Sullivan e Mohovich. Due danze a confronto
Nel terzo degli otto appuntamenti in programma al Teatro Astra sbarca l'America. La Miami Contemporary Dance Company di Raymond Sullivan dalla Florida, attraverso un percorso di scambi e Residenze, arriva a Torino accolta dal Belletto dell'Esperia di Paolo Mohovich. Il dialogo fra le "danze" diventa sintesi e partorisce due prime nazionali. A Palcoscenico Danza nelle giornate del 30 e 31 gennaio.
The Rooms of Suspicion è la pièce ideata dal coreografo italiano per la Miami Cdc. In tre stanze di un palazzo immaginario si scrivono nello spazio, attraverso i gesti del corpo, sentimenti quali sospetto, angoscia profonda e folle comicità. Storie di tradimenti e passioni, montate insieme come frame cinematografici, in cui si riuniscono l'eleganza di Nacho Duato con le vezzosità dell'AterBalletto nella versioneRossini Card. Compagnie che Mohovich conosce bene e con le quali collabora. Dunque una danza elegante, nelle linee e leggera nei movimenti, ed intima, in cui le stanze prefigurano scenari interni e le sensazioni che il corpo manifesta -dicotomiche sempre e comunque- hanno il solo confine, immaginario, di un uscio che non esiste. Tutto è labile.. Se i confini nelle stanze sospese sono imponderabili, finti luoghi dove le sensazioni confluiscono nelle loro emozioni opposte, con Not in my name si smette di parlare di Uomini e ci si comincia a interrogare su Dio. Non se esista o meno, quanto piuttosto riflettere su quali azioni, nella storia, si siano compiute in suo nome. La storia purtroppo insegna che sia il meglio che il peggio può essere messo in bocca a Dio. E sempre alla storia, questa volta d'arte, appartengono i riferimenti all'iconografia sacra che, in sé, riunisce temi quali distruzione, passione, solitudine e speranza, ben spendibili in chiave drammaturgica. Nell'azione coreuta questo si traduce in una danza scandita da tempi lenti e velocissimi, altalenarsi di positivo e negativo -di corpi che subiscono e reagiscono- in un fluire non sempre omogeneo. Quello che è chiaro è l'enorme padronanza tecnica e personale che questa tecnica concede ai ballerini, chiari esempi ne sono stati i due "intermezzi", l'uno maschile l'altro femminile, fra le due coreografie. Una danza sana insomma che alla cura del corpo unisce l'impegno sociale. La tecnica Sullivan aiuta, per chi la pratica, ad essere un partecipante cosciente del movimento a riconoscere cioè il potere creativo di ognuno attraverso decisioni attive, piuttosto che a delle abitudini inconsce. Per questo è composto da molte serie di esercizi di movimenti incentrati sul collegamento fisico, mentale ed energetico. Gli esercizi si svolgono sul pavimento, in piedi, attraversando la sala, e infine, in combinazione. Questi servono per l'organizzazione del corpo e preparano al movimento individuandone il centro, l'equilibrio, la coordinazione e l'espressione energica, come nel caso di salti, rotazioni, allungamenti. La tecnica consente di ottenere, attraverso il movimento, notevoli benefici per il corpo, la mente, l'energia e la salute. Teatro Astra Balletto dell'Esperia / MIAMI CDC The Rooms of Suspicion / Not in My name coreografie: Paolo Mohovich, Raymond Sullivan musiche: Rachel Portman, Kevin Keller costumi: Jorge Gallardo luci: Carla Iparaguirre |
Miami Contemporary Dance website:
www.miamicontemporarydance.net |