La GAM festeggia e
seduce con il Disegno
Nell'anno in cui compie 150 anni (1863-2013) la GAM -Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino- apre al pubblico il nuovo Gabinetto Disegni e Stampe. Un momento unico nella storia del Museo in cui si presenta al pubblico, per la diffusione e la valorizzazione, la mostra La seduzione del disegno. Cartoni, acquerelli e dipinti dalle raccolte della Galleria torinese, negli spazi dell'Exhibition Area, fino al 5 maggio.
Il Gabinetto Disegni e Stampe -modellato sull'esempio dei Gabinetti dei principali musei, consente di conservare in condizioni ottimali le raccolte e di accogliere il pubblico interessato a ricevere informazioni, condurre ricerche e consultare gli originali conservati- annovera oltre 39.000 esemplari tra fogli sciolti e album- e rappresenta una delle più importanti raccolte pubbliche italiane su carta, otto e novecentesca, integralmente inventariata e informatizzata grazie a un impegnativo lavoro di schedatura avviato nel 2000 e realizzato con il generoso sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.
Sicuramente non sarà stata cosa facile, da parte della curatrice Virginia Bertone, scegliere 180 opere fra le 39.000, ma ciò che appariva urgente, ieri come oggi, è la necessita di far uscire le opere fuori dal deposito e mostrarle al pubblico. Oggi, che il tutto è diventato meno utopistico quindi fattibile, l'esposizione non solo apre una breccia nell'immenso patrimonio grafico ma offre, al contempo,l'occasione per ripercorrere i momenti salienti della storia della collezione, mettendo in evidenza una collezione rimasta a lungo segreta e augurandosi buon compleanno nel migliore dei modi: celebrando se stessa!
Infatti la mostra concentra l'attenzione sulla parte più antica della raccolta: quella che dagli ultimi decenni del Settecento giunge ai primi del Novecento, seguendo il filo rosso della formazione e quindi degli acquisti o dei lasciti, mettendo in evidenza la storia che precede di alcuni decenni l'istituzione vera e propria del Museo Civico (1863), la stessa che ha contribuito a determinarne la nascita. Dai disegni a penna di Pietro Giacomo Palmieri agli acquerelli di Giuseppe Pietro Bagetti, dai taccuini di Massimo d'Azeglio ai grandi carboncini di Antonio Fontanesi, sino ai fogli di Alfredo d'Andrade, Domenico Morelli e Leonardo Bistolfi. Ad arricchire il percorso espositivo sono gli spunti sulle diverse funzioni assolte dal disegno, sulle caratteristiche di materiali e tecniche, sulla storia del gusto e sul collezionismo torinese.
L'allestimento è stato realizzato dallo Studio Simonetti'Faletti e finalmente riporta sulle pareti il colore. Per l'occasione si sono scelte tonalità care alla cultura dell'ottocento, come gradazioni di verde per alcune sale e una tinta di rosso cremisi per altre. Delle porte simboliche aprono a questo mondo affascinantissimo fatto di stampe e disegni e acquerelli, il motore creativo originario di qualsiasi grande opera finita.
Se la mostra vi ha appassionato e volete approfondire, ricordate che oltre a fogli di grande bellezza, come nel caso dei grandi paesaggi acquerellati di Giovanni Battista De Gubernatis, all'interno del Gabinetto vi sono documenti esemplari per la storia dell'arte italiana, come il primo studio per La città che sale di Umberto Boccioni o la serie delle Compenetrazioni iridescenti di Giacomo Balla.
Tra le opere più antiche conservate vi è il dagherrotipo di Enrico Jest, vero e proprio incunabolo per la storia della fotografia in Italia. E ancora artisti italiani di primo piano tra i quali Felice Giani, Alberto Pasini, Giovanni Fattori, e ancora Felice Casorati, Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Fausto Melotti, insieme ad alcune presenze straniere, da Bouchot, Delaroche e Boudin sino a Rauschenberg e Warhol.
