Tamara De Lempicka
A Palazzo Chiablese la regina dell'Art Déco
Curata da Gioia Mori - promossa dal Comune di Torino e prodotta da 24 ORE Cultura e Arthemisia Group - l'esposizione si presenta come un viaggio articolato, approfondito, affascinante e suggestivo nella vita e le opere di un simbolo d'eleganza e trasgressione, indipendenza e modernità. Un percorso tematico - che in seguito sarà esposto a Budapest all'Hungarian National Gallery - che, presentando oltre 80 lavori, espone le opere più iconiche e note della Lempicka, insieme alle nuove scoperte sulla sua vita e sul suo percorso artistico.
Tamara Rosalia Gurwik
Nata nella Varsavia zarista nel 1898, forma il suo gusto estetico viaggiando giovanissima in Italia fra Firenze, Roma e Venezia. Nel 1916 sposa Tadeusz Lempicki col quale, considerata la situazione politica al tempo in Russia, decide di trasferirsi a Parigi, dove alcuni anni dopo, nel 1920, nasce la figlia Kizette. E Parigi farà da sfondo al suo brillante percorso nell'ambiente dell'alta società parigina e nel mondo dell'arte. Qui Tamara inizia a studiare pittura a l'Académie de la Grande Chaumiere e a l'Académie Ranson con Maurice Denis e André Lhote, formando uno stile personale, fortemente influenzato dell'Art Déco, ma al contempo decisamente originale.
Del 1922 è la sua prima mostra, allestita al Salon d'Automne. Da quel momento, in breve tempo la bella e disinibita pittrice diviene famosa come ritrattista col nome di Tamara de Lempicka, diventando l'icona dei ruggenti anni Venti, anni folli che vedranno presto la fine della vecchia Europa.
Figura circondata da un alone di leggenda, costretta a fuggire dalle rivoluzione bolscevica prima, dall'Europa delle persecuzioni naziste poi, per ricrearsi una esistenza negli Stati Uniti, Tamara è donna elegante, sfrontata e di una sensulaità irrequieta. Protagonista del bel mondo di San Pietroburgo, Parigi, Hollywood e New York, trasferisce tutta la sua passione per la vita e l'erotismo nella sua arte. La sua pittura fortemente visiva, sensuale e scandalosa è caratterizzata da un'anatomia sfigurata e deformata all'interno di linee curve che disegnano archi e cerchi di matrice cubista.
La potente costruzione scultorea delle figure si fonde in un raffinato decorativismo. La gamma cromatica è molto ridotta, gli spazi della composizione sono angusti, i volti delle figure sono definiti da ombre nette e caratterizzati da occhi distratti, malinconici, che tradiscono un disagio psicologico: le sue donne sono belle, ricche, eleganti, seducenti ma irraggiungibili.
Questa pittura raffinata, fredda, teatrale, denuncia il malessere dell'uomo, il disagio del mondo moderno, il senso estremo del vivere che prelude all'imminente tragedia della guerra.
Sette sezioni per scoprire Tamara
Il percorso, diviso in sette sezioni, si apre con I mondi di Tamara de Lempicka: un'esplorazione nella vita personale e artistica, attraverso tutte le case in cui ha vissuto tra il 1916 e il 1980, tra l'anno del suo matrimonio a San Pietroburgo e l'anno della morte a Cuernavaca.
Con Madame la Baroness, Modern medievalist - titolo rubato da un articolo dei primi anni Quaranta uscito negli Stati Uniti – si espone il virtuosismo tecnico espresso soprattutto nelle nature morte, primo genere in cui l'artista si cimenta fin dall'età adolescenziale e che raggiunge livelli eccelsi negli anni Quaranta.
Fra le opere in mostra, La conchiglia, uno straordinario trompe-l'oeil del 1941. The Artist's Daughter presenta, invece, quei dipinti dedicati alla figlia Kizette che le portarono i maggiori riconoscimenti come Kizette al balcone e La comunicanda.
Sacre visioni, titolo della quarta sezione, rivela come Tamara, donna dalla natura ambivalente, ad una condotta trasgressiva unisca un'insospettabile attenzione per la pittura "devozionale", dedicandosi alla pittura di Madonne e santi, di cui esempi mirabili sono la Vergine col Bambino (1931), e Vergine blu (1934).
La sezione Dandy déco mette a fuoco il rapporto continuativo della Lempicka con il mondo della moda. Qui si trovano molte delle sue più note icone, da Le confidenze del 1928, alla Sciarpa blu del 1930, allo straordinario Ritratto di Madame Perrot con calle del 1931-1932.
Nella sesta, nominata Scandalosa Tamara, si affronta il tema della Coppia: da quella eterosessuale ripresa dal Bacio di Hayez - qui esposto in una versione ad acquerello prestata dalla Veneranda biblioteca ambrosiana di Milano - messa a confronto con un d'après della Lempicka, alle coppie lesbiche messe in relazione con alcuni documenti fotografici di Brassaï e Harlingue sui locali per sole donne dell'epoca. Campeggia in questa sezione il dipinto La prospettiva del 1923, prestito del Petit Palais di Ginevra, primo quadro apprezzato e citato dalla critica del tempo.
Infine la sezione Le visioni amorose racconta, attraverso eccezionali nudi, la delicata attenzione riservata a uomini e donne da lei amati. In mostra, l'unico Nudo maschile da lei dipinto, e poi tutte le donne desiderate, con capolavori come La sottoveste rosa, La bella Rafaëla, Nudo con edifici, Nudo con vele. Per la prima volta si espone anche la principale fonte pittorica dei suoi nudi: il dipinto Venere e Amore di Pontormo, in una versione cinquecentesca di un manierista fiorentino. Dalla ripresa dell'antico la Lempicka approda allo studio della moderna fotografia di nudo: gli scatti di Laure Albin Guillot e Brassaï rendono evidente la sua ricerca sulle pose e sull'illuminazione da studio fotografico.
Tamara Rosalia Gurwik
Nata nella Varsavia zarista nel 1898, forma il suo gusto estetico viaggiando giovanissima in Italia fra Firenze, Roma e Venezia. Nel 1916 sposa Tadeusz Lempicki col quale, considerata la situazione politica al tempo in Russia, decide di trasferirsi a Parigi, dove alcuni anni dopo, nel 1920, nasce la figlia Kizette. E Parigi farà da sfondo al suo brillante percorso nell'ambiente dell'alta società parigina e nel mondo dell'arte. Qui Tamara inizia a studiare pittura a l'Académie de la Grande Chaumiere e a l'Académie Ranson con Maurice Denis e André Lhote, formando uno stile personale, fortemente influenzato dell'Art Déco, ma al contempo decisamente originale.
Del 1922 è la sua prima mostra, allestita al Salon d'Automne. Da quel momento, in breve tempo la bella e disinibita pittrice diviene famosa come ritrattista col nome di Tamara de Lempicka, diventando l'icona dei ruggenti anni Venti, anni folli che vedranno presto la fine della vecchia Europa.
Figura circondata da un alone di leggenda, costretta a fuggire dalle rivoluzione bolscevica prima, dall'Europa delle persecuzioni naziste poi, per ricrearsi una esistenza negli Stati Uniti, Tamara è donna elegante, sfrontata e di una sensulaità irrequieta. Protagonista del bel mondo di San Pietroburgo, Parigi, Hollywood e New York, trasferisce tutta la sua passione per la vita e l'erotismo nella sua arte. La sua pittura fortemente visiva, sensuale e scandalosa è caratterizzata da un'anatomia sfigurata e deformata all'interno di linee curve che disegnano archi e cerchi di matrice cubista.
La potente costruzione scultorea delle figure si fonde in un raffinato decorativismo. La gamma cromatica è molto ridotta, gli spazi della composizione sono angusti, i volti delle figure sono definiti da ombre nette e caratterizzati da occhi distratti, malinconici, che tradiscono un disagio psicologico: le sue donne sono belle, ricche, eleganti, seducenti ma irraggiungibili.
Questa pittura raffinata, fredda, teatrale, denuncia il malessere dell'uomo, il disagio del mondo moderno, il senso estremo del vivere che prelude all'imminente tragedia della guerra.
Sette sezioni per scoprire Tamara
Il percorso, diviso in sette sezioni, si apre con I mondi di Tamara de Lempicka: un'esplorazione nella vita personale e artistica, attraverso tutte le case in cui ha vissuto tra il 1916 e il 1980, tra l'anno del suo matrimonio a San Pietroburgo e l'anno della morte a Cuernavaca.
Con Madame la Baroness, Modern medievalist - titolo rubato da un articolo dei primi anni Quaranta uscito negli Stati Uniti – si espone il virtuosismo tecnico espresso soprattutto nelle nature morte, primo genere in cui l'artista si cimenta fin dall'età adolescenziale e che raggiunge livelli eccelsi negli anni Quaranta.
Fra le opere in mostra, La conchiglia, uno straordinario trompe-l'oeil del 1941. The Artist's Daughter presenta, invece, quei dipinti dedicati alla figlia Kizette che le portarono i maggiori riconoscimenti come Kizette al balcone e La comunicanda.
Sacre visioni, titolo della quarta sezione, rivela come Tamara, donna dalla natura ambivalente, ad una condotta trasgressiva unisca un'insospettabile attenzione per la pittura "devozionale", dedicandosi alla pittura di Madonne e santi, di cui esempi mirabili sono la Vergine col Bambino (1931), e Vergine blu (1934).
La sezione Dandy déco mette a fuoco il rapporto continuativo della Lempicka con il mondo della moda. Qui si trovano molte delle sue più note icone, da Le confidenze del 1928, alla Sciarpa blu del 1930, allo straordinario Ritratto di Madame Perrot con calle del 1931-1932.
Nella sesta, nominata Scandalosa Tamara, si affronta il tema della Coppia: da quella eterosessuale ripresa dal Bacio di Hayez - qui esposto in una versione ad acquerello prestata dalla Veneranda biblioteca ambrosiana di Milano - messa a confronto con un d'après della Lempicka, alle coppie lesbiche messe in relazione con alcuni documenti fotografici di Brassaï e Harlingue sui locali per sole donne dell'epoca. Campeggia in questa sezione il dipinto La prospettiva del 1923, prestito del Petit Palais di Ginevra, primo quadro apprezzato e citato dalla critica del tempo.
Infine la sezione Le visioni amorose racconta, attraverso eccezionali nudi, la delicata attenzione riservata a uomini e donne da lei amati. In mostra, l'unico Nudo maschile da lei dipinto, e poi tutte le donne desiderate, con capolavori come La sottoveste rosa, La bella Rafaëla, Nudo con edifici, Nudo con vele. Per la prima volta si espone anche la principale fonte pittorica dei suoi nudi: il dipinto Venere e Amore di Pontormo, in una versione cinquecentesca di un manierista fiorentino. Dalla ripresa dell'antico la Lempicka approda allo studio della moderna fotografia di nudo: gli scatti di Laure Albin Guillot e Brassaï rendono evidente la sua ricerca sulle pose e sull'illuminazione da studio fotografico.
GB
Polo Reale - Palazzo Chiablese
Tamara de Lempicka
www.mostratamara.it
www.poloreale.beniculturali.it
Tamara de Lempicka
www.mostratamara.it
www.poloreale.beniculturali.it