A Palazzo Reale documenti e immagini per commemorare ''il giorno che ha cambiato il mondo''
A dieci anni dall'attentato terroristico alle Torri gemelle, centro simbolico dell'ideale Americano e non solo, Milano, in collaborazione con Forma e il Corriere della Sera organizza a Palazzo Reale la mostra 11/9 Il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini per ricordare le morti innocenti e riflettere sui perchè.
La mostra, a ingresso gratuito, raccoglie gli scatti realizzati a New York in quei pesantissimi venti minuti (dalle 8,45 alle 9,03 del mattino) del settembre 2001 e i giorni successivi, da fotografi del calibro di James Nachtwey, Steve McCurry, Alex Webb, Gilles Peress, Susan Meiselas e altri. Alle foto si accompagna un apparato documentaristico che fa capo alle prime pagine dei più conosciuti quotidiani americani dove si ripetono oziosi i punti di vista più disparati sulle torri, eccetto per alcune testate che scelgono di evidenziare più il lato umano che simbolico. Cosa che non accade con i titoli, nei quali una ricerca accurata delle parole lascia già intravedere la campagna mediatica che, da quel momento, continuerà fino ai nostri giorni. Poche, e scritte sui muri, le testimonianze dirette. Un momento di raccolta, dunque, che vuole meditare sull'orrore vissuto in diretta e sul dolore che ha accomunato un genere. Qui le immagini lasciano la loro parvenza di dato documentaristico per elevarsi ad opera d'arte, dal momento che sono le immagine stesse, una volta scevre da un patetismo troppo facile e di facile monopolizzazione, a esplodere di parole. Le parole divengono dubbi, i dubbi si mutano in domande. È chiaro che dopo dieci anni, ciò che si sa sull'accaduto incide notevolmente sulla rilettura di quella che fu una vera e propria strage. Interessi politici, economici e sociali, si sono intrecciati formando un nodo inesplicabile atto a confondere, a depistare, a far in modo che il "capro espiatorio" sia di terre lontane per evadere dal male nostrano. Si è opposto, secondo una regola ormai consueta e come strascico della guerra fredda - in realtà mai finita - l'Oriente all'Occidente. Ovviamente l'Oriente è il "cattivo", questo Oriente che partorisce terroristi e kamikaze, salvo poi non chiedersi dove questo faccia scorte di armi, e dove apprenda questi sistemi di attacco. Michel Moore in Fahrenheit 9/11 provava a porsi delle domande e provare a dare delle risposte. Da qui la bibliografia e il materiale mediatico su quel maledetto undici settembre sembrano essere sterminati e tutti sembrano chiedersi: come è possibile che l'America, con i suoi sistemi sofisticatissimi, con satelliti, Marina Militare, sistema di spionaggio internazionale non abbia avuto il ben che minimo dubbio di essere attaccata? E se anche così fosse, come hanno fatto i radar satellitari a non notare un puntino sospetto sui loro monitor, un puntino pronto a dirigersi verso le torri gemelle? Certo è molto strano. Come strano appare che le torri, ideate in maniera da essere indistruttibili, si siano distrutte cosi stranamente come se l'elemento esterno, l'aereo, sia servito da movente per una esplosione interna. Non è dato sapere le cause, tanti anni dovranno passare prima che i segreti di Stato siano svelati, quindi occorre valutare per un momento le conseguenze. La verità è che da quel giorno sentimenti di paura del diverso sono esplosi: qualsiasi musulmano era, e forse è ancora, un possibile terrorista suicida in onore di Hallah. Il mondo appare voler essere più sicuro ma non si capisce bene da cosa bisogna tutelarsi - se dall'interno o dall'esterno? - e si sfrutta, monopolizzandolo, il dolore di milioni di morti per farne propaganda elettorale. Questo è peggio di una qualsiasi colpa imputabile individualmente. Le foto dunque, porgono solo la loro parvenza di lato sensibile per rimandare a tutto ciò che le stesse nascondono. E come se ognuna di quelle opere invitasse lo spettatore a documentarsi, a capire il perchè è potuto succedere tutto questo. È un invito a scoprire la verità, almeno a credere nel dubbio, andare, cioè, oltre il pane quotidiano che i media mettono sulle nostre tavole. 11/9 Il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini A Palazzo Reale fino al 2 ottobre 2011 |
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