua personalissima ricerca teatrale volta a comprendere e mettere in scena donne-tipo su cui si modella la nostra idea di società - la riflessione su Giovanna D'arco. Attraverso un procedimento che diventa metodo, si annulla la dimensione temporale dei personaggi prendendone il loro significato o meglio si traduce la necessità di una donna odierna di voler comprendere quali siano state le sensazioni o il vissuto di un'altra donna, in un'altra epoca. Ofelia, Maria di Nazarteh, Elettra, Helen Keller -nomi divenuti opere teatrali- conducono lo spettatore alle loro istanze, che divengono universali, parlando direttamente alle coscienze.
E cosi Silvia diventa Giovanna e Giovanna si confà a Silvia dando vita ad una donna attualissima. Combattuta dal suo amore impossibile e forse irreale, che per lei è più vero di qualsiasi amore fatto di carne diviene una donna che si illude di amare un nick via etere aspettando le mail che non arriveranno mai. Una donna che sogna nelle quattro mura della sua casa l'amore perfetto fra follia e profonda tenerezza. E'la storia di una donna che si auto ingabbia per la paura di non riuscire a volare convinta però di toccare il cielo.
I sottotesti sono molteplici anche perchè la messa in scena nasconde al suo interno delle piccole chicche. La storia di Giovanna diventa corpo, non ideali (la mente e il raziocinio) ma tutto il bagaglio di sensazioni contrastanti che lo abitano e lo compongono. Finalmente una donna e non una santa invasata, certo un pò taccata diremmo ma profondamente toccante nell'inseguire l'amore. Il suo corpo è un corpo al limite fra nevrosi, desiderio e ribrezzo dei desideri medesimi, un vulcano di sensazioni che contrae e rilassa costantemente la performer in scena che diventa una e trina - aiutata dagli affascinati video di Elena Maria Olivero e Lucio Diana - sottolineando quante anime in realtà formino Giovanna in bilico sempre fra immanenza e trascendenza nell'impossibilità di comunicare il suo amore anche attraverso l'uso del linguaggio dei segni sia come danza che come segno di quella incomunicabilità.
Perché la sua, e passiamo ad un altro dei sotto testi, è soprattutto ricerca di elevare il corpo -la sua natura umana bassa forse- a qualcosa di altro ricercando l'amore platonico per eccellenza incarnato nell'amore per Dio. La ricerca della purezza e dell'amore perfetto, che diventano mania, nascondono un desiderio intimo di spiritualità -io amo Dio perchè Amore o Amo perchè sono il riflesso di Dio? ci suggerisce la stessa protagonista- e dunque si pone forte la ricerca del senso -soprattutto nelle battute finali in cui Dio parla con la voce del grande dittatore di Chaplin. Lo stesso senso che, fra le righe lo spettacolo richiede al teatro, nel momento in cui nel delirio di Giovanna si pone la questione finzione e/o verità, si concede solo, e forse, alla scatola nera di essere il luogo dove Verità e Finzione si separano consapevolmente a differenza di tutto il resto della vita in cui già i ruoli prefigurano una parte.
Uno spettacolo pieno e ricco, che prende linfa da qualsiasi campo artistico per trarne la migliore delle sintesi. Prosa, musica, video, danza e teatro si sposano perfettamente con l'arte in una dimensione creativa e al passo con i tempi. Finalmente uno spettacolo giovane che parla un linguaggio fresco, da fusion art in cui si percepisce la sensibilità per l'arte tout court.
Ecco allora che la Battaglio inserisce, nella sua personalissima ricerca teatrale volta a comprendere e mettere in scena donne-tipo su cui si modella la nostra idea di società - la riflessione su Giovanna D'arco. Attraverso un procedimento che diventa metodo, si annulla la dimensione temporale dei personaggi prendendone il loro significato o meglio si traduce la necessità di una donna odierna di voler comprendere quali siano state le sensazioni o il vissuto di un'altra donna, in un'altra epoca. Ofelia, Maria di Nazarteh, Elettra, Helen Keller -nomi divenuti opere teatrali- conducono lo spettatore alle loro istanze, che divengono universali, parlando direttamente alle coscienze.