Il Gabinetto Disegni e Stampe -modellato sull'esempio dei Gabinetti dei principali musei, consente di conservare in condizioni ottimali le raccolte e di accogliere il pubblico interessato a ricevere informazioni, condurre ricerche e consultare gli originali conservati- annovera oltre 39.000 esemplari tra fogli sciolti e album- e rappresenta una delle più importanti raccolte pubbliche italiane su carta, otto e novecentesca, integralmente inventariata e informatizzata grazie a un impegnativo lavoro di schedatura avviato nel 2000 e realizzato con il generoso sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.
Sicuramente non sarà stata cosa facile, da parte della curatrice Virginia Bertone, scegliere 180 opere fra le 39.000, ma ciò che appariva urgente, ieri come oggi, è la necessita di far uscire le opere fuori dal deposito e mostrarle al pubblico. Oggi, che il tutto è diventato meno utopistico quindi fattibile, l'esposizione non solo apre una breccia nell'immenso patrimonio grafico ma offre, al contempo,l'occasione per ripercorrere i momenti salienti della storia della collezione, mettendo in evidenza una collezione rimasta a lungo segreta e augurandosi buon compleanno nel migliore dei modi: celebrando se stessa!
Infatti la mostra concentra l'attenzione sulla parte più antica della raccolta: quella che dagli ultimi decenni del Settecento giunge ai primi del Novecento, seguendo il filo rosso della formazione e quindi degli acquisti o dei lasciti, mettendo in evidenza la storia che precede di alcuni decenni l'istituzione vera e propria del Museo Civico (1863), la stessa che ha contribuito a determinarne la nascita. Dai disegni a penna di Pietro Giacomo Palmieri agli acquerelli di Giuseppe Pietro Bagetti, dai taccuini di Massimo d'Azeglio ai grandi carboncini di Antonio Fontanesi, sino ai fogli di Alfredo d'Andrade, Domenico Morelli e Leonardo Bistolfi. Ad arricchire il percorso espositivo sono gli spunti sulle diverse funzioni assolte dal disegno, sulle caratteristiche di materiali e tecniche, sulla storia del gusto e sul collezionismo torinese.
L'allestimento è stato realizzato dallo Studio Simonetti'Faletti e finalmente riporta sulle pareti il colore. Per l'occasione si sono scelte tonalità care alla cultura dell'ottocento, come gradazioni di verde per alcune sale e una tinta di rosso cremisi per altre. Delle porte simboliche aprono a questo mondo affascinantissimo fatto di stampe e disegni e acquerelli, il motore creativo originario di qualsiasi grande opera finita.
Se la mostra vi ha appassionato e volete approfondire, ricordate che oltre a fogli di grande bellezza, come nel caso dei grandi paesaggi acquerellati di Giovanni Battista De Gubernatis, all'interno del Gabinetto vi sono documenti esemplari per la storia dell'arte italiana, come il primo studio per La città che sale di Umberto Boccioni o la serie delle Compenetrazioni iridescenti di Giacomo Balla.
Tra le opere più antiche conservate vi è il dagherrotipo di Enrico Jest, vero e proprio incunabolo per la storia della fotografia in Italia. E ancora artisti italiani di primo piano tra i quali Felice Giani, Alberto Pasini, Giovanni Fattori, e ancora Felice Casorati, Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Fausto Melotti, insieme ad alcune presenze straniere, da Bouchot, Delaroche e Boudin sino a Rauschenberg e Warhol.
GB
GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
La seduzione del Disegno
Cartoni, acquerelli e dipinti dalle raccolte della GAM
a cura di Virginia Bertone
7 marzo - 5 maggio 2013
Exhibition Area, primo piano
www.gamtorino.it
La seduzione del Disegno
Cartoni, acquerelli e dipinti dalle raccolte della GAM
a cura di Virginia Bertone
7 marzo - 5 maggio 2013
Exhibition Area, primo piano
www.gamtorino.it