Pazze e Tossiche
A PALCOSCENICODANZA Le Donne della Santoro
Per Palcoscenico Danza debutta al Teatro Astra l'Eko Dance International Project, progetto partito come esperimento e che vuole unire danza e sociale. Voluto dalla continuatrice dei Cullberg Ballet Pompea Santoro, la quale forma questa nuova compagnia di giovani ballerini presentando estratti da due capolavori del coreografo svedese Mats Ek (figlio della Cullberg). 10-11 gennaio negli spazi via Rosolino Pilo 6.
Eko Dance International Project
L'esperimento durato un anno diventa, come si diceva, un percorso di formazione artistica vero e proprio curato e diretto da Pompea Santoro e Veli Peltokallio e rivolto a tutti i danzatori freschi di accademia che non si sentono ancora pronti ad affrontare il mondo professionale. Un'ottima opportunità quindi per crescere sia tecnicamente sia artisticamente in attesa di una decisione lavorativa. Durante il periodo i giovani danzatori hanno la possibilità di lavorare esattamente come in una compagnia, allestiranno spettacoli di coreografi di alto livello e creazioni pensate apposta per gli allievi con coreografi emergenti.
Non ultime collaborazioni con grandi accademie e compagnie europee, per dare la possibilità agli studenti di visitare e studiare in periodi stabiliti nelle loro sedi. Ovviamente Pompea Santoro curerà spettacoli e rappresentazioni basati sul repertorio del grande coreografo Mats Ek.
LE DONNE
La necessità di portare in scena una danza rivolta al sociale spinge la coreografa alla reinterpretazione di due capolavori del balletto ottocentesco e ideati da Ek, La Giselle e La bella Addormentata, pensandoli appositamente per Palcoscenico Danza. Non più eteree donnine ma Dive maledette tutte contemporanee, in un capovolgimento di segni e simboli in cui La Bella Addormentata vede trasformato il sonno nell'oblio della tossicodipendenza e, invece in Giselle, la protagonista vive in un manicomio insieme ad altre giovani donne ferite, violate, depresse. Se nell'800 Giselle e La bella Addormentata erano i parametri cui le donne dovevano aspirare, oggi nel 2013, le due eroine, testimoniano la fine di quei stessi valori.
Oggi le donne gravitano fra perdita del proprio ruolo, mentre cercavano di acquisirne uno, e volontà di trovare quel ruolo "maschile" nel genere Uomo che per anni hanno combattuto. Hanno voluto giustamente emanciparsi, essere donne libere, madri, amiche, mogli, amanti. Generatrici e assassine. E adesso? Una di loro è in manicomio, l'altra è tossicodipendente e, questa, è la società che donne e uomini hanno scelto e in cui vivono ancora senza troppo rifletterci su. E forse lo spettacolo più che la condizione di un genere mette in scena la decadenza di un'epoca.
Pochi estratti dalle grandi coreografie che già bastano, nella rivisitazione della Santoro, a dare l'idea del genio di Ek. Bravissimi i danzatori, eleganti mentre sorvolano danzando il palco. Piccoli ruoli che si sommano ai costumi di Peder Freej tessendo una tela di colori e personaggi. Tutto è riportato all'oggi: l'indifferenza, la chiesa e la religione, il sesso, le droghe, le giovanissime generazioni, tutto è dato come stimolo che dall'occhio deve, e pretende di, arrivare alla mente, ponendosi domande e dandosi colpe. La musica accentua questo stato nevrotico febbrile in cui i ballerini devono immedesimarsi per esprimere sensazioni ed emozioni, la sensibilità di un corpo che soffre. E nella sofferenza l'esigenza della trasformazione del dolore.
Eko Dance International Project
L'esperimento durato un anno diventa, come si diceva, un percorso di formazione artistica vero e proprio curato e diretto da Pompea Santoro e Veli Peltokallio e rivolto a tutti i danzatori freschi di accademia che non si sentono ancora pronti ad affrontare il mondo professionale. Un'ottima opportunità quindi per crescere sia tecnicamente sia artisticamente in attesa di una decisione lavorativa. Durante il periodo i giovani danzatori hanno la possibilità di lavorare esattamente come in una compagnia, allestiranno spettacoli di coreografi di alto livello e creazioni pensate apposta per gli allievi con coreografi emergenti.
Non ultime collaborazioni con grandi accademie e compagnie europee, per dare la possibilità agli studenti di visitare e studiare in periodi stabiliti nelle loro sedi. Ovviamente Pompea Santoro curerà spettacoli e rappresentazioni basati sul repertorio del grande coreografo Mats Ek.
LE DONNE
La necessità di portare in scena una danza rivolta al sociale spinge la coreografa alla reinterpretazione di due capolavori del balletto ottocentesco e ideati da Ek, La Giselle e La bella Addormentata, pensandoli appositamente per Palcoscenico Danza. Non più eteree donnine ma Dive maledette tutte contemporanee, in un capovolgimento di segni e simboli in cui La Bella Addormentata vede trasformato il sonno nell'oblio della tossicodipendenza e, invece in Giselle, la protagonista vive in un manicomio insieme ad altre giovani donne ferite, violate, depresse. Se nell'800 Giselle e La bella Addormentata erano i parametri cui le donne dovevano aspirare, oggi nel 2013, le due eroine, testimoniano la fine di quei stessi valori.
Oggi le donne gravitano fra perdita del proprio ruolo, mentre cercavano di acquisirne uno, e volontà di trovare quel ruolo "maschile" nel genere Uomo che per anni hanno combattuto. Hanno voluto giustamente emanciparsi, essere donne libere, madri, amiche, mogli, amanti. Generatrici e assassine. E adesso? Una di loro è in manicomio, l'altra è tossicodipendente e, questa, è la società che donne e uomini hanno scelto e in cui vivono ancora senza troppo rifletterci su. E forse lo spettacolo più che la condizione di un genere mette in scena la decadenza di un'epoca.
Pochi estratti dalle grandi coreografie che già bastano, nella rivisitazione della Santoro, a dare l'idea del genio di Ek. Bravissimi i danzatori, eleganti mentre sorvolano danzando il palco. Piccoli ruoli che si sommano ai costumi di Peder Freej tessendo una tela di colori e personaggi. Tutto è riportato all'oggi: l'indifferenza, la chiesa e la religione, il sesso, le droghe, le giovanissime generazioni, tutto è dato come stimolo che dall'occhio deve, e pretende di, arrivare alla mente, ponendosi domande e dandosi colpe. La musica accentua questo stato nevrotico febbrile in cui i ballerini devono immedesimarsi per esprimere sensazioni ed emozioni, la sensibilità di un corpo che soffre. E nella sofferenza l'esigenza della trasformazione del dolore.
Gb
Teatro Astra
PALCOSCENICODANZA
EKO DANCE INTERNATIONAL PROJECT
La Bella... Giselle | La parola alla danza
coreografia Mats Ek, rimontata da Pompea Santoro e Veli Peltokallio
musica Adolphe Charles Adam, Pyotr Ilyich Tchaikovsky
www.pompesantoro.it
PALCOSCENICODANZA
EKO DANCE INTERNATIONAL PROJECT
La Bella... Giselle | La parola alla danza
coreografia Mats Ek, rimontata da Pompea Santoro e Veli Peltokallio
musica Adolphe Charles Adam, Pyotr Ilyich Tchaikovsky
www.pompesantoro.it