Burri e Fontana: il dialogo (forzato) con Brera.
La Pinacoteca di Brera propone per la prima volta un confronto fra i capolavori delle sue collezioni storiche e i dipinti di due grandi del Novecento, Alberto Burri e Lucio Fontana. Una mostra nuova - curata da Sandrina Bandera e Bruno Corà – in collaborazione con il Corriere della Sera, che permette alle opere dei due straordinari artisti di entrare oggi prepotentemente in Pinacoteca. All'allestimento permanente del museo è affiancato l'inserimento di alcune opere dei due maestri del XX secolo – tutte di proprietà della Fondazione Palazzo Albizzini, Collezione Burri di Città di Castello e della Fondazione Lucio Fontana di Milano.
Tutte le sale della Pinacoteca – tranne quelle dedicate al Novecento – propongono al pubblico il vis à vis fra le opere dei due maestri e le opere braidensi di Lotto, Caravaggio, Raffaello, Bellini, Veronese, Luini, Tintoretto, Foppa, Crivelli, Rubens, Tiepolo, Canaletto... Il raffronto tra le opere verte a volte su dei dettagli figurativi con le opere antiche come nel caso della forma centinata del Bianco Nero Cellotex di Burri, che dovrebbe emergere dal confronto con il Ritrovamento del corpo di san Marco di Tintoretto; in altri casi, invece, verte su similitudini quali ritmo, pausa, regolarità che avvicinerebbero le opere del Veronese (Cena in casa di Simone) con i ripetuti Tagli delFontana. Gli accostamenti presentati nella sala di Raffaello e Piero della Francesca punterebbero, invece, sulle similitudini con la materia, la struttura formale, la composizione e soprattutto il colore dei maestri del Novecento (Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1950; Alberto Burri, Cretto, 1974 e Sacco e Rosso SP2, 1958). Nell'avvicinamento fra la Cena in Emmaus di Caravaggio e il Nero SC 3 di Burri, si punta sull'assoluta uguaglianza cromatica: il fondo-ombra nerissimo e l'umiltà e la miseria esibita. Riferimenti multicromatici e polimorfi – stoffa, olio, segatura, pietra pomice e tela – del Gobbo bianco di Burri si assocerebbero con la passeggiata di Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo, che conclude questo inedito percorso attraverso la Pinacoteca. Un percorso certo audace, quasi innovativo per l'istituzione braidense, ma che appare del tutto forzato. Quasi superficiale nella scelta del filo conduttore che muove tutta mostra: assonanze fra colori e forme e materiali. Una scelta ben studiata dal settore marketing, che rende questa mostra una di quelle mostre che l'ex direttore della Tate Modern, Vincent Todolì, non esiterebbe a definire "blockbuster" o mostre "attira pubblico". È il sistema che lo impone potremmo dire in difesa di Brera. Ciò non toglie che la mostra sia un'occasione per gli appassionati di arte contemporanea di vedere da vicino le opere di due innovatori quali Burri e Fontana e soprattutto di poter vedere il riallestimento, nella sala dedicata alla pittura del XVII secolo, della grandiosa e pionieristica installazione del neon, ideato da Fontana nel 1951 per la IX Triennale di Milano. Burri e Fontana a Brera Pinacoteca di Brera 17 giugno - 3 ottobre 2010 |
Pinacoteca di Brera website:
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