Alla ricerca
dell'identità perduta
Bonneville al Danae Festival
Continua il viaggio di Danae.
La ricerca di ciò che si è perso, attraverso un processo di decostruzione e ri-costruzione conduce alla scoperta di un'identità destrutturata, manipolata. E proprio intraprendendo un viaggio personale, che dal singolo artista conduce al pubblico, che si cerca un via per trovare la propria voce, una strada meno battuta. Questo è quanto l'artista portoghese Miguel Bonneville propone agli spettatori accorsi al LachesiLab lo scorso 5 aprile.
Non fermatosi alle critiche che leggevano nel suo lavoro una sorta di diario personale, forse poco interessante e dall'aspirazione voyerista, l'artista intraprende un viaggio a 7 fermate con l'augurio che l'arrivo conduca ad una visione più chiara, dove super-io e demagogia smorzano la loro forza costrittiva lasciando spazio ad un momento di ri-meditazione della propria identità scevra di qualsiasi apporto esterno.
Solo lui in scena a prestare la voce alle sei donne immortalate nel video. Sei fra amiche e conoscenti si confrontano con temi quali l'autorialità, l'identità, la solitudine, il narcisismo, rispondendo, partendo dalla loro esperienza personale, a domande sul cattolicesimo, il femminismo e su come queste tematiche abbiano avuto un peso diverso nell'infanzia e tutt'altro una volta cresciute.
Certo 80 minuti di performance potrebbero risultare pesanti abituati alle frenesie del vivere contemporaneo ma una volta usciti, il gioco artistico che il performer propone attraverso la finzione teatrale si palesa: l'identità più che un circuito chiuso fatto di certezze e dogmi appare più come quello spazio in cui è la perdita, più che l'acquisizione, ad assume importanza primaria, perchè non sapere è la via della scoperta, il senso della ricerca.
La ricerca di ciò che si è perso, attraverso un processo di decostruzione e ri-costruzione conduce alla scoperta di un'identità destrutturata, manipolata. E proprio intraprendendo un viaggio personale, che dal singolo artista conduce al pubblico, che si cerca un via per trovare la propria voce, una strada meno battuta. Questo è quanto l'artista portoghese Miguel Bonneville propone agli spettatori accorsi al LachesiLab lo scorso 5 aprile.
Non fermatosi alle critiche che leggevano nel suo lavoro una sorta di diario personale, forse poco interessante e dall'aspirazione voyerista, l'artista intraprende un viaggio a 7 fermate con l'augurio che l'arrivo conduca ad una visione più chiara, dove super-io e demagogia smorzano la loro forza costrittiva lasciando spazio ad un momento di ri-meditazione della propria identità scevra di qualsiasi apporto esterno.
Solo lui in scena a prestare la voce alle sei donne immortalate nel video. Sei fra amiche e conoscenti si confrontano con temi quali l'autorialità, l'identità, la solitudine, il narcisismo, rispondendo, partendo dalla loro esperienza personale, a domande sul cattolicesimo, il femminismo e su come queste tematiche abbiano avuto un peso diverso nell'infanzia e tutt'altro una volta cresciute.
Certo 80 minuti di performance potrebbero risultare pesanti abituati alle frenesie del vivere contemporaneo ma una volta usciti, il gioco artistico che il performer propone attraverso la finzione teatrale si palesa: l'identità più che un circuito chiuso fatto di certezze e dogmi appare più come quello spazio in cui è la perdita, più che l'acquisizione, ad assume importanza primaria, perchè non sapere è la via della scoperta, il senso della ricerca.
Gb
DANAE FESTIVAL
Miguel Bonneville
MB#6
www.miguelbonneville.com
Miguel Bonneville
MB#6
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