E cosi Silvia diventa Giovanna e Giovanna si confà a Silvia dando vita ad una donna attualissima. Combattuta dal suo amore impossibile e forse irreale, che per lei è più vero di qualsiasi amore fatto di carne diviene una donna che si illude di amare un nick via etere aspettando le mail che non arriveranno mai. Una donna che sogna nelle quattro mura della sua casa l'amore perfetto fra follia e profonda tenerezza. E'la storia di una donna che si auto ingabbia per la paura di non riuscire a volare convinta però di toccare il cielo.
I sottotesti sono molteplici anche perchè la messa in scena nasconde al suo interno delle piccole chicche. La storia di Giovanna diventa corpo, non ideali (la mente e il raziocinio) ma tutto il bagaglio di sensazioni contrastanti che lo abitano e lo compongono. Finalmente una donna e non una santa invasata, certo un pò taccata diremmo ma profondamente toccante nell'inseguire l'amore. Il suo corpo è un corpo al limite fra nevrosi, desiderio e ribrezzo dei desideri medesimi, un vulcano di sensazioni che contrae e rilassa costantemente la performer in scena che diventa una e trina - aiutata dagli affascinati video di Elena Maria Olivero e Lucio Diana - sottolineando quante anime in realtà formino Giovanna in bilico sempre fra immanenza e trascendenza nell'impossibilità di comunicare il suo amore anche attraverso l'uso del linguaggio dei segni sia come danza che come segno di quella incomunicabilità.
Perché la sua, e passiamo ad un altro dei sotto testi, è soprattutto ricerca di elevare il corpo -la sua natura umana bassa forse- a qualcosa di altro ricercando l'amore platonico per eccellenza incarnato nell'amore per Dio. La ricerca della purezza e dell'amore perfetto, che diventano mania, nascondono un desiderio intimo di spiritualità -io amo Dio perchè Amore o Amo perchè sono il riflesso di Dio? ci suggerisce la stessa protagonista- e dunque si pone forte la ricerca del senso -soprattutto nelle battute finali in cui Dio parla con la voce del grande dittatore di Chaplin. Lo stesso senso che, fra le righe lo spettacolo richiede al teatro, nel momento in cui nel delirio di Giovanna si pone la questione finzione e/o verità, si concede solo, e forse, alla scatola nera di essere il luogo dove Verità e Finzione si separano consapevolmente a differenza di tutto il resto della vita in cui già i ruoli prefigurano una parte.
Uno spettacolo pieno e ricco, che prende linfa da qualsiasi campo artistico per trarne la migliore delle sintesi. Prosa, musica, video, danza e teatro si sposano perfettamente con l'arte in una dimensione creativa e al passo con i tempi. Finalmente uno spettacolo giovane che parla un linguaggio fresco, da fusion art in cui si percepisce la sensibilità per l'arte tout court.
gb
TangramTeatro
Le corps de Jeanne
regia e interpretazione Silvia Battaglio
riferimenti letterari Jean Anouilh, Giuliano Scabia, Maurizio Cucchi
suggestioni musicali Giuseppe Verdi, Dalida
musiche originali e rielaborazioni sonore G.U.P. Alcaro video, luci e scene Lucio Diana
riprese e montaggio video Elena Maria Olivero, Lucio Diana
consulenza alla drammaturgia Laura Bevione
foto di scena Stefano Mazzotta
coordinamento tecnico Massimiliano Bressan
organizzazione Roberta Savian
www.silviabattaglio.it
Le corps de Jeanne
regia e interpretazione Silvia Battaglio
riferimenti letterari Jean Anouilh, Giuliano Scabia, Maurizio Cucchi
suggestioni musicali Giuseppe Verdi, Dalida
musiche originali e rielaborazioni sonore G.U.P. Alcaro video, luci e scene Lucio Diana
riprese e montaggio video Elena Maria Olivero, Lucio Diana
consulenza alla drammaturgia Laura Bevione
foto di scena Stefano Mazzotta
coordinamento tecnico Massimiliano Bressan
organizzazione Roberta Savian
www.silviabattaglio.it