Le vent noir
Non solo danza, ma (finalmente) danza contemporanea
Per avere un'idea chiara e precisa di cosa sia realmente la danza contemporanea bisogna necessariamente frequentare la DanceHaus di Susanna Beltrami. L'occasione propizia potrebbe essere, ad esempio, co-partecipare al suo ultimo spettacolo Le vent Noir. Ultima sua onirica coreografia, presentata lo scorso novembre all'interno del Festival Exister_11 Destinazioni ospitato all'interno della sua casa della danza, torna all'interno del palinsesto della compagnia.
Le vent noir nasce dalla lettura di Gaston Bachelard, pensatore francese che con le sue opere ha contribuito alle ricerche in ambito psicoanalitico e semiologico. Delle sue riflessioni una in particolare ha interessato la nostra brillante coreografa: il concetto di casa onirica, che afferisce al sogno e alla reverie. A quel flusso di immagini e sensazioni cosi veloci e fugaci da non permettere una reale comprensione, quindi una razionalizzante sequenza ordinata. Ma rimanda, al contempo, al concetto di casa. La casa che accoglie: il focolare domestico che può diventare in un istante prigione priva di sbarre, il luogo dove l’amore si consacra fino poi a sgretolarsi nella monotonia della quotidianità, lasciando posto solo a nostalgie, illusioni, rancori, voglia di rivalsa.
E questo mischiarsi, questo confondere le cose attraverso l'azione devastante e creatrice del vento pone il dramma così come la danza in divenire. La coreografia infatti appare come delle velocissime sinapsi visive che si cerca, attraverso l'azione coreuta, di portare dall'interno verso l'esterno. Ed è proprio questo vento nero che ci porta nell'inconscio di questa casa, dentro le sue ombre. È un viaggio che lo spettatore deve fare insieme a tutti i performers. Il pubblico deve necessariamente coinvolgersi emotivamente e fisicamente. Le vent noir infatti nasce come coreografia site specif – studiata esclusivamente per gli enormi spazi della Haus - e per questa sua natura itinerante il pubblico è condotto dentro le sei stanze dai ballerini stessi o dalla dinamica simbologia dei gesti e dei movimenti.
→ Le vent noir è uno spettacolo che si pone in linea con le innovazioni contemporanee internazionali. Al suo interno si concentrano le ultime conquiste – studiate ed elaborate - dei migliori coreografi internazionali, cosi come delle migliori compagnie. I ballerini hanno una chiara preparazione classica, ma questa non si pone assolutamente come limite alla ricerca di nuovo e di espressione calata nell'attualità. L'aspetto coreografico indaga il postmodernismo, la nuova danza, sperimenta un linguaggio proprio e finisce per divenire un'opera d'arte (quasi) totale. Con l'eliminazione della quarta parete il limite fra installazione, performance, happening ed event e ancora fra teatro e danza è sottilissima e tutti i ballerini/artisti sono capaci di rientrare in tutte quelle categorie. È chiaro e perfetto lo studio a terra, sull'importanza del bacino e sulla respirazione, sui flow e sulle composizioni. Ogni parte del corpo ogni gesto-azione, a volte elegante a volte volutamente sgraziato, è usato per tracciare come il vento segni e simboli all'interno dello spazio scenico, chiamato in causa, in chiave metaforica con i suoi angoli bui, le porte che alludono al passaggio, finestre che lasciano intravedere oltre. Atmosfere da foto in bianco e nero anni Trenta.
→ La DanceHause giovanissima casa della danza, nata nel 2008, si pone non solo come dimora della nuova danza, ma come vera e propria fucina laboratorio di oltre 1200 mq. Situata nella periferia sud-ovest di Milano oltre alla compagnia Beltrami, è residenza dei Kataklò e dei Modulo Project e delle tre rispettive accademie. È sede di eventi e spettacoli e di svariati corsi professionali. Al suo interno tutto suggerisce il legame con il resto d'Europa, in un dialogo che vede l'America e la Germania, le pioniere dell'arte contemporanea così intesa, confrontarsi con le innovazioni belghe e canadesi e non ultime le fantasticherie inglesi e francesi, per dare vita, anche se virtualmente, ad una corrente, che pur con punti di vista regionalizzati, abbia connotazioni riconoscibili universalmente come una volta, e a tutt'oggi il balletto. È il caso proprio di dirlo: il centro - almeno per l'arte contemporanea milanese - è in periferia.
