L'ambiguità della legge
Il Mercante secondo Binasco
Dopo il successo veronese è Torino ad ospitare il nuovo lavoro di Valerio Binasco. Dopo essersi confrontato con la drammaturgia contemporanea allestendo opere di Ginzburg, Fosse, Paravidino, e ottenuto notevoli consensi con Filippo di Vittorio Alfieri - produzione Teatro Stabile di Torino - è con Il Mercante di Veneziache il regista insieme alla Popular Shakespeare Kompany intraprende una nuova e riuscitissima sfida. Al Carignano fino al 22 dicembre.
«Non avevo mai pensato al Mercante come ad un'opera teatrale che mi potesse interessare direttamente, dice il regista. Non incontravo né personaggi né situazioni che mi sembrassero familiari, o che avessero una qualche familiarità con la mia immaginazione. Questo perché alla sensibilità contemporanea una storia come quella del Mercante e di Shylock sembrerebbe dire ben poco. Piano piano ho capito che forse ero caduto in un equivoco: il Mercante per metà sembra un testo realistico (la storia di Shylock, appunto) e per un'altra metà sembra una favola (la storia di Porzia e dei suoi scrigni). E quindi andrò lì dove le due strade mi condurranno»
Ad una regia perfetta, così come le luci di Mari, che lascia quasi mai la scena vuota non facendo finire subito un dialogo che già ne inizia un altro, come nella migliore regia cinematografica, si associano le scenografie di De Marino che opta per per delle finte pareti in materiali attualissimi color oro (per quella centrale) - il colore che subito fa pensare ai soldi - e rosse - il colore del sentimento, della passione amorosa e, al contempo, della tragedia anche se solo accennata e temuta, con il riferimento al sangue. Fra queste pareti che circondano una stanza che si fa taverna, piazza, salotto aristocratico, si scioglie l'intreccio della Vicenza del mercante shakespeariano, attualizzato e nei costumi e nei dialoghi con una leggera inflessione veneziana. Non ultima la sottile linea queer che tocca tutta la messa inscena (il rapporto fra Antonio e il suo amico, il rapporto fra due degli amici)
Al centro il famosissimo perché bravissimo Silvio Orlando, attore versatile che in qualsiasi ruolo eccelle sempre con una attenzione particolare all'umanità del personaggio. Accanto a lui la Popular Shakespeare Kompany, che non da meno, crea un insieme omogeneo, dando vita ad una messa in scena pregevole. I ruoli si confanno alla società odierna e il testo si fa attualissimo così come i costumi della Cardini.
La storia è abbondantemente conosciuta, ma le vicende di Shylock e di Porzia, servono solo da pretesto per parlare di altro, come sempre nel teatro del padre di Amleto. L'amore, che in Shakespeare salva e muove tutto divenendo la protagonista anche nel Mercante, fa da contraltare alle altre due protagoniste ovvero la legge e la religione.
Una giustizia che ieri come oggi si fa ridicola, sempre aggrovigliata su sé stessa è interessata solo alla correttezza delle procedure, più che espletare il concetto di giusto o sbagliato. E così la religione, che allora come ai nostri giorni, serve solo per denunciare mancanze umane, le piccolezze che si è capaci di giustificare anche attraverso le sacre scritture.
«Non avevo mai pensato al Mercante come ad un'opera teatrale che mi potesse interessare direttamente, dice il regista. Non incontravo né personaggi né situazioni che mi sembrassero familiari, o che avessero una qualche familiarità con la mia immaginazione. Questo perché alla sensibilità contemporanea una storia come quella del Mercante e di Shylock sembrerebbe dire ben poco. Piano piano ho capito che forse ero caduto in un equivoco: il Mercante per metà sembra un testo realistico (la storia di Shylock, appunto) e per un'altra metà sembra una favola (la storia di Porzia e dei suoi scrigni). E quindi andrò lì dove le due strade mi condurranno»
Ad una regia perfetta, così come le luci di Mari, che lascia quasi mai la scena vuota non facendo finire subito un dialogo che già ne inizia un altro, come nella migliore regia cinematografica, si associano le scenografie di De Marino che opta per per delle finte pareti in materiali attualissimi color oro (per quella centrale) - il colore che subito fa pensare ai soldi - e rosse - il colore del sentimento, della passione amorosa e, al contempo, della tragedia anche se solo accennata e temuta, con il riferimento al sangue. Fra queste pareti che circondano una stanza che si fa taverna, piazza, salotto aristocratico, si scioglie l'intreccio della Vicenza del mercante shakespeariano, attualizzato e nei costumi e nei dialoghi con una leggera inflessione veneziana. Non ultima la sottile linea queer che tocca tutta la messa inscena (il rapporto fra Antonio e il suo amico, il rapporto fra due degli amici)
Al centro il famosissimo perché bravissimo Silvio Orlando, attore versatile che in qualsiasi ruolo eccelle sempre con una attenzione particolare all'umanità del personaggio. Accanto a lui la Popular Shakespeare Kompany, che non da meno, crea un insieme omogeneo, dando vita ad una messa in scena pregevole. I ruoli si confanno alla società odierna e il testo si fa attualissimo così come i costumi della Cardini.
La storia è abbondantemente conosciuta, ma le vicende di Shylock e di Porzia, servono solo da pretesto per parlare di altro, come sempre nel teatro del padre di Amleto. L'amore, che in Shakespeare salva e muove tutto divenendo la protagonista anche nel Mercante, fa da contraltare alle altre due protagoniste ovvero la legge e la religione.
Una giustizia che ieri come oggi si fa ridicola, sempre aggrovigliata su sé stessa è interessata solo alla correttezza delle procedure, più che espletare il concetto di giusto o sbagliato. E così la religione, che allora come ai nostri giorni, serve solo per denunciare mancanze umane, le piccolezze che si è capaci di giustificare anche attraverso le sacre scritture.
gb
Teatro Carignano
Il mercante di Venezia
di William Shakespeare
con Silvio Orlando
e con Popular Shakespeare Kompany
(in ordine alfabetico) Andrea Di Casa, Fabrizio Contri, Milvia Marigliano, Simone Luglio, Elena Gigliotti, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe, Sergio Romano, Barbara Ronchi, Roberto Turchetta, Ivan Zerbinati
regia Valerio Binasco
scene Carlo de Marino
luci Pasquale Mari
costumi Sandra Cardini
musiche originali Arturo Annecchino
Oblomov Films / Fondazione del Teatro Stabile di Torino, in collaborazione con Estate Teatrale Veronese
www.teatrostabiletorino.it
Il mercante di Venezia
di William Shakespeare
con Silvio Orlando
e con Popular Shakespeare Kompany
(in ordine alfabetico) Andrea Di Casa, Fabrizio Contri, Milvia Marigliano, Simone Luglio, Elena Gigliotti, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe, Sergio Romano, Barbara Ronchi, Roberto Turchetta, Ivan Zerbinati
regia Valerio Binasco
scene Carlo de Marino
luci Pasquale Mari
costumi Sandra Cardini
musiche originali Arturo Annecchino
Oblomov Films / Fondazione del Teatro Stabile di Torino, in collaborazione con Estate Teatrale Veronese
www.teatrostabiletorino.it