lo sgurado di
Robert Doisneau
«Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili... Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.» (R. Doisneau)
La Fondazione Forma in collaborazione con l'Atelier Doisneau di Parigi, rende omaggio al suo genio garbato e lucido, alla sua fotografia tenera e divertente, con due mostre nate dall'unanimità di intenti fra la famiglia Doisneau e la Fondation Cartier-Bresson di Parigi: Dal mestiere all'opera e Palm Springs 1960. Dal mestiere all'opera presenta una selezione di circa cento stampe originali, le più celebri accanto ad altre praticamente inedite, scelte in gran parte nel suo atelier e in importanti collezioni pubbliche e private francesi. L'ampia selezione, arricchita da documenti privati e testimonianze raccolte con l'aiuto delle figlie del fotografo, offre una rilettura critica e aggiornata per mostrare come la bellezza, apparentemente spontanea, delle sue immagini fosse frutto di grande lavoro, e come, in pratica, Doisneau sia riuscito nella sua vita, a passare dal mestiere all'opera fermando sulla pellicola frammenti di un mondo di cui voleva provare l'esistenza.
Nato nel 1912 a Parigi, da questa città Doisneau non si staccò mai del tutto. Il suo territorio di caccia, la sua riserva preferita d'immagini ed emozioni erano lì, a portata di mano. Parigi come mondo, la fotografia come pretesto, la curiosità come spinta e la leggerezza come stile: nessuno come lui ha realizzato foto indimenticabili cogliendo sempre un punto di impalpabile equilibrio, frutto di una sapienza rara, meticolosamente perseguita. Ma oltre alle strade di Parigi, dove incontrava e ritraeva amanti e bambini, Doisneau ha realizzato anche sorprendenti e inaspettate fotografie a colori.
Era il 1960 quando la rivista Fortune incaricò il fotografo francese di raccontare la vita di una città particolare, nata come un fiore sgargiante nel deserto della California: Palm Springs. Doisneau accettò la sfida e tra la sabbia del deserto, le palme, il cielo blu cobalto, gli abiti chiassosi dei suoi abitanti, i cocktail e i campi da golf, compose il suo personale sogno americano, non in bianco e nero ma raccontato con un'esplosione di colori. Le immagini dell'album Palm Springs 1960, presentate ora per la prima volta in Italia, mostrano un aspetto poco conosciuto del grande fotografo e sorprenderanno anche il visitatore più esperto trasportandolo in un universo festoso e ironico.
Giocoliere, funambolo, illusionista forse per troppo realismo: ironizzando su di sé, Doisneau affermava di affrontare il lavoro come fosse l'unico antidoto all'angoscia di non essere. Questo è il paradosso del grande fotografo che voleva realizzare il suo lavoro come fanno gli artisti di strada!
La sua vita è trascorsa nella periferia parigina di Montrouge, dove ha fotografato strade e volti sempre differenti. Il suo nome viene ricordato soprattutto per le foto riguardanti la vita di strada della capitale francese, caratterizzate da una sincera e umoristica rappresentazione della società e dell'ambiente parigino. Amava immortalare la cultura dei bambini della strada e dei loro giochi, arrivando a conferire alle loro attività, seppur infantili, rispetto e serietà. Nel 1939 entrerà a far parte della celebre agenzia fotografica Rapho. Tra un incarico e l'altro, percorre le stradi di Parigi e della banlieu dove è nato; con l'intellettuale Robert Giraud, incontrato nel 1947, penetra nel mondo notturno.
Il suo primo libro, La Banlieu de Paris, realizzato a quattro mani con Blaise Cendrars, esce nel 1949. Il successo non tarderà ad arrivare, le sue foto faranno il giro del mondo e lui diventerà, forse anche senza volerlo, il “ritrattista” “ di una città, Parigi, e di un mondo un po' inventato, un po' reale dove, comunque, sarebbe bello vivere. Fino al 1994, data della sua morte.
La sua opera più conosciuta è "Le Baiser de l'Hôtel de Ville" (Il Bacio presso l'Hôtel de Ville), la foto, scattata nel 1950, di una coppia di ragazzi che si baciano, lungo le caotiche vie di Parigi. L'identità della coppia fu un mistero fino al 1993, quando Denise e Jean-Louis Lavergne denunciarono l'artista per averli fotografati senza la loro volontà. Questo portò Doisneau ad ammettere che i due personaggi dell'opera erano Françoise Bornet e Jacques Carteaud, due attori e modelli. All'epoca, Françoise venne pagata in parte con una stampa originale, che nell'aprile del 2005 vendette per 155.000 €.
In concomitanza alla mostra, Contrasto presenta un piccolo volume dedicato al fotografo: oltre alla biografia e all'elenco delle mostre e dei suoi lavori in pellicola, presenta un'intervista del 1983 realizzata a Parigi da Sylvain Roumette.
La Fondazione Forma in collaborazione con l'Atelier Doisneau di Parigi, rende omaggio al suo genio garbato e lucido, alla sua fotografia tenera e divertente, con due mostre nate dall'unanimità di intenti fra la famiglia Doisneau e la Fondation Cartier-Bresson di Parigi: Dal mestiere all'opera e Palm Springs 1960. Dal mestiere all'opera presenta una selezione di circa cento stampe originali, le più celebri accanto ad altre praticamente inedite, scelte in gran parte nel suo atelier e in importanti collezioni pubbliche e private francesi. L'ampia selezione, arricchita da documenti privati e testimonianze raccolte con l'aiuto delle figlie del fotografo, offre una rilettura critica e aggiornata per mostrare come la bellezza, apparentemente spontanea, delle sue immagini fosse frutto di grande lavoro, e come, in pratica, Doisneau sia riuscito nella sua vita, a passare dal mestiere all'opera fermando sulla pellicola frammenti di un mondo di cui voleva provare l'esistenza.
Nato nel 1912 a Parigi, da questa città Doisneau non si staccò mai del tutto. Il suo territorio di caccia, la sua riserva preferita d'immagini ed emozioni erano lì, a portata di mano. Parigi come mondo, la fotografia come pretesto, la curiosità come spinta e la leggerezza come stile: nessuno come lui ha realizzato foto indimenticabili cogliendo sempre un punto di impalpabile equilibrio, frutto di una sapienza rara, meticolosamente perseguita. Ma oltre alle strade di Parigi, dove incontrava e ritraeva amanti e bambini, Doisneau ha realizzato anche sorprendenti e inaspettate fotografie a colori.
Era il 1960 quando la rivista Fortune incaricò il fotografo francese di raccontare la vita di una città particolare, nata come un fiore sgargiante nel deserto della California: Palm Springs. Doisneau accettò la sfida e tra la sabbia del deserto, le palme, il cielo blu cobalto, gli abiti chiassosi dei suoi abitanti, i cocktail e i campi da golf, compose il suo personale sogno americano, non in bianco e nero ma raccontato con un'esplosione di colori. Le immagini dell'album Palm Springs 1960, presentate ora per la prima volta in Italia, mostrano un aspetto poco conosciuto del grande fotografo e sorprenderanno anche il visitatore più esperto trasportandolo in un universo festoso e ironico.
Giocoliere, funambolo, illusionista forse per troppo realismo: ironizzando su di sé, Doisneau affermava di affrontare il lavoro come fosse l'unico antidoto all'angoscia di non essere. Questo è il paradosso del grande fotografo che voleva realizzare il suo lavoro come fanno gli artisti di strada!
La sua vita è trascorsa nella periferia parigina di Montrouge, dove ha fotografato strade e volti sempre differenti. Il suo nome viene ricordato soprattutto per le foto riguardanti la vita di strada della capitale francese, caratterizzate da una sincera e umoristica rappresentazione della società e dell'ambiente parigino. Amava immortalare la cultura dei bambini della strada e dei loro giochi, arrivando a conferire alle loro attività, seppur infantili, rispetto e serietà. Nel 1939 entrerà a far parte della celebre agenzia fotografica Rapho. Tra un incarico e l'altro, percorre le stradi di Parigi e della banlieu dove è nato; con l'intellettuale Robert Giraud, incontrato nel 1947, penetra nel mondo notturno.
Il suo primo libro, La Banlieu de Paris, realizzato a quattro mani con Blaise Cendrars, esce nel 1949. Il successo non tarderà ad arrivare, le sue foto faranno il giro del mondo e lui diventerà, forse anche senza volerlo, il “ritrattista” “ di una città, Parigi, e di un mondo un po' inventato, un po' reale dove, comunque, sarebbe bello vivere. Fino al 1994, data della sua morte.
La sua opera più conosciuta è "Le Baiser de l'Hôtel de Ville" (Il Bacio presso l'Hôtel de Ville), la foto, scattata nel 1950, di una coppia di ragazzi che si baciano, lungo le caotiche vie di Parigi. L'identità della coppia fu un mistero fino al 1993, quando Denise e Jean-Louis Lavergne denunciarono l'artista per averli fotografati senza la loro volontà. Questo portò Doisneau ad ammettere che i due personaggi dell'opera erano Françoise Bornet e Jacques Carteaud, due attori e modelli. All'epoca, Françoise venne pagata in parte con una stampa originale, che nell'aprile del 2005 vendette per 155.000 €.
In concomitanza alla mostra, Contrasto presenta un piccolo volume dedicato al fotografo: oltre alla biografia e all'elenco delle mostre e dei suoi lavori in pellicola, presenta un'intervista del 1983 realizzata a Parigi da Sylvain Roumette.
gb
Forma | Centro Internazionale di fotografia
Robert Doisneau: dal mestiere all'opera e Palm Springs 1960
dal 22 settembre al 17 novembre 2010
www.formafoto.it
www.robert-doisneau.com