Kim Yeon
Non è solo l'idea di calma e stasi che attrae e affascina nelle sculture di Kim Yeon, ma piuttosto quell'aver colto il punto di unione tra oriente e occidente, tra filosofia e design, in un mix di generi e intuizioni che fa delle sue sculture un invito a ri-pensare il concetto di riciclo attraverso un'arte che si fa sostenibile e democratica.
Kim Yeon è una scultrice che vive e lavora in Corea. Si laurea alla E-wha Women's University e la sua prima personale, alla galleria Dukwon Gallery (Seoul) è datata 1999. Il successo non tarda certo ad arrivare così che, da quella data, le sue opere si espongono nelle più prestigiose collettive internazionali, da Parigi a Londra, da Seuol alla Cina, da Bonn agli Stati Uniti. La sua arte sembra emergere da un mix di elementi e mezzi artistici che sfociano l'uno nell'altro, tanto da non distinguere nettamente se le sue opere siano sculture, oggetti d'arredamento, installazioni o perfino una rilettura contemporanea dei collage in cui al posto della carta si usano le pietre e le foglie e al posto della colla la resina. E il concettualismo? Il limite certo è sottile, ma definirle sculture sembra richiamarle un po' tutte.
Protagonisti assoluti, nelle sue opere, sono la luce e l'acqua, i quali nella manipolazione degli elementi naturali e dei materiali che l'artista adopera vengono ricreati, cosi come tutti gli elementi naturali o atmosferici loro associati. Le sue sculture "fotografano" scintillii della superficie increspata di un lago o del mare, il sole che abbaglia o che investe gli elementi naturali. Catturano, raccontandola, la quiete di uno stagno. Il fluire di un fiume con pietre e foglie. Insomma prendi la natura e portala a casa! Ed è lei stessa a raccogliere a scegliere ogni pietra ogni foglia che poi un equipe di collaboratori rielaborerà per poi confluire nei progetti finali sempre opera e decisione dell'artista.
A voler ricreare prometeicamente gli effetti della luce, attraverso la realizzazione di piccole e grandi barche scolpite nell'acciaio, è la serie "Viaggio verso la luce". E la resa è decisamente affascinante, magnetica e filosofica. I bagliori ricreati suggeriscono scenari placidi e meditativi, in equilibrio fra uomo e natura. È un percorso evocativo quelle tracciato dalle sue flotte a dalle sue imbarcazioni solitarie, che vuole scavare nel passato e che non vuole mai stancarsi di bearsi della natura, l'archè delle opere d'arte.
Sulle meditazioni delle metafore legate all'acqua è "Waterside" che con il ricreare porzioni di natura si avvicina al concetto di mimesis. Un nuovo realismo che ricrea pezzetti di stagni e specchi d'acqua, contornati da pietre e foglie. Piccoli pezzi di pace in cui regna la più profonda quiete fissata lì dalla resina, come ad esprimere stati d'animo o semplicemente l'invito alla contemplazione come rifugio dal caos contemporaneo.
In tutte le sue composizioni è chiaro e lodevole il confronto scontro che regna a vari livelli. I materiali usati – acciaio e pietre e altro - creano quel contrasto dolce amaro con le ambientazioni ideate dall'artista. Se pensiamo a quanto rumore può scaturire dallo scolpire l'acciaio o dal tagliare le pietre possiamo ben comprendere quanto siamo lontani dal silenzio e dalla quiete del progetto finito. Perché l'ordine nasce dal caos, cosi come la sua arte nasce da una ri-meditazione contemporanea di concetti quali contemplazione, equilibrio, irrequieta staticità. Unendo democraticamente tradizione millenaria alle più recenti evoluzioni artistiche contemporanee.
Kim Yeon è una scultrice che vive e lavora in Corea. Si laurea alla E-wha Women's University e la sua prima personale, alla galleria Dukwon Gallery (Seoul) è datata 1999. Il successo non tarda certo ad arrivare così che, da quella data, le sue opere si espongono nelle più prestigiose collettive internazionali, da Parigi a Londra, da Seuol alla Cina, da Bonn agli Stati Uniti. La sua arte sembra emergere da un mix di elementi e mezzi artistici che sfociano l'uno nell'altro, tanto da non distinguere nettamente se le sue opere siano sculture, oggetti d'arredamento, installazioni o perfino una rilettura contemporanea dei collage in cui al posto della carta si usano le pietre e le foglie e al posto della colla la resina. E il concettualismo? Il limite certo è sottile, ma definirle sculture sembra richiamarle un po' tutte.
Protagonisti assoluti, nelle sue opere, sono la luce e l'acqua, i quali nella manipolazione degli elementi naturali e dei materiali che l'artista adopera vengono ricreati, cosi come tutti gli elementi naturali o atmosferici loro associati. Le sue sculture "fotografano" scintillii della superficie increspata di un lago o del mare, il sole che abbaglia o che investe gli elementi naturali. Catturano, raccontandola, la quiete di uno stagno. Il fluire di un fiume con pietre e foglie. Insomma prendi la natura e portala a casa! Ed è lei stessa a raccogliere a scegliere ogni pietra ogni foglia che poi un equipe di collaboratori rielaborerà per poi confluire nei progetti finali sempre opera e decisione dell'artista.
A voler ricreare prometeicamente gli effetti della luce, attraverso la realizzazione di piccole e grandi barche scolpite nell'acciaio, è la serie "Viaggio verso la luce". E la resa è decisamente affascinante, magnetica e filosofica. I bagliori ricreati suggeriscono scenari placidi e meditativi, in equilibrio fra uomo e natura. È un percorso evocativo quelle tracciato dalle sue flotte a dalle sue imbarcazioni solitarie, che vuole scavare nel passato e che non vuole mai stancarsi di bearsi della natura, l'archè delle opere d'arte.
Sulle meditazioni delle metafore legate all'acqua è "Waterside" che con il ricreare porzioni di natura si avvicina al concetto di mimesis. Un nuovo realismo che ricrea pezzetti di stagni e specchi d'acqua, contornati da pietre e foglie. Piccoli pezzi di pace in cui regna la più profonda quiete fissata lì dalla resina, come ad esprimere stati d'animo o semplicemente l'invito alla contemplazione come rifugio dal caos contemporaneo.
In tutte le sue composizioni è chiaro e lodevole il confronto scontro che regna a vari livelli. I materiali usati – acciaio e pietre e altro - creano quel contrasto dolce amaro con le ambientazioni ideate dall'artista. Se pensiamo a quanto rumore può scaturire dallo scolpire l'acciaio o dal tagliare le pietre possiamo ben comprendere quanto siamo lontani dal silenzio e dalla quiete del progetto finito. Perché l'ordine nasce dal caos, cosi come la sua arte nasce da una ri-meditazione contemporanea di concetti quali contemplazione, equilibrio, irrequieta staticità. Unendo democraticamente tradizione millenaria alle più recenti evoluzioni artistiche contemporanee.
Gb
www.kimyeon.co.kr