Il Porno pensato
Ronconi e il desiderio di Gombrowicz
Con la traduzione di Vera Verdiani e con la regia di Luca Ronconi, il Teatro Carignano ospita PORNOGRAFIA di Witold Gombrowicz. Nato nel 2012 in un Laboratorio del Centro Teatrale Santacristina sulle colline umbre Pornografia sarà replicato fino a domenica 4 maggio 2014. Al Carignano quindi il sesso si fa con gli occhi della mente!
«Scelgo ancora una volta un romanzo e non un testo nato per il palcoscenico - dichiara il regista - perché le opere di narrativa, quando cambiano destinazione e approdano in teatro, hanno una resa diversa e forse altrettanto interessante rispetto alle commedie».
Con questo lavoro Ronconi affronta ancora una volta la realizzazione scenica di un'opera non teatrale - i Demoni, il Pasticciaccio - mantenendo la fedeltà alla parola, al testo dell'autore, operando però una lettura analitica del romanzo. La pornografia di Gombrowicz è, infatti, puro voyeurismo, perversione dello sguardo e del modo di guardare l'altro. O meglio, di come si vorrebbe che fosse l'altro, per piegarlo alle proprie voglie, per corromperne lo spirito.
Pubblicato nel 1960, il testo, scritto in prima persona, esplora con ironia e lucidità i misteri del desiderio e del sentimento. L'io narrante, che ha lo stesso nome dell'autore del romanzo, ci porterebbe a credere che si tratti di una storia autobiografica, eppure sappiamo che non è così. Diciamo che non capita quasi mai, in un testo teatrale, di avere una sovrapposizione di piani così ricca, ossia che simultaneamente tutto si svolga in tre temporalità diverse.
Paolo Pierobon e Riccardo Bini, i due "registi voyer", sono i due maturi protagonisti, affascinati dall'incontro con un ragazzo e una ragazza e stupiti dalla loro reciproca indifferenza. I due anziani voyeur si ostinano per spingerli fra le braccia l'uno dell'altra, fino ad organizzare un assassinio in comune. Dunque il nucleo di questa feroce parodia, sul cui sfondo scorre la brutalità dell'invasione tedesca della Polonia, non è la cronaca di uno scontro generazionale, ma l'aggressione alla giovinezza, l'atroce desiderio di trasformarla o distruggerla.
E fra le righe di questa tragedia desiderata, si inseriscono la denuncia all'ignavia del movimento partigiano polacco come aveva sottolineato Czeslaw Milosz: "Considero Pornografia tra l'altro il più fedele e realistico, perchè metaforico, quadro del movimento partigiano in Polonia negli anni 1939-1945". A questo si aggiunge una poco velata fascinazione omosessuale dei due protagonisti, già presente in altre opere del polacco, come nel caso del ballerino dell'avvocato Kraykoski in Bacacay, il rapporto tra Mientus e il servitorello Walek in Ferdydurke; il rapporto tra Gonzalo e Wiltod in Trans-Atlantico.
Altro elemento è la noia, sensazione in grado di spalancare le porte ad un erotismo deviato, illusorio, fatto di orrore, degradazione e morte, già topòs nella prima metà del Novecento. Conseguente alla noia è la l'incapacità di crescere, di essere maturi. Già con FerdyDurke (1937) si segnalava che il segno distintivo della Modernità non combaciava più con l'idea di progresso e crescita, ma al contrario, con il rifiuto di crescere, dal quale, poi, sarebbero poi derivati i lutti della Seconda guerra mondiale, ponendo l'immaturità come una vera malattia del nostro tempo.
E questa consapevolezza conduce ad un'altro protagonista non molto velato: il dolore. In Gombrowicz è fondamentale e diviene la terza dimensione (spazio, tempo e dolore). Lo considerava il motore di ogni realtà e nella società in cui viviamo diviene più importante conoscere il Male che conoscere Dio.
Non poteva non essere un'opera complessa e stratificata ad interessare il nostro regista che attraverso trovate prettamente linguistiche di trasposizione del testo in dramma, alterna momenti in cui la narrazione orale precede o accompagna l'azione scenica, e altri in cui è invece il gesto materiale ad anticipare l'evoluzione narrativa.