Le vent noir nasce dalla lettura di Gaston Bachelard, pensatore francese che con le sue opere ha contribuito alle ricerche in ambito psicoanalitico e semiologico. Delle sue riflessioni una in particolare ha interessato la nostra brillante coreografa: il concetto di casa onirica, che afferisce al sogno e alla reverie. A quel flusso di immagini e sensazioni cosi veloci e fugaci da non permettere una reale comprensione, quindi una razionalizzante sequenza ordinata. Ma rimanda, al contempo, al concetto di casa. La casa che accoglie: il focolare domestico che può diventare in un istante prigione priva di sbarre, il luogo dove l’amore si consacra fino poi a sgretolarsi nella monotonia della quotidianità, lasciando posto solo a nostalgie, illusioni, rancori, voglia di rivalsa.
E questo mischiarsi, questo confondere le cose attraverso l'azione devastante e creatrice del vento pone il dramma così come la danza in divenire. La coreografia infatti appare come delle velocissime sinapsi visive che si cerca, attraverso l'azione coreuta, di portare dall'interno verso l'esterno. Ed è proprio questo vento nero che ci porta nell'inconscio di questa casa, dentro le sue ombre. È un viaggio che lo spettatore deve fare insieme a tutti i performers. Il pubblico deve necessariamente coinvolgersi emotivamente e fisicamente. Le vent noir infatti nasce come coreografia site specif – studiata esclusivamente per gli enormi spazi della Haus - e per questa sua natura itinerante il pubblico è condotto dentro le sei stanze dai ballerini stessi o dalla dinamica simbologia dei gesti e dei movimenti.
→ Le vent noir è uno spettacolo che si pone in linea con le innovazioni contemporanee internazionali. Al suo interno si concentrano le ultime conquiste – studiate ed elaborate - dei migliori coreografi internazionali, cosi come delle migliori compagnie. I ballerini hanno una chiara preparazione classica, ma questa non si pone assolutamente come limite alla ricerca di nuovo e di espressione calata nell'attualità. L'aspetto coreografico indaga il postmodernismo, la nuova danza, sperimenta un linguaggio proprio e finisce per divenire un'opera d'arte (quasi) totale. Con l'eliminazione della quarta parete il limite fra installazione, performance, happening ed event e ancora fra teatro e danza è sottilissima e tutti i ballerini/artisti sono capaci di rientrare in tutte quelle categorie. È chiaro e perfetto lo studio a terra, sull'importanza del bacino e sulla respirazione, sui flow e sulle composizioni. Ogni parte del corpo ogni gesto-azione, a volte elegante a volte volutamente sgraziato, è usato per tracciare come il vento segni e simboli all'interno dello spazio scenico, chiamato in causa, in chiave metaforica con i suoi angoli bui, le porte che alludono al passaggio, finestre che lasciano intravedere oltre. Atmosfere da foto in bianco e nero anni Trenta.
→ La DanceHause giovanissima casa della danza, nata nel 2008, si pone non solo come dimora della nuova danza, ma come vera e propria fucina laboratorio di oltre 1200 mq. Situata nella periferia sud-ovest di Milano oltre alla compagnia Beltrami, è residenza dei Kataklò e dei Modulo Project e delle tre rispettive accademie. È sede di eventi e spettacoli e di svariati corsi professionali. Al suo interno tutto suggerisce il legame con il resto d'Europa, in un dialogo che vede l'America e la Germania, le pioniere dell'arte contemporanea così intesa, confrontarsi con le innovazioni belghe e canadesi e non ultime le fantasticherie inglesi e francesi, per dare vita, anche se virtualmente, ad una corrente, che pur con punti di vista regionalizzati, abbia connotazioni riconoscibili universalmente come una volta, e a tutt'oggi il balletto. È il caso proprio di dirlo: il centro - almeno per l'arte contemporanea milanese - è in periferia.
gb
Le vent noir
coreografia Susanna Beltrami
set design Giorgio Martino
www.dancehaus.it
coreografia Susanna Beltrami
set design Giorgio Martino
www.dancehaus.it