«Scelgo ancora una volta un romanzo e non un testo nato per il palcoscenico - dichiara il regista - perché le opere di narrativa, quando cambiano destinazione e approdano in teatro, hanno una resa diversa e forse altrettanto interessante rispetto alle commedie».
Con questo lavoro Ronconi affronta ancora una volta la realizzazione scenica di un'opera non teatrale - i Demoni, il Pasticciaccio - mantenendo la fedeltà alla parola, al testo dell'autore, operando però una lettura analitica del romanzo. La pornografia di Gombrowicz è, infatti, puro voyeurismo, perversione dello sguardo e del modo di guardare l'altro. O meglio, di come si vorrebbe che fosse l'altro, per piegarlo alle proprie voglie, per corromperne lo spirito.
Pubblicato nel 1960, il testo, scritto in prima persona, esplora con ironia e lucidità i misteri del desiderio e del sentimento. L'io narrante, che ha lo stesso nome dell'autore del romanzo, ci porterebbe a credere che si tratti di una storia autobiografica, eppure sappiamo che non è così. Diciamo che non capita quasi mai, in un testo teatrale, di avere una sovrapposizione di piani così ricca, ossia che simultaneamente tutto si svolga in tre temporalità diverse.
Paolo Pierobon e Riccardo Bini, i due "registi voyer", sono i due maturi protagonisti, affascinati dall'incontro con un ragazzo e una ragazza e stupiti dalla loro reciproca indifferenza. I due anziani voyeur si ostinano per spingerli fra le braccia l'uno dell'altra, fino ad organizzare un assassinio in comune. Dunque il nucleo di questa feroce parodia, sul cui sfondo scorre la brutalità dell'invasione tedesca della Polonia, non è la cronaca di uno scontro generazionale, ma l'aggressione alla giovinezza, l'atroce desiderio di trasformarla o distruggerla.
E fra le righe di questa tragedia desiderata, si inseriscono la denuncia all'ignavia del movimento partigiano polacco come aveva sottolineato Czeslaw Milosz: "Considero Pornografia tra l'altro il più fedele e realistico, perchè metaforico, quadro del movimento partigiano in Polonia negli anni 1939-1945". A questo si aggiunge una poco velata fascinazione omosessuale dei due protagonisti, già presente in altre opere del polacco, come nel caso del ballerino dell'avvocato Kraykoski in Bacacay, il rapporto tra Mientus e il servitorello Walek in Ferdydurke; il rapporto tra Gonzalo e Wiltod in Trans-Atlantico.
Altro elemento è la noia, sensazione in grado di spalancare le porte ad un erotismo deviato, illusorio, fatto di orrore, degradazione e morte, già topòs nella prima metà del Novecento. Conseguente alla noia è la l'incapacità di crescere, di essere maturi. Già con FerdyDurke (1937) si segnalava che il segno distintivo della Modernità non combaciava più con l'idea di progresso e crescita, ma al contrario, con il rifiuto di crescere, dal quale, poi, sarebbero poi derivati i lutti della Seconda guerra mondiale, ponendo l'immaturità come una vera malattia del nostro tempo.
E questa consapevolezza conduce ad un'altro protagonista non molto velato: il dolore. In Gombrowicz è fondamentale e diviene la terza dimensione (spazio, tempo e dolore). Lo considerava il motore di ogni realtà e nella società in cui viviamo diviene più importante conoscere il Male che conoscere Dio.
Non poteva non essere un'opera complessa e stratificata ad interessare il nostro regista che attraverso trovate prettamente linguistiche di trasposizione del testo in dramma, alterna momenti in cui la narrazione orale precede o accompagna l'azione scenica, e altri in cui è invece il gesto materiale ad anticipare l'evoluzione narrativa.
gb
Teatro Carignano
PORNOGRAFIA
di Witold Gombrowicz
con Riccardo Bini, Paolo Pierobon
regia Luca Ronconi
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa/Centro Teatrale Santacristina
in collaborazione con Spoleto 56 - Festival dei 2Mondi
www.lucaronconi.it
www.teatrostabiletorino.it
PORNOGRAFIA
di Witold Gombrowicz
con Riccardo Bini, Paolo Pierobon
regia Luca Ronconi
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa/Centro Teatrale Santacristina
in collaborazione con Spoleto 56 - Festival dei 2Mondi
www.lucaronconi.it
www.teatrostabiletorino